Messina, chiude il Centro Servizi di via Cile: “cittadini pronti alla protesta” [VIDEO]

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I consiglieri presentano un’interrogazione al sindaco per chiedere spiegazioni in merito alla chiusura del Centro Servizi di via Cile a Messina

A Messina monta la protesta per la chiusura del Centro Servizi di via Cile, struttura ubicata in una zona strategica, a pochi passi dal tram e punto di riferimento per tutti i residenti della V Circoscrizione.

I consiglieri comunali Russo ed Interdonato  assieme consiglieri della quinta circoscrizione Laimo, Picciotto e Di Gregorio, hanno deciso di inviare un’interrogazione a risposta scritta al sindaco, annunciando che i cittadini sono già pronti a manifestare per impedire la chiusura del centro:

“Tale centro ha un costo per la casse comunali irrisorio, in considerazione del fatto che il Comune paga ad IACP un canone ricognitorio inferiore  ad € 3.000,00 annuo“- spiegano i consiglieri.
Secondo i consiglieri: “La motivazione di chiusura della struttura imputabile ad una agibilità dei locali, non è sostenibile, in quanto la manutenzione straordinaria compete al proprietario dell’immobile, ovvero ad IACP. Il bacino di utenza, comprensivo di aree risanamento, ed i servizi a pagamento degli utenti, sono sovrabbondanti rispetto ai costi sostenuti dal Comune e che si offre alla cittadinanza un punto di riferimento nevralgico tra le sedi decentrate di Villa Lina e Ganzirri“.
Un altro dei punti più controversi della vicenda è che la paventata chiusura del centro servizi non è stata dibattuta né alla Commissione consiliare, né in Consiglio comunale. I consiglieri, considerato che il presidio fornisce un servizio in un territorio che abbraccia oltre 35.000 abitanti, chiedono all’Amministrazione di mantenere il Centro Servizi di Via Cile, “secondo le direttive sul decentramento che il sindaco ha dichiarato di volere adottare in presenza dell’Assessore Regionale agli Enti Locali On.Grasso“. E chiedono quindi al sindaco di sapere se “è Sua intenzione intimare ad IACP di provvedere con urgenza a ripristinare le condizioni di agibilità della struttura”. Ai sensi dell’art.24 comma 11, decorsi i 20 giorni di tempo previsti per la risposta scritta,  senza ottenere risposta, gli interroganti trasmetteranno la documentazione al competente Ass. Regionale agli Enti Locali.
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