Reggio Calabria, la Commissione parlamentare sulle Ecomafie ha incontrato il Prefetto. Vignaroli: “dalle audizioni è emerso un quadro gravissimo” [VIDEO e DETTAGLI]

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Il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, On. Stefano Vignaroli,  incontra il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari

La missione iniziale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha luogo  oggi a Reggio Calabria presso il Palazzo del Governo.  In mattinata, prima delle audizioni, il Prefetto Michele di Bari ha incontrato l’On. Stefano Vignaroli, Presidente della Commissione, accompagnato da una delegazione formata dai Deputati Chiara Braga, Tullio Patassini Renata Polverini, Alberto Zolezzi e dai Senatori Andrea Ferrazzi e Fabrizio Trentacoste. Si è trattato di un momento istituzionale di particolare rilievo al quale erano presenti  il Questore Maurizio Vallone, il Vice Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Stefano Romano, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Flavio Urbani, il Direttore marittimo interregionale della Calabria e della Basilicata tirrenica,  Giancarlo Russo. Il Prefetto, nell’occasione, ha sottolineato i positivi risultati conseguiti dalle Forze di Polizia nelle attività di contrasto al fenomeno della criminalità organizzata.

La Commissione parlamentare sulle Ecomafie a Reggio Calabria: ecco il resoconto delle audizioni

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha audito nella prima parte della giornata i rappresentanti di ArpaCal, i procuratori capo di Cosenza Mario Spagnuolo, di Crotone Giuseppe Capoccia, e di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, accompagnata dal direttore del dipartimento Ambiente Orsola Reillo. Il commissario straordinario di Arpacal Maria Francesca Gatto e i funzionari hanno riferito in merito alle attività dell’agenzia. Dall’audizione è emerso che Arpacal non ha un catasto delle acque reflue. Gli auditi hanno spiegato che Arpacal, in qualità di organo tecnico della Regione, svolge controlli ordinari solo sugli impianti che operano con autorizzazione integrata ambientale (Aia). Tutti gli altri controlli, compresi quelli sui depuratori, secondo quanto riferito dai rappresentanti di Arpacal vengono eseguiti solo su mandato dell’autorità giudiziaria. Il procuratore Spagnuolo ha spiegato che la criticità ambientale principale è legata al trattamento delle acque: la procura di Cosenza ha creato un protocollo di indagine per controlli a tappeto sui depuratori. Su 100 impianti controllati, circa la metà sono risultati esistenti solo sulla carta e non funzionanti, nonostante i Comuni li dichiarino attivi. Spagnuolo ha anche spiegato come in Calabria risulti carente il controllo amministrativo, e come si osservi però una sensibilità crescente da parte di cittadini e associazioni
ambientaliste. Il procuratore Capoccia ha riferito che a Crotone, dove si estende un sito di interesse nazionale per la bonifica, si osserva una sottovalutazione da parte delle istituzioni dell’impegno necessario a risolvere il problema ambientale.

Capoccia ha anche dichiarato che a Crotone, proprio per la sua natura di area Sin, sarebbe necessario più personale degli organi di controllo ambientale. Per quanto riguarda le criticità sul fronte della depurazione delle acque, il procuratore ha riferito che dalle indagini sono emersi storni di finanziamenti erogati per il rifacimento di impianti ma destinati nella realtà a progetti differenti, seppur nello stesso ambito, per tamponare altre situazioni emergenziali. Il procuratore Bombardieri ha riferito in merito alle indagini che hanno interessato il depuratore e l’inceneritore di Goia Tauro. Rispetto ai conferimenti di rifiuti non tracciati presso quest’ultimo impianto, Bombardieri ha spiegato che è stato osservato il controllo da parte della criminalità organizzata: secondo quanto riferito dal procuratore, prima della contestazione degli illeciti da parte della procura, su quei flussi non c’erano stati controlli adeguati da parte degli organi preposti. Bombardieri ha parlato anche di inchieste sul traffico illecito di rifiuti ferrosi. Sul fronte della depurazione delle acque, il procuratore ha  riferito del sequestro di 14 impianti nell’area di Reggio Calabria: depuratori inattivi o malfunzionanti che in alcuni casi scaricavano in mare i reflui tal quale. L’assessore Rizzo e la dott.ssa Reillo hanno riferito in merito al piano regionale rifiuti, la situazione degli impianti e il ciclo delle acque, punto quest’ultimo che al momento ricade tra le deleghe del presidente della Regione. Secondo quanto riferito, alcune tipologie di controlli sugli impianti vengono effettuati direttamente dai tecnici del dipartimento Rifiuti della Regione.

Stefano Vignaroli a Reggio: “la Calabria maglia nera sulla depurazione”

Penso che così non si possa andare avanti, sentiremo anche a Roma il commissario nazionale sulla depurazione delle acque e sicuramente anche la Regione Calabria che credo sia la peggiore sullo stato di depurazione delle acque“. Cosi’ il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie Stefano Vignaroli (M5S) oggi a Reggio Calabria, rispondendo sui problemi dei piccoli Comuni calabresi nella gestione dei depuratori delle acque, molti di questi commissariati per via di indagini da parte della magistratura. “Il quadro e’ abbastanza desolante – ha aggiunto Vignaroli – il mare per la Calabria dovrebbe essere una risorsa“.

Stefano Vignaroli a Reggio Calabria: “dalle audizioni è emerso un quadro gravissimo”

“Dalle prime audizioni è emerso un quadro gravissimo per quanto riguarda la depurazione delle acque. In molti casi gli scarichi finiscono direttamente nei fiumi o in mare senza nessun trattamento, e quando i depuratori esistono sono spesso malfunzionanti o non ben collegati alla rete fognaria, se non addirittura inattivi”, ha dichiarato il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli. “In un quadro così critico, non esiste tuttavia nemmeno un catasto delle acque reflue nonostante l’alto numero di agglomerati sotto procedura di infrazione. Faremo degli approfondimenti per quanto riguarda i controlli ordinari, sia sui depuratori, sia sugli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, che competono ad Arpacal e agli altri soggetti preposti, e che non appaiono adeguati”, conclude.

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