Attentato Antoci e morte di Tiziano Granata, il procuratore di Patti: “Non ci sono elementi utili per riaprire le indagini”

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Il procuratore di Patti  ha ribadito con  forza “l’assoluta correttezza di quelle indagini” per la morte del poliziotto Tiziano Granata, agente di scorta dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi e che al momento “non esistono spunti seri per la riapertura del caso”

In occasione della conferenza stampa per gli arresti per rapina alla 90enne di Brolo, stamattina a Messina il capo della Procura di Patti Angelo Cavallo è intervenuto in merito al caso Antoci e alla relazione della Commissione Antimafia all’Ars.

Il procuratore ha raccontato di essere stato ascoltato per circa tre ore dalla commissione Ars e ha ribadito con  forza ai giornalisti “l’assoluta correttezza di quelle indagini” sul Caso Antoci. E, per la morte del poliziotto Tiziano Granata, agente di scorta dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi Antoci, Cavallo ha dichiarato che”non esistono al momento spunti seri per la riapertura delle indagini”.

Il procuratore inoltre smentisce che il presidente della commissione Fava auspichi che vengano riaperte le indagini per la morte di Granata: “Non viene affermato nella relazione della Commissione Antimafia, anzi, la commissione ritiene la vicenda chiusa. I consulenti della commissione, in conferenza stampa, hanno escluso il collegamento tra queste morti e l’attentato Antoci, confermando che siano dovute a fattori naturali”. Per Cavallo: “Se dovessero sussistere motivazioni concrete che possano motivare la riapertura del caso sulla morte di Granata, sarebbe dovere di ogni Procuratore provvedere alla riapertura del caso. Qualsiasi procuratore in presenza di elementi nuovi ha l’obbligo di riaprire le indagini. Ma questi elementi allo stato non ci sono, né sono stati evidenziati dalla commissione”.

 

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