Smartphone, pc e tablet fanno male alla vista: tutta colpa degli schermi blu e led. 1 milione di italiani è affetto da glaucoma senza saperlo. Esperti a confronto a Messina

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StrettoWeb

A Messina prima tappa della campagna Uici con Sigla. Oculisti, ortottisti  psicologi oltre vari professioinisti confronto per spiegare come passare dal deficit alla riabilitazione funzionale. Un cane guida consegnato a un cittadino maltese

Smartphone, tablet, computer, televisori e luce a led possono esporre a problemi legati a una secchezza oculare che può interferire, in negativo, sulla qualità della visione”.

Lo ha affermato il prof. Pasquale Aragona, direttore della clinica oculistica del Policlinico peloritano e presidente del convegno dal titolo Ipovisione, dal deficit alla riabilitazione funzionale organizzato da Uici e Sigla e svoltosi in una affollatissima Sala delle Bandiere del municipio di Messina. Un convegno, ha sottolineato il presidente nazionale dell’Uici Mario Barbuto, in cui “attraverso l’incontro fra tante professionalità di altissimo livello portiamo al centro dell’attenzione nazionale il tema della bassa visione e delle azioni di cura che servono a mitigare questa difficoltà e anche a riabilitare le persone che comunque rimangono ipovedenti“. Sì, perché in contemporanea, in un camper davanti al Comune, sono stati effettuati degli screening visivi gratuiti, ai quali si sono presentati anche molti giovani, utilizzatori di dispositivi elettronici. Secondo il prof. Aragona la luce blu degli schermi, poi, “può avere effetti a lungo termine, che stiamo cercando di studiare per evitare che tra venti o trent’anni possano verificarsi patologie come la cataratta o la maculopatia, cause importanti di ipovisione“.

Un problema, insomma, quello dell’ipovisione, che coinvolge fasce sempre più ampie di italiani, anche per degenerazione maculare legata all’età, retinopatia diabetica e glaucoma.

“Quest’ultima – ha sottolineato il vicepresidente vicario di Sigla Stefano Gandolfi, direttore della clinica ocustica di Parma – è una malattia molto insidiosa perché non dà disturbi. Il problema dunque è quello di identificare i soggetti a rischio. Mediamente su tre persone che sono malate una sola lo sa e due no. E parliamo complessivamente di un milione e mezzo di persone. Di qui la necessità di screening che ci permettano di identificare chi la malattia ancora non lo sa di averla, prima che possa causare ipovisione e disabilità”.  

L’altro vicepresidente di Sigla, il prof. Antonello Rapisarda, direttore scientifico della clinica Di Stefano Velona Morgagni di Catania, ha spiegato che la società “si occupa della malattia glaucomatosa dal punto di vista scientifico sia per quel che riguarda la terapia, sia per quel che riguarda la prevenzione: occorre infatti combattere prima possibile questa patologia così cattiva per ridare un po’ di visione ai nostri pazienti”.

Soddisfatto il sindaco di Messina Cateno De Luca che, intervenendo al Convegno, ha ricordato come a Messina esista un’eccellenza internazionale dell’Uici, il Centro Helen Keller per l’addestramento dei cani guida presieduto da Linda Legname. E un cane guida è stato consegnato, al termine dei lavori, a un cittadino maltese cieco.

“La Commissione Ipovisione dell’Unione – ha concluso Barbuto –, sempre con Sigla, dopo Messina proseguirà la campagna di prevenzione e di informazione sanitaria sul territorio con altri convegni itineranti, anche in Sicilia, affiancati da visite oculistiche gratuite per i cittadini e supporto di riabilitazione e anche burocratico-legale per chi ha già dei problemi”.

Tra gli interventi del convegno di Messina anche quelli di Maria Arcidiacono, Michele Figus, Caterina Gagliano, Marco Nardi, Demetrio Spinelli e Gianni Virgili. Sono intervenuti inoltre gli ortottisti Federico Bartolomei, Emilia Gallo e Liliana Panizzolo, la psicologa Valentina Cassaro, la tiflologa Marta Zocco per illustrare i nuovi ausili per ipovedenti e non vedenti con Antonino Cotroneo e Luca Grasso.

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