Turchia, previsioni shock dalla banca centrale: l’inflazione aumenterà del 23.2% entro la fine del 2022

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La banca centrale della Turchia segnala un aumento dell’inflazione fino al 23.2% entro la fine del 2022

Nella giornata di giovedì la banca centrale turca ha presentato alcuni dati che riportano un aumento delle previsioni annuali di inflazione entro la fine del 2022 e del 2023. La stima dell’indice dei prezzi al consumo di fine 2022 è stata aumentata al 23,2%, ha dichiarato il governatore della banca centrale della Repubblica di Turchia (CBRT) Şahap Kavcıoğlu nel corso di un incontro nella capitale Ankara per presentare il primo rapporto trimestrale sull’inflazione della banca dell’anno. Nell’ultimo rapporto stilato nel mese di ottobre, la banca centrale prevedeva che l’inflazione sarebbe scesa all’11,8% entro la fine del 2022. Il tasso di inflazione annuale si è attestato al 36,08% a dicembre, il livello più alto degli ultimi 19 anni.

La banca prevede un’inflazione dell’8,2% per il 2023 e un ritorno al suo obiettivo ufficiale del 5% un anno dopo, ha affermato Kavcıoğlu. Secondo i dati condivisi dalla banca l’inflazione si avvicinerà a quota 50% nel mese di gennaio, mentre toccherà un picco del 55% a maggio, per poi scendere bruscamente nel terzo trimestre, secondo Kavcıoğlu, per la nuova strategia economica del governo. La banca ha aumentato la stima dell’inflazione alimentare di fine anno al 24,2%, rispetto al precedente 13,9%, prima della diminuzione al 10% nel 2023. Kavcıoğlu ha sottolineato che la stima della banca per i prezzi dei generi alimentari è stata rivista al rialzo tenendo conto degli effetti cumulativi dei continui aumenti dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari, in particolare dell’andamento del tasso di cambio e dell’andamento della siccità agricola.

Lo stress dei tassi di cambio sta avendo un impatto negativo sui prezzi in Turchia – ha affermato KavcıoğluCiò distorce il comportamento dei prezzi e ha recentemente portato a una divergenza tra la Turchia e il resto del mondo“. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan, il mese scorso, ha presentato uno schema che salvaguarda i depositi in lire dalla volatilità dei tassi di cambio. L’iniziativa è arrivata dopo che la lira è scesa al minimo storico di 18,4 per dollaro statunitense, prima di rimbalzare bruscamente a poco più di 10 e poi stabilizzarsi ai livelli attuali poco meno di 14 per dollaro statunitense.

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