Reggina, Tumminello: “da piccolo ero tremendo, mia mamma mi mandava a giocare perché rompevo tutto col pallone a casa”. E poi la confessione: “da bambino sono stato ad un passo dagli amaranto” [VIDEO]

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StrettoWeb

L’intervista di StrettoWeb all’attaccante della Reggina Marco Tumminello: dai primi passi da bambino al florido periodo alla Roma, finendo per lo “sbarco” tra i grandi, i gravi infortuni e la grande capacità di rialzarsi

“Pane e pallone? No, solo pallone”. Marco Tumminello è cresciuto così, come tutti i bambini che da grandi vogliono fare i calciatori. Gli idoli (il suo è Vieri), i sogni, ma poi c’è anche la realtà. E, a volte, questa può rivelarsi crudele e infima. Può capitare che, dopo un settore giovanile alla Roma luminoso e ricco di gioie, sopraggiungano – all’inizio coi Prof – tre gravissimi infortuni, tutti vicini e tutti poco dopo essersi rialzato. Una mazzata psicologica. Per tutti, non per Marco Tumminello.

“Non vedo l’ora di riassaporare quello che mi è stato tolto negli ultimi anni – ha detto l’attaccante della Reggina ai microfoni di StrettoWeb – e ovviamente questo mi ha segnato, ma mi ha anche fatto crescere come uomo, mi ha fatto capire su cosa lavorare e come lavorare su me stesso. Qualcosa magari è cambiato rispetto a quando ero ragazzino, ma la voglia è la stessa. E’ la stessa di quando ero bambino, di quando ero alla Roma, di quando sono andato via da Roma. Ho sempre dimostrato quello che sono e ora, nel calcio dei grandi e dopo tre infortuni, non è facile, ma voglio far vedere che sono sempre il Tumminello di una volta”.

Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

Quando parla di Roma, il giocatore amaranto, non nasconde un po’ di rammarico. E’ sincero: “il mio più grande rimpianto è essere andato via da Roma”, dice. “E’ stato il mio periodo più bello, anche perché ero ragazzino. Giocare per un club prestigioso come quello è stato bellissimo, sono tifoso giallorosso”. I colori giallorossi, tra l’altro, legati anche molto al presidente Gallo: “se mi ha detto qualcosa in merito? Solo due chiacchiere, quando ci siamo incontrati per la prima volta ci siamo presentati amichevolmente e poi mi ha detto che è di Roma”.

Il Tumminello ragazzino è quello di Roma, il Tumminello uomo è quello attuale, quello che ha saputo rialzarsi più volte. E il Tumminello bambino, invece? “Mia mamma, quando ero piccolino – dice – non vedeva l’ora di mandarvi nei campi di calcio durante il giorno perché ero tremendo e rompevo le cose a casa avendo sempre il pallone tra i piedi. Devo tanto alla mia famiglia”.

E così torniamo al Tumminello uomo, al Tumminello amaranto. La trattativa con la Reggina? E’ uscita all’ultimo. Poi, essendo stato qui da bambino, in questo centro sportivo, conoscevo l’ambiente. Ho pensato: ‘perché non provarci?’ Ho rifiutato altre offerte per venire qua”. Non è una prima volta, dunque. L’attaccante della Reggina già da piccolo avrebbe potuto vestire l’amaranto e conoscere a fondo quel Sant’Agata che ha sfornato tantissimi talenti: “sì – ammette la scelta era tra Roma e Reggina. Dovevo venire a Reggio ma, essendo siciliano, prima non potevo trasferirmi senza famiglia se non residente da 6 mesi. Ero comunque venuto qui per dei provini o da avversario”.

Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

Una folta concorrenza, lì davanti. Ma Tumminello non ha paura: “ovunque vai te la devi giocare con chiunque, è uno stimolo in più per crescere fisicamente e mentalmente. Obiettivo personale è fare bene, quello collettivo sono i playoff”. Non si nasconde, quindi, l’attaccante amaranto, tra sogni, obiettivi personali e di squadra e, magari il prima possibile, il gol con la maglia della Reggina.

Di seguito l’intervista video completa e integrale.

Reggina, Tumminello: “vi racconto la trattativa con la Reggina e quando sarei potuto venire qui da piccolo”. E poi svela l’obiettivo: “i playoff!” [VIDEO]

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