La drammatica fine di Pietro Panarello, il giovane diplomatico della Farnesina morto suicida a Messina: non stava bene, aveva già perso una sorella per un tumore

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Messina, il quarantenne siciliano si trovava nella sua abitazione in contrada Mirulla

È stato trovato deceduto all’interno dell’abitazione in contrada Mirulla a Messina il 40enne Pietro Panarello. Il giovane, primo Segretario per il Commercio e degli Affari Culturali dell’Ambasciata Italiana in Etiopia, è stato trovato con un sacchetto di plastica in testa. I suoi familiari insospettiti dal fatto che non riuscivano a mettersi in contatto con lui sono andati nella sua abitazione e lo hanno trovato già morto. Sul posto sono intervenuti gli uomini delle volanti della Polizia di Stato e la Scientifica per i rilievi. La Procura non ha aperto una inchiesta. I funerali si sono svolti ieri a Messina. Pietro Panarello era figlio di Filippo, già deputato Ars, che pochi anni fa aveva perso un’altra figlia a causa di un tumore. Il giovane era tornato a Messina per trascorrervi le vacanze di Natale ma aveva prolungato il suo soggiorno in Sicilia perché, come spiega un conoscente, “non stava bene”.

L’Associazione Luca Coscioni aveva incontrato più volte Pietro Panarello l’anno scorso ad Addis Abeba “paese dove la realtà attiva a livello internazionale per la tutela del diritto alla scienza e alla salute ha organizzato il VI Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, presso la Commissione dell’Unione africana nella capitale etiope, un evento che, grazie anche ai diplomatici italiani, tra cui Panarello, ha rappresentato un momento di approfondito e ampio dibattito sul diritto alla scienza in Africa”. ”L’Associazione Luca Coscioni esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia di Pietro Panarello e all’Ambasciata italiana in Etiopia per la morte dell’amico e diplomatico. Nelle fasi preparatorie del Congresso Mondiale abbiamo incontrato più volte Pietro, che all’Ambasciata d’Italia in Etiopia era primo Segretario per il Commercio e gli Affari Culturali. Panarello era un funzionario dello Stato appassionato del proprio lavoro”, hanno ricordato Marco Cappato e Marco Perduca che si erano recati più volte in Etiopia ”qualcuno che si dedicava ad approfondire il contesto in cui operava con interesse e sensibilità anche oltre il proprio mandato professionale. Una perdita tragica per la sua famiglia a cui vanno le nostre più sentite condoglianze e per l’Italia che in lui aveva un diplomatico capace e dinamico che ci mancherà”.

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