Ultimata l’installazione del progetto della Fondazione Fiumara d’Arte in collaborazione con le scuole e le parrocchie: la preghiera del Santo d’Assisi tra le vie della periferia di Catania, in oltre mille banner che ritraggono le stagioni della vita
I volti e i cuori di oltre mille abitanti di Librino inneggiano alla gioia da uno dei muri che per anni ha segnato il destino del quartiere: quell’Asse attrezzato, spartitraffico tra il centro della città di Catania e la sua periferia, dove oggi s’incrociano rinascita e riscatto sociale. Oltre 500 metri di cemento armato e pregiudizi, abbattuti da “testimonianze” contemporanee di Amore e Speranza, divenuti archetipi identitari di un’intera comunità, grazie al linguaggio dell’anima e al potere della Parola.
Da una parte la “Porta della Bellezza” – che ha visto a lavoro 15 artisti, 2mila mamme e 2mila bambini per dodici opere monumentali realizzate con 9mila pezzi di terracotta – custodita e protetta dagli abitanti da più di dieci anni, divenuta vera e propria agenzia educativa nel deserto spirituale e nel buio interiore che a volte padroneggia le larghe vie della periferia. Dall’altra, la nuova opera “Il Cantico di Librino”, progetto artistico che ha coinvolto 10 fotografi e migliaia di cittadini che hanno ribattezzato la loro esistenza nel nome di San Francesco. Oggi quello snodo viario diventa un vero e proprio raccordo di emozioni: collegamento tra realtà e speranza; connessione tra la vita e l’arte. Tutto questo ha la firma del maestro Antonio Presti, presidente di Fiumara d’Arte, mecenate che ha dato voce alla dignità e al coraggio di chi vuole credere nel cambiamento. Un polo artistico, ma soprattutto etico, che ha restituito nuova identità universale a bambini, anziani, e a tutti coloro che hanno accolto la rinascita con stupore ma soprattutto con la consapevolezza di far parte di un più ampio progetto di rinnovamento.
La parentesi di luce che riecheggia grazie alla preghiera del Santo d’Assisi, risplende nei ritratti fotografici che parlano la lingua della purezza, delle emozioni, dei valori. L’opera monumentale adesso è realtà. E celebra la Pace e la Fratellanza tra le rotonde e gli incroci, tra le scuole e le chiese, tra le speranze e le preghiere: una benedizione, un riscatto sociale per tutti quegli abitanti che ritrovano la speranza nello sguardo di un figlio; la tenerezza in quella di un nonno che non si piega al peso del tempo. “Abbiamo finalmente concluso il percorso – sottolinea Presti – i muri del quartiere ora parlano la lingua dell’unione, nutrendo l’anima attraverso la consapevolezza di far parte tutti – senza distinzione alcuna – della stessa eternità”.
L’installazione fotografica monumentale, che s’innesta nel più grande progetto del Museo dell’Immagine e dell’Arte Contemporanea di Librino, è stata realizzata grazie al contributo dei fotografi Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal catanese Antonio Parrinello, con la straordinaria partecipazione del rinomato fotografo franco-iraniano Reza Deghati e del fratello e collega Manoocher.
Il pomeriggio si terrà vernissage aperto alla città dalle ore 16 fino al tramonto.