Salvini in Calabria: “in una villa confiscata “l’Università della memoria” [FOTO]

  • Stefano Cavicchi / LaPresse
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StrettoWeb

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini a Limbadi per la consegna di una villa confiscata

Sara’ l’organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” di Cetraro (Cs), guidata da don Ennio Stamile, responsabile regionale di “Libera” a gestire a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, la villa confiscata al clan Mancuso. L’ufficializzazione del subentro di Libera si e’ avuta oggi a Limbadi alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’iter di restituzione del bene confiscato si era interrotto per via delle vicende giudiziarie che coinvolsero Adriana Musella che nel 2016, con la sua associazione “Riferimenti,” aveva ottenuto l’assegnazione del bene. L’iniziale “Centro studi italiano sull’antimafia” aveva ottenuto il sostegno dell’istituo “Piria” di Rosarno (RC), l’Universita’ della Calabria, dell’Universita’ Cattolica di Milano, della Fondazione Caponnetto, della Confapi, della Fondazione Giorgio Ambrosoli e dell Miur. Tutto si e’ pero’ poi arenato fino quando la commissione straordinaria che gestisce il Comune di Limbadi,sciolto per infiltrazioni mafiose nel maggio 2018 , ha emanato un pubblico avviso per l’assegnazione del bene. Gara andata deserta la prima volta, ma non la seconda con l’assegnazione all’organizzazione di don Stamile. Lo Stato ha sinora speso per la riqualificazione dei due immobili confiscati a Limbadi circa due milioni e mezzo di euro. Nelle strutture trovera’ spazio un centro per la formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione sulla normativa anticorruzione e da Universita’ antimafia si passera’ a “Universita’ della ricerca, della memoria e dell’impegno. Il centro sara’ dedicato a Rossella Casini, studentessa fiorentina uccisa dalla ‘ndrangheta di Palmi nel 1981 e il cui corpo non e’ mai stato ritrovato. “Quello di Limbadi e’ un progetto ambizioso – ha dichiarato Salvini – e per questo conto di tornare qui a seguire una lezione. Tanto di cappello all’associazione di don Stamile che punta a far diventare questo luogo un centro di cultura e legalita’ a livello internazionale“. “Sono contento e mi piacerebbe esserci piu’ spesso – ha detto il ministro dell’Interno – perche’ so il lavoro che c’e’ dietro una giornata come quella di oggi e quindi mi piacerebbe che fosse sempre valorizzato e conosciuto perche’ se fai delle cose belle pero’ la gente a casa non lo sa, il lavoro e’ fatto a meta’. Ci sono squarci di luce i primi pentiti di ‘ndrangheta sono qua, che e’ qualcosa di assolutamente irrituale e storico, proprio in casa Mancuso, e quindi ci sono segnali di apertura in questo muro che non e’ gradito. A me piacera’ magari tornarci a seguire una lezione. Mi tolgo il cappello a confronto di chi ha accettato una sfida cosi’ impegnativa perche’ io ho visitato tanti beni che sono stati destinati ad azienda agricola, a centro per ragazzi autistici, a casa famiglia, a biblioteca. Universita’ antimafia non ne avevo ancora viste, quando ho letto il progetto ho detto caspita sono ambiziosi perche’ qui non si tratta di far fare il doposcuola. Sono stato a Plati’ da non molto dove un immobile confiscato alla ‘ndrangheta diventa oratorio per i bimbi del paese gestito dalla parrocchia, pero’ un conto e’ organizzare un oratorio pomeridiano per far fare i compiti ai ragazzini, un conto e’ farlo diventare un punto di educazione a livello anche internazionale. Lo accompagneremo – ha concluso – non solo col pensiero“.

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