Australian Open, la lettera della Azarenka ai tennisti scontenti: “noi siamo privilegiati, c’è chi ha perso il lavoro, chi la vita”

StrettoWeb

Australian Open, Vika Azarenka rivolge una lettera ai colleghi scontenti: la tennista chiede di stringere i denti e pensare a chi ha realmente perso tutto

In Australia le ferree misure per contrastare la pandemia di Coronavirus hanno fatto scoppiare una vera e propria polemica collegata agli Australian Open. Il centro del problema è la disparità di trattamento fra le due ‘bolle’ di Adelaide e Melbourne nelle quali risiedono i tennisti. Nella prima ci sono i big, da Djokovic e Nadal passando per Serena Williams e Osaka, con annesso staff concesso in misura maggiore (Nadal ha con sè 6 membri) e maggiori libertà per movimenti all’interno dell’hotel e possibilità di allenamento. Nella seconda invece ci sono tennisti di caratura inferiore, confinati nelle rispettive stanze per 14 giorni a causa di una ferrea quarantena dovuta alla positività di alcuni individui sui voli charter che li hanno portati in Australia.

La mancanza di allenamento, il cibo non adatto alla dieta di un atleta e le difficoltà dovute al non poter lasciare la propria stanza hanno generato grande malumore, particolarmente se rapportate alla situazione di Adelaide che appare quasi come un lusso. Vika Azarenka ha cercato di placare gli animi dei colleghi attraverso una lettera nella quale ha invitato tutti a pensare a quali siano le cose realmente importanti in questo momento:

“Cari giocatori, coach, staff e comunità australiana. Vorrei prendermi un attimo e parlare ad alcuni miei colleghi e ai media nel mondo. Questo è stato un periodo davvero molto difficile per molti di noi, che non ci aspettavamo di finire nella situazione in cui ci troviamo oggi, me compresa. Essere in una quarantena dura di 14 giorni è molto pesante da accettare in termini di tutto il lavoro che chiunque ha sostenuto durante l’off season per essere pronto a giocare il nostro primo torneo del Grande Slam dell’anno. Capisco tutta la frustrazione e il sentimento di ingiustizia che sta montando ed è enorme.

Siamo nel mezzo di una pandemia globale, nessuno ha un chiaro piano di come operare nel pieno delle proprie capacità e senza un errore, l’abbiamo visto tutti lo scorso anno. Delle volte le cose accadono e dobbiamo accettare, adattarci e continuare! Vorrei chiedere ai miei colleghi cooperazione, comprensione ed empatia per la comunità locale che è passata attraverso un sacco di restrizioni molto impegnative che non ha scelto, ma era costretta a seguire.

Vorrei chiedere di essere allo stesso modo sensibili verso quelle persone che hanno perso i loro lavori e i loro cari durante quest’orribile tempo per tutti noi nel mondo. Vorrei chiedere a tutti noi di avere rispetto per le persone che lavorano senza sosta per cercare di renderci più facili le vite. Vorrei chiedere ai media, per favore, di avere coscienza dell’impatto e dell’influenza che hanno in questa situazione e sulla comunità.

Vorrei chiedere alle persone nella comunità di conoscere e capire che la nostra massima priorità è di assicurare la sicurezza della salute di tutte le persone. In ultimo, vorrei, per favore, che noi tentassimo di supportarci a vicenda al massimo di ciò che si può o di ciò che uno vuole. Le cose sono sempre più facili quando si è in un ambiente compassionevole e si lavora fianco a fianco. Una volta di più, grazie a tutti per i loro sforzi mentre continuiamo a navigare attraverso questi prossimi giorni e queste prossime settimane. Grazie. Vika”.

Condividi