Inaugurata a Taormina la grande antologica sullo scultore Francesco Messina.Da Milano, 58 opere dell’artista siciliano dialogano nella luce mediterranea con reperti archeologici dell’antica Naxos. La mostra è dedicata all’assessore e archeologo Sebastiano Tusa
Inaugurata ieri a Taormina, nelle sale di Palazzo Ciampoli, la grande mostra antologica dedicata allo scultore siciliano Francesco Messina. S’intitola “Arte Sicilia Contemporanea, Francesco Messina. Suggestioni ed echi dall’Antica Naxos” e riunisce cinquantotto opere dello scultore, originario di Linguaglossa e milanese d’adozione.
Si tratta della terza ed ultima tappa di un singolare progetto artistico nato dalla collaborazione fra i Parchi Archeologici di Naxos-Taormina ed Agrigento e lo “Studio Museo Francesco Messina” di Milano, dove un anno fa ha preso il via la narrazione comparata dello scultore siciliano – uno dei massimi protagonisti del Novecento, alla continua ricerca di un’armonia formale classica – le cui opere sono proposte alla lettura dei visitatori affiancate da reperti archeologici del museo di Naxos.
Curatori della mostra sono Vera Greco (Direttore del Parco Archeologico di Naxos Taormina), Maria Fratelli (Direttore dello Studio Museo Francesco Messina di Milano) e Diego Cavallaro, che per l’esposizione di Taormina ha progettato concept, allestimenti e contenuti espositivi.
La mostra è dedicata a Sebastiano Tusa, l’insigne archeologo ed Assessore Regionale dei Beni Culturali – tragicamente disperso il 10 marzo scorso in un incidente aereo in Etiopia – che avrebbe dovuto inaugurare l’evento nelle scorse settimane.
La presentazione è stata preceduta da un omaggio, con i versi di una poesia dello stesso Francesco Messina, alla memoria dell’assessore Tusa a cura di Agostino Zumbo e Diego Cavallaro. La mostra – presentata ufficialmente e aperta al pubblico lunedì 15 aprile, alle ore 17 – sarà visitabile tutti i giorni, dalle 9 alle 19.30, con ingresso libero.
La Mostra “Francesco Messina. Suggestioni ed echi dall’antica Naxos”
La fuggente malinconia degli adolescenti in erba, la grazia compiuta delle étoile della Scala, i pugili curvi, in pausa, pronti per un nuovo match, il vigore irrequieto degli stalloni ribelli o morenti, la morbida maternità di Eva mentre si accarezza il ventre, la disarmante e giovanile avvenenza del Grande Nudo Femminile. I due ritratti di Bianca, l’amatissima moglie, ipnotici e misteriosi quasi quanto quelli degli antichi egizi. Sui loro corpi una celeste benedizione di luce e la carezza del primo tiepido sole siciliano, quasi un invito alla silenziosa contemplazione.
Concepito come una proposta di dialogo metatemporale tra il passato e il presente, il progetto espositivo “Arte Sicilia Contemporanea, Francesco Messina. Suggestioni ed echi dall’Antica Naxos” invita alla comparazione fra l’arte dello scultore e i modelli della cultura antica, selezionati dalle collezioni del Parco. Insieme, infatti, alle sculture di Messina – del quale anche la città di Linguaglossa custodisce una piccola collezione nelle sale del Museo Regionale a lui dedicato – saranno esposti a Taormina, selezionati dalla archeologa Maria Grazia Vanarìa, cinque reperti provenienti dalla ricca collezione del Museo Archeologico di Naxos, fra i quali spicca un raffinatissimo inedito: un torso maschile, di età romana (I sec. a.C.), proveniente dalle Naumachie di Taormina e sinora rimasto nei depositi del museo. Gli altri pezzi in mostra sono statuette femminili di età arcaica (VI secolo a.C.), un busto e una statuetta di età classica (V secolo a.C.), provenienti dall’abitato di Naxos, culla della cultura classica in Sicilia per essere stata la prima colonia greca nell’isola (VIII a.C.) e la più antica città greca dell’occidente.
