Reggio Calabria: un bene confiscato diventa un centro antiviolenza, progetto da 1 milione di euro [FOTO e VIDEO]

  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
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Bagnara Calabra, uno dei novantasette comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ha partecipato al Pon Legalità  del Ministero dell’Interno e si è posizionato al quinto posto in graduatoria

Un traguardo importante e significativo ottenuto grazie ad un finanziamento di 1 milione di euro che servirà alla trasformazione di un bene confiscato nel primo centro antiviolenza sul territorio tirrenico dell’area metropolitana.

Bagnara Calabra, uno dei novantasette comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria ha partecipato al Pon Legalità 2014/2020 del Ministero dell’Interno e si è posizionato al quinto posto di una graduatoria che ha visto accolti solo dodici progetti in tutta la regione.

La presentazione del progetto “Centro per Donne vittime di violenza Astrea” si è tenuto a Palazzo San Giorgio alla presenza del sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà, dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bagnara Calabra Silvana Ruggiero, del Presidente del Patto Territoriale dello Stretto Giancarlo Mamone e dell’avvocato Tina Maceri Presidente del Consiglio Comunale del comune tirrenico.

Va dato merito al Comune di Bagnara per la lodevole iniziativa intrapresa. Un nuovo servizio ed una nuova opportunità di cui si arricchisce il territorio metropolitano – ha affermato il sindaco Falcomatà. Nel 2016 a Salerno – ricorda il sindaco metropolitano – furono presentati i Pon Legalità 2014/2020: Reggio Calabria è stata invitata a partecipare perché ha dimostrato l’inversione di tendenza sull’utilizzo dei finanziamenti relativi alla collettività che, come in questo caso riescono a trasformare un bene confiscato alla malavita in un progetto dal forte impatto sociale. Il progetto, infatti, è la fotografia di quanto si possano spendere bene i fondi che arrivano dai Ministeri. Non è stato sempre così, non sempre è cosi, ma non bisogna considerare banale questo elemento: bisogna sorprendersi di questa normalità e di questa inversione di tendenza che rafforza i Comuni della Città Metropolitana. Occorre ricordare che non basta solamente arrivare al sequestro ed alla confisca di questi beni per completare l’iter positivo del significato della legge La Torre, successivamente modificata. Il procedimento si realizza quando questi beni diventano un patrimonio per la collettività attraverso progetti che hanno una giusta ricaduta sociale. Una sintesi che palesa la vittoria del bene sul male e la presenza ed il ruolo fondamentale delle Istituzioni sul territorio che può favorire percorsi culturali e che può agevolare il concetto di denuncia. Il nuovo “Centro per Donne vittime di violenza Astrea” andrà a curare situazioni che spesso vengono sottovalutate o per vergogna o per troppo amore. Il Centro diventerà un fiore all’occhiello della Città Metropolitana del quale siamo molto orgogliosi”.

Il “Patto territoriale dello Stretto” curerà la progettazione esecutiva, di concerto con l’ufficio tecnico comunale di Bagnara, e fornirà ogni utile supporto anche di carattere amministrativo al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi e delle finalità dell’iniziativa i cui tempi di concretizzazione sono stati stabiliti in ventiquattro mesi.

Il centro antiviolenza servirà l’utenza di tutto l’ambito territoriale tirrenico. Saranno coinvolti in chiave sinergica tutti gli enti e tutte le istituzioni interessate a garantire la più ampia ricaduta sociale per rendere il centro stesso un luogo dove la donna possa sentirsi tutelata e possa avere la forza di ripartire e riprendersi la propria vita.

A Reggio Calabria un centro antiviolenza per le donne: l’intervista a Giancarlo Mamone [VIDEO]

A Reggio Calabria un centro antiviolenza per le donne: l’intervista a Silvana Ruggiero [VIDEO]

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