Le mani dei clan sul Cara di Isola di Capo Rizzuto: 65 persone a giudizio, condanne pesantissime

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Infiltrazioni mafioso nel Cara di Isola di Capo Rizzuto: 65 condanne e 18 assolti. Il processo si è svolto oggi con rito abbreviato: le pene inflitte sono pesantissime e rispecchiano le richieste avanzate dalla pubblica accusa nel corso della requisitoria

Sono 65 in totale le condanne inflitte dal giudice delle indagini preliminari di Catanzaro, Carmela Tedesco, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Jonny“, sulle infiltrazioni mafiose nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Isola di Capo Rizzuto. Secondo le direzione distrettuale antimafia, il Cara era diventato il bancomat dei clan mafiosi della zona. Il processo si è svolto oggi con rito abbreviato: le pene inflitte sono pesantissime e rispecchiano le richieste avanzate dalla pubblica accusa nel corso della requisitoria. Le indagini avevano portato alle luce le infiltrazioni della cosca Arena nella gestione del centro di accoglienza di Sant’Anna, attraverso i vertici della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, specialmente attraverso l’appalto del servizio di mensa.

Le pene inflitte

I sessantacinque imputati condannati hanno goduto dello sconto di un terzo della pena per effetto del rito abbreviato. Le accuse nei loro confronti erano, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti reati aggravati dalla modalita’ mafiose e dalla finalita’ di avvantaggiare l’organizzazione criminale. Diciotto le persone assolte e non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di due imputati.

Tra le condanne più alte quella nei confronti di Leonardo Sacco. L’ex governatore della Misericordia di Isola di Capo Rizzuto è stato condannato a 17 anni e 4 mesi. Sacco dovrà inoltre risarcire la confraternita nazionale, della Calabria e della Basilicata. 20 anni di reclusione inflitti invece ad Antonio Poerio, 19 anni e 4 mesi a Fernando Poerio, titolari del Quadrifoglio, l’azienda che si occupava del servizio mensa nel centro.

Giuseppe Arena, ritenuto il reggente del clan, è stato condannato a 16 anni e 4 mesi di reclusione. 20 anni e 2 mesi di reclusione per Pasquale Arena, ritenuto alla guida della cosca quando il fratello era in carcere. Pasquale Arena  aveva un ruolo preminente nel settore delle scommesse e del gioco d’azzardo nel crotonese. 

Riconosciuto il risarcimento anche all’associazione Libera, al Comune di Isola Capo Rizzuto, al Ministero dell’Interno e al privato Antonio Frustaglia.

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