Reggio Calabria, la nuova piscina in Piazza della Pace: lo strano iter fra lungaggini e scarsa intraprendenza dell’amministrazione

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Un investimento da 5 milioni, tempi lunghi e la scarsa intraprendenza dell’amministrazione reggina: lo strano iter per la costruzione della nuova piscina presso la Piazza della Pace

Nel nostro “vagabondare” alla ricerca di cose che, per qualche motivo, sembrano “strane”, ci ha incuriosito l’iter che si dovrebbe seguire per la costruzione della nuova piscina in Piazza della Pace, dove ci dovrebbe essere un investimento di 5 milioni, che non conoscendo i costi ci sembrano tanti per un impianto acquatico al coperto di 50 metri; salvo che non ci siano interventi accessori che permettono un utilizzo completo e complesso che possa offrire dei servizi per rendere più accogliente e più interessante la frequentazione dell’impianto da parte degli sportivi.

Prima di tutto bisogna dire un infinito grazie al Presidente Nazionale del Coni, Dott. Giovanni Malagó che, volendo dare un impulso agli impianti sportivi del Sud, avendo visitato la struttura qualche anno prima, ha deciso di intervenire per far ritornare a risplendere quell’impianto, dove sembra che qualcuno tenesse i cani per cui l’ingresso era precluso a chiunque. Tant’è che diversi anni fa a un architetto inviato appositamente dal Coni per esaminare le condizioni della piscina costruita dal Coni negli anni ’60 su terreno comunale, per cui era disponibile ad intervenire per una ristrutturazione globale a costo zero per la città, non è stato possibile entrare nell’indifferenza totale dell’amministrazione del tempo che in quell’occasione lasciò da solo l’Assessore allo Sport protempore anziché intervenire d’autorità con i propri uffici, rompere i lucchetti ed rimpossessarsi del “proprio” bene, per permettere al Coni di provvedere alla ricostruzione della struttura.

Se ciò fosse avvenuto, riteniamo che oggi l’impianto sarebbe utilizzato e sarebbe il vanto della Città e l’orgoglio dei cittadini e degli atleti che praticano il nuoto. Tornando all’oggi leggiamo che già nel 2018 la Giunta Nazionale del Coni, con la prontezza e e la celerità operativa riconosciuta universalmente al Coni di Malagó, approvò il provvedimento destinando ben 5 milioni di euro attinti dal fondo “Sport e Periferie“. In Calabria, la Direzione dello Sport Calabrese annunciò, in pompa magna, la concessione e l’elargizione del Coni Nazionale. Sembrava che l’avvio dei lavori dovesse avvenire nel 2020 ed il completamento entro il 2022. Ad oggi in città tutto tace! Di chi è la responsabilità? E’ ovvio è arrivato questo maledetto Covid che ha bloccato tutto…

Sembra e ce lo auguriamo che a giorni dovranno iniziare i lavori, anche se nel mese di luglio scorso si dava per scontato la “partenza” di questa fondamentale opera tant’è che l’iter amministrativo era curato dalla Società Sport e Salute, che si è dimostrata molto attiva; si era nominata la commissione per l’aggiudicazione dell’appalto ed il Comune aveva completato le procedure per la messa al bando dell’opera. Addirittura nei mesi scorsi due imprese interessate a partecipare al bando hanno richiesto di effettuare sopralluoghi per rendersi conto dell’entità dei lavori. Anche se per realizzare un impianto di questa portata, probabilmente si devono abbattere tutti gli spazi e le strutture (obsolete) esistenti accanto allo Stadio Comunale. Riteniamo che sia l’Ente che ha deciso l’investimento, Sport e Salute, ed il Comune hanno provveduto a completare l’iter di competenza e, conoscendo la “burocrazia” Italiana, anche se “lento pede” prima o poi “vedrà la luce”.

Ma una domanda ci sorge spontanea: cosa ha fatto la direzione dello Sport calabrese per “spingere” più possibile l’inizio dell’attività ed il completamento dei lavori? Ha messo una sua persona per “marcare a uomo” l’iter del progetto? Ha fatto “tampinare” il progetto tramite il responsabile della Commissione Impianti Sportivi Regionale Probabilmente non ricordiamo alcuno intervento in tal senso. Per rendersi utile alla collettività, agli atleti, alle società sportive che fanno sacrifici enormi di tutti i tipi per avvicinare i giovani allo Sport cosa ha fatto chi di competenza? Non basta indossare come il Valentino di Pascoli il vestito nuovo; per servire lo Sport bisogna “sporcarsi le mani” intervenire in qualunque occasione con chiunque per cercare di far costruire nuovi impianti, ristrutturare quelli obsoleti, riprendere quelli abbandonati o quelli che sono iniziati e mai completati al fine di dare alla società civile e, soprattutto ai giovani, la possibilità di fare Sport degno di un Paese avanzato ed evoluto come è lo Sport Italiano che alle ultime Olimpiadi di Tokyo ha dimostrato, ancora una volta, di essere tra i primi al mondo.

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