Messina, un ristoratore sfida la zona rossa di De Luca: “non sono un ladro, farò l’asporto perché gli aiuti non arrivano”

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Il titolare di una trattoria si dice pronto a violare le limitazioni: “fino a venerdì scorso è stato detto che Messina è zona super rossa, tutto sarebbe dovuto restare chiuso, compresi supermercati e tabacchi, e il tutto è stato una bugia, sabato farò l’asporto delle pizze”

La zona (ultra) rossa del sindaco Cateno De Luca ha generato in questi giorni la reazione dei commercianti, soprattutto di titolari di ristoranti e pizzerie a Messina. Il settore è stato colpito in maniera grave dalla crisi economica procurata dal Coronavirus, le restrizioni hanno messo in difficoltà moltissime aziende. Già superare il primo lockdown dei mesi di marzo ed aprile è stato molto difficile, le nuove pesanti limitazioni di questo inverno rischiano di dare il colpo di grazia finale. Le promesse del Governo erano ben altre, soprattutto i ristori avrebbero dovuto un minimo compensare le perdite di fatturato, ma ad oggi ci sono imprenditori che hanno visto le briciole. E’ quanto afferma sui social con un post diventato virale il signor Nino, proprietario del storica trattoria “Il picchio” situata a Galati Marina, pronto a sfidare le istituzioni: “Dato che fino a venerdì scorso è stato detto che Messina è zona tutta super rossa e che domenica 24 gennaio fosse tutto chiuso, anche supermercati e tabacchi, e il tutto è stato una bugia, sabato farò l’asporto delle pizze, in quanto ristori non ne sono arrivati e io non ho un centesimo, invece di infrangere la legge andando a rubare per campare, ho deciso di applicare l’articolo 1 della costituzione, il diritto al lavoro per vivere una vita decente, perché io sono un lavoratore non un ladro come tutti sti banditi che stanno al potere, e se dico tutti voglio dire tutti. Buona giornata e che Dio vi benedica”. E’ ormai soltanto un esempio che dimostra come la gente sia davvero arrivata allo stremo, forse sarebbe il caso di iniziare a parlare di protocolli di riapertura e non di ennesima chiusura. Il l’economia del Sud regge soprattutto su piccole e medie imprese, rischiare di portarne molte in fallimento potrebbe mandare il sistema totalmente al collasso.

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