Ponte sullo Stretto: ora anche le lobby del Nord ne chiedono la realizzazione

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Il governatore siciliano nei giorni scorsi aveva manifestato il timore che il Governo centrale possa subire “forti e condizionanti pressioni” da parte dei grandi imprenditori del Settentrione per non realizzare il Ponte sullo Stretto, ma il viceministro Morelli ha smentito fermamente. Anzi, è esattamente il contrario

Il Ponte sullo Stretto è una necessità diventata più che mai vitale. Se ne sono accorti tutti, e non solo coloro che lo hanno sempre sostenuto. Adesso a “ritenere l’opera fondamentale” per l’Italia “è anche la lobby del Nord”. Lo ha affermato il viceministro per le Infrastrutture, Alessandro Morelli, in una risposta amichevole al presidente Nello Musumeci. Il governatore siciliano, infatti, nei giorni scorsi da Sorrento era tornato a parlare del collegamento stabile tra Messina e Reggio Calabria, manifestando il timore che il Governo centrale possa subire “forti e condizionanti pressioni” da parte dei grandi imprenditori del Settentrione.

D’altronde adesso è stata l’Europa stessa a chiedere la realizzazione del Ponte sullo Stretto, difficilmente il Governo potrà tirarsi indietro a questo pressing. Il Corridoio “Scandinavo-Mediterraneo” è il quinto dei nove assi prioritari della Rete transeuropea dei Trasporti, sarà certamente il più lungo, perché unirà il continente europeo da nord a sud, ma non esiste ancora dal punto di vista logistico. Per portare a termine tale infrastruttura viaria servono però due grandi opere: il completamento di due gallerie di base del Brennero, snodo cruciale con l’Austria, e appunto la costruzione di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. Il traffico commerciale in arrivo da Asia (Canale di Suez) e Africa potrebbe essere “catturato” dai porti di Ragusa e Gioia Tauro, accorcerebbe nettamente le distanze nei confronti di Paesi come Germania, Austria e Danimarca. L’Europa, quindi, mette sempre più il fiato sul collo all’Italia, se ne sono accorti anche gli imprenditori del Nord.

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