“La mostra di Francesco Messina – spiega Vera Greco – evidenzia la traccia indelebile che i modelli artistici elaborati dalla cultura antica hanno impresso sui codici espressivi dello scultore, dando al visitatore l’opportunità di cogliere in tutta la sua forza, le suggestioni e gli echi della cultura greca antica arrivati in Sicilia attraverso la prima porta di Naxos”. Grecia che Messina, siciliano di Linguaglossa, storico comune dell’Etna, percepiva come una sorta di “Grande Madre” tanto che, in un diario di viaggio del 1966 in Grecia, lo scultore annota: “Torno per la terza volta in questa terra benedetta. A me, siculo del Mar Jonio, sembra di ritornare alla casa non della madre, ma della nonna. E si sa che i nonni nutrono straordinario amore per i nipoti”. “La mostra di Taormina – commenta Maria Fratelli – illumina le opere dello scultore siciliano con la luce e il respiro della Sicilia sottolineando, attraverso il confronto con i reperti antichi, il perdurare della classicità nel Novecento; idea e forma di una visione che rimane, per ampiezza e lucidità di pensiero, paradigma necessario alla contemporaneità”. La mostra è visitabile tutti i giorni, dalle 9 alle 19.30 e con ingresso libero.
Francesco Messina (Linguaglossa, 15 dicembre 1900 – Milano, 13 settembre 1995)
Nato a Linguaglossa (Catania) nel 1900, lo scultore Francesco Messina cresce a Genova, dove frequenta i corsi serali presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Dal 1922 inizia ad esporre regolarmente alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e tra il 1926 e il 1929 prende parte alle mostre organizzate dal Novecento italiano a Milano, città in cui si trasferisce definitivamente nel 1932. Ottenuta nel 1934 la cattedra di scultura presso l’Accademia di Brera, ne diviene direttore nel 1936, mantenendo la carica sino al 1944. Sono questi gli stessi anni in cui prende parte alle diverse edizioni della Quadriennale d’arte Nazionale, nonché alle numerose mostre organizzate all’estero dalla Biennale.
Nel 1956 la XXVIII edizione della Biennale di Venezia lo omaggia dell’allestimento di una mostra personale e negli anni Sessanta è protagonista di una serie significativa di commissioni monumentali: il monumento a Pio XII per la Basilica di San Pietro a Roma; il busto di Pietro Mascagni per il Teatro della Scala; il Cavallo Morente per la Rai; il monumento a Pio XI per il Duomo di Milano.
Il Parco Archeologico di Naxos – Taormina
Il Parco archeologico di Naxos–Taormina è stato istituito nel 2007 e gode di autonomia scientifica e di ricerca, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Nel 2013 al Parco Archeologico di Naxos-Taormina è stata affidata la gestione del Museo Archeologico di Naxos e delle sue collezioni; del Teatro Antico di Taormina; di Villa Caronia (sede amministrativa del Parco); del Museo naturalistico di Isolabella e delle aree archeologiche di Taormina e Francavilla. Dal luglio 2016 è diretto dall’arch. Vera Greco. Fra i grandi eventi gestiti dal Parco e che hanno visto in protagonista il Teatro Antico di Taormina – secondo sito più visitato in Sicilia dopo la Valle dei Templi, mentre il sito di Naxos è sesto nella classifica italiana – figurano il G7 del maggio 2017 e la visita del Dalai Lama nel settembre dello stesso anno.
La Mostra a Palazzo Ciampoli
A cura di Vera Greco, Maria Fratelli, Diego Cavallaro
Sede Palazzo Ciampoli, via Messina, Salita Ciampoli 1, Taormina
Date 15 aprile – 15 giugno 2019
Orari tutti i giorni dalle 9 alle 19.30
Ingresso libero.
Ingresso disabili: via Fazello, è necessario prenotare al telefono visita e ingresso con carrozzina
Info pubblico 0942 51.001 – 0942 628.738
urp.parco.archeo.naxos@regione.sicilia.it; www.parconaxostaormina.com
Taormina, le immagini della mostra di sculture di Francesco Messina [VIDEO]