Sicilia, il lavoro che c’è e quello che manca: in un anno 30 mila occupati in meno, ma le figure professionali più richieste non si trovano

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Focus di Confartigianato Sicilia: Siracusa e Caltanissetta le province in cui è maggiore la difficoltà nel reperire i lavoratori

In Sicilia le assunzioni previste dalle imprese sono 189.380, di cui 34.430 sono di difficile reperimento, pari al 18,2% delle assunzioni. E intanto la disoccupazione è in crescita. Al primo trimestre 2019 in Sicilia gli occupati sono 1.312.000, oltre 30 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono questi i dati elaborati dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia.

Difficoltà di reperimento

In un contesto di fragilità come quello del mercato del lavoro siciliano, si riscontra un disallineamento tra domanda e offerta, misurato dalla difficoltà di reperimento riscontrata dalle imprese.

A livello provinciale, per cui è possibile esaminare le entrate nelle imprese con difficoltà di reperimento, si osserva che delle nove siciliane a scontare una maggiore difficoltà è Siracusa (24,7%), seguita da Caltanissetta (22,3%), Enna (21,6%), Ragusa (21,2%) e Agrigento (21,1%).

Le professioni più difficili da reperire in Sicilia sono Installatori e riparatori di apparati elettrici ed elettromeccanici con una difficoltà di reperimento del 49,7% delle assunzioni, seguita da Montatori di carpenteria metallica con il 42,0%, da Tecnici della vendita e della distribuzione con il 39,5%, da Meccanici e montatori di macchinari industriali e assimilati con il 36,3%, da Autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli con il 31,9%, da Contabili e professioni assimilate con il 25,4%, da Professioni sanitarie riabilitative con il 24,0%, da Conduttori di mezzi pesanti e camion con il 20,8%, da Conduttori di macchinari per il movimento terra con il 20,7%, da Personale non qualificato per attività industriali e professioni assimilate con il 20,3% ed Elettricisti nelle costruzioni civili e professioni assimilate con il 20,0%.
Nel dettaglio sono ricercate 1.960 assunzioni per professioni legate al Digitale e all’Ict, l’1,0% del totale, di cui 740 di difficile reperimento che rappresentano il 37,8% di questa tipologia di professioni, valore superiore di 19,6 punti alla difficoltà media rilevata dalle imprese dell’Isola (18,2%).

Situazione attuale del mercato del lavoro nel primo trimestre 2019

Al primo trimestre 2019 – ultimi dati sul mercato del lavoro pubblicati– in Sicilia gli occupati sono 1.312.000, oltre 30 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Esaminando i principali indicatori del mercato del lavoro si evince che il tasso di occupazione 15- 64 anni al I trimestre dell’anno in corso, si attesta al 39,3%, inferiore di 1,1 punti rispetto quello registrato al I trimestre dello scorso anno, pari al 40,4%.
Al contempo, il tasso di disoccupazione 15 anni e più, pari al 22,3%, risulta più basso di 0,8 punti rispetto a quello registrato nello stesso trimestre dello scoro anno (23,1%).

Il mercato del lavoro dopo 2 cicli recessivi: Sicilia ultima in Italia 

L’analisi dei dati del mercato del lavoro in serie storica mette in evidenza il forte ritardo della Sicilia nel recupero del picco massimo del tasso di occupazione raggiunto nel 2006 (45%). La nostra regione occupa, difatti, l’ultimo posto nella classifica nazionale per più ampio gap del tasso di occupazione rispetto ai livelli pre-crisi (-4,3 punti).

Gli occupati under 30: in Sicilia il tasso di occupazione più basso 

Per il segmento del mercato del lavoro giovanile 15-29 anni il tasso di occupazione più basso in Italia si registra proprio nella nostra regione dove si attesta al 18,3%: valore inferiore rispetto a quello medio nazionale di 12,5 punti e a quello del Mezzogiorno di 2,7 punti.
In chiave dinamica sull’Isola il tasso di occupazione degli under 30 nel 2018 rispetto all’anno precedente scende di un punto, posizionando la Sicilia al 19° posto su 21 nel rank nazionale. Mentre rispetto al 2007 (anno pre-crisi) il tasso risulta inferiore di 7,7 punti, calo che posiziona la regione tra le prime 10 (7^) della classifica nazionale, poiché altre regioni registrano diminuzioni più ampie.
Rispetto al 2013, anno di minimo del tasso, il recupero in Sicilia è stato nullo (-0,4%) diversamente dalla maggioranza delle regioni (17 su 21) e dalla media nazionale che vede il tasso degli under 30, dal 2013 al 2018, crescere di 1,7 punti.

Apprendistato e assunzioni under 30

L’apprendistato continua a giocare un importante ruolo di sostegno per l’occupazione dei giovani. L’analisi dei dati sui flussi del mercato del lavoro nel settore privato forniti dall’Inps nell’Osservatorio sul precariato mostra che in Sicilia, nel 2018 le nuove assunzioni in apprendistato di giovani under 30 sono 12.100 (9,5% del totale nuovi rapporti di lavoro attivati per under 30) e crescono del 4,2% su base annua; incremento maggiore rispetto a quello rilevato per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, che salgono dell’1,2% nell’ultimo anno.

Nel 2018 i giovani vengono soprattutto assunti con contratto a termine (54,3%); seguono le altre tipologie di contratto con il 18,8%, che risulta dalla composizione di un 8,8% di stagionale, 6,1% di somministrazione e 3,9% intermittente; l’apprendistato rappresenta un nuovo rapporto attivato su dieci (9,5%) per giovani under 30, mentre si attesta al 17,3% il lavoro a tempo indeterminato.

La dinamica triennale (2015-2018) vede una situazione completamente polarizzata con le assunzioni in apprendistato di under 30 in crescita del +82,4% e all’opposto quelle a tempo indeterminato sostanzialmente dimezzate (-42,5%).

Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Sicilia 

“Siamo nel bel mezzo di un paradosso – dice Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Sicilia –. Dobbiamo assolutamente sperimentare una strategia che porti all’individuazione dei mestieri più richiesti e di difficile reperimento oggi sul mercato del lavoro. E potere così trasformare questo paradosso che stiamo denunciando, in un futuro ma concreto progetto strategico volto alla qualificazione della forza lavoro basato sulle reali necessità delle aziende. Non possiamo parlare di disoccupazione, di trentamila occupati in meno in un anno, ma nello stesso momento assistere a una richiesta di lavoro di professionalità che non abbiamo. Occorre puntare su una formazione puntuale e precisa in azienda”.

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