Reggio Calabria, Ripepi: “inferno beni confiscati. Califano scappa come Navarro, Iachino in letargo”

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Il pensiero del consigliere Massimo Ripepi riguardante il settore dei beni confiscati del Comune di Reggio Calabria: non stupiscono le dimissioni di Califano, dito puntato contro Nancy Iachino

Le dimissioni del giovane collega Gianluca Califano non mi colgono di sorpresa; così come non mi stupirono le dimissioni lampo della Consigliera Debora Navarro. Il settore beni confiscati del Comune di Reggio Calabria è un vero inferno. Non potevano due giovani, ancora poco esperti amministratori, mettere in ordine il caos politico misto a sciatteria amministrativa realizzato dalla fuoriclasse indiscussa della squadra dei Falcomatiani, Nancy Iachino“. È quanto si legge in un comunicato stampa a firma del Consigliere Massimo Ripepi.

Tutto è parso chiaro sin dal principio. Infatti ad un semplice ed ordinario controllo della Commissione, da me presieduta, si è scatenata una reazione violenta e scomposta della ex delegata Iachino che non ha esitato, per confondere le acque e i cittadini, ad attaccarmi personalmente toccando senza remore la mia fede e la mia meravigliosa comunità cristiana. Poi per togliersi il peso dalla coscienza e ingannare ulteriormente i reggini, ha addirittura convocato una storica conferenza stampa in tandem con Falcomatà, che certamente farà parte della raccolta antologica delle bugie più eclatanti prodotte dell’amministrazione che ha fatto certamente più danni del terremoto del 1908“, si legge ancora nel comunicato.

Poi la Iachino invitata da me e dai colleghi a relazionare in Commissione in maniera limpida e trasparente dei suoi anni di gestione, ha risposto con una latitanza dalle Commissioni e dai Consigli, abbandonando completamente anche la Presidenza della Commissione Ambiente, ultimo degli incarichi assegnatele dalla maggioranza per convincerla di essere veramente una Consigliera Comunale della nostra Città. – prosegue RipepiPurtroppo dal controllo effettuato alla presenza dei Commissari appartenenti a tutti gli schieramenti politici è emerso il dato sconcertante dell’assoluta mancanza di controllo del Comune sui beni confiscati, certificata addirittura dalla relazione precisa e puntuale del coraggioso Dirigente anch’egli dimissionario dott. Giovanni Minniti“.

Il tutto in palese contrasto con il Regolamento approvato da Falcomatà e compagni osannati dall’Associazione Libera di Don Ciotti, che ebbe ad esprimersi entusiasticamente sull’operato del Sindaco reggino, promuovendone l’ascesa a responsabile nazionale ANCI per la gestione dei beni confiscati. È stato dunque sufficiente un ordinario controllo che comunque avrà il suo epilogo in Consiglio Comunale, per avere desolante certezza dell’anno zero al quale è condannato il Settore Comunale gestione e controllo dei beni confiscati. Dell’allarmante situazione sono stati puntualmente informati il Prefetto ed il Ministro degli Interni, tant’è che sono stati delegati accertamenti interni”.

A Reggio succede anche questo, che il Consigliere Comunale Gianluca Califano, autore sin dal suo ingresso in Consiglio del classico salto della quaglia, puntualmente ricambiato con l’elargizione di un pacco dono, ci ha ripensato restituendo anch’egli al mittente la “scottante” delega ai beni confiscati. La ricerca della reale motivazione del “gran rifiuto” porta ad affermare che le dimissioni di Califano si pongono in termini di coerenza con il brevissimo interregno della giovane ed acuta Debora Navarro che lo aveva preceduto nella titolarità della delega. – afferma in conclusione RipepiGiusto il tempo di capire che la precedente “gestione” dell’ineffabile Nancy Iachino prima di consegnarsi al letargo, aveva fatto terra piana della speranza di recuperare all’economia legale cittadina il perverso prodotto dell’economia criminale. Qualcuno diceva ‘potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo’ e l’amministrazione comunale degli slogan sembra proprio avere ispirato il pensiero di un gigante della democrazia mondiale“.

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