Protesta dei medici a Reggio Calabria e Messina: il 29 maggio manifestazione contro il precariato

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Protesta dei medici a Reggio Calabria e Messina: il 29 maggio manifestazione contro il precariato per il Servizio Sanitario Nazionale

Una manifestazione nazionale per difendere il servizio sanitario nazionale e chiedere basta precariato per i medici. Anche a Reggio Calabria (Piazza Italia dalle ore 10:30 alle ore 15:00) e Messina (Piazza Cairoli dalle ore 10:30 alle ore 13:30) si manifesterà venerdì 29 maggio. “Siamo Medici in formazione – si legge nel manifesto della protesta -. Siamo Studentesse e Studenti, Neo-abilitati, Camici grigi, Medici in formazione specialistica, Corsisti di Medicina Generale. L’emergenza COVID-19 ha scoperchiato un vaso di Pandora che da anni veniva volutamente ignorato dalla politica. Abbiamo visto come la carenza di personale sanitario sia un danno per tutta la popolazione: oggi, di colpo, ci accorgiamo degli effetti di tutti i tagli alla Sanità dell’ultimo decennio, pertanto, è necessario ora più che mai rivedere la programmazione del personale sanitario. L’equazione è semplice e immediata: se mancano i medici, l’intero sistema lavora in un continuo stato di precarietà, rischiando il collasso quando la richiesta di cure è superiore al normale”. “Come spesso accade – prosegue il manifesto-, le situazioni di difficoltà generano unità. L’emergere di criticità ingenti nell’ambito della Sanità e della formazione post-laurea dei Medici, ha portato alla mobilitazione di migliaia di laureati e alla coalizione di un gran numero di associazioni e gruppi di rappresentanza. In questo contesto si è manifestato un vero e proprio atto di resistenza, che sta coinvolgendo tutte le nostre diverse figure di medici in formazione accomunate dalla necessità di una mobilitazione, che ha come tema centrale la riforma della filiera formativa e lavorativa medica, dai corsi di laurea, alla formazione specialistica e generalista, all’assunzione nel SSN, al ruolo del medico del territorio. Così è nato il nostro Coordinamento: “Medici in mobilitazione permanente: uniti per il SSN”.

“Non siamo più disposti – c’è scritto nel manifesto di protesta- ad accettare il persistere, ormai da troppi anni, di una situazione malsana e contraddittoria: la carenza di Medici Specialisti nelle strutture ospedaliere e, contemporaneamente, il blocco del sistema formativo per i laureati in Medicina – spiegano -. I Medici specialisti in ospedale sono pochi, eppure sono tantissimi quelli che restano fuori dalle sue porte, in attesa di proseguire il proprio percorso di formazione. Sono i cosiddetti “camici grigi”, Medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle Scuole di Specializzazione e dal corso di Medicina generale per carenza di posti. Negli anni, l’accumulo dei camici grigi ha progressivamente costituito e alimentato il cosiddetto “imbuto formativo”. Quello che chiediamo è che questo “imbuto formativo” venga annullato, dando la possibilità a tutti i Medici di accedere al percorso post laurea e permettendo, di conseguenza, di rispondere concretamente alla richiesta di personale sanitario negli ospedali e sul territorio. Richiediamo inoltre una revisione della figura dello Specializzando che ancora oggi viene visto come un semplice studente quando in realtà è un Medico in formazione: è necessario una modifica del contratto che garantisca più diritti ed una vera e certificata acquisizione delle competenze che ne incentivi l’autonomia e allo stesso tempo garantisca la qualità formativa”. “Assistiamo in questi giorni a una tempesta di numeri, spesso svianti, ma quello che è certo è che 4.200 posti in più nelle Scuole di Specializzazione non risolveranno il problema – conclude il manifesto -. C’è bisogno di una riforma che includa un rapporto 1:1, un ampliamento della rete formativa, una revisione delle condizioni contrattuali dello Specializzando e una valorizzazione della Medicina Territoriale. La Mobilitazione Permanente che è nata si rivolge non solo ai tanti colleghi rimasti incastrati nell’imbuto formativo, ma alla popolazione intera, perché in ballo non c’è solo il nostro futuro, ma quello del Servizio Sanitario Nazionale”. Il simbolo di questa protesta è una X sulle mascherine e un numero, 29.

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