Sanremo 2023, le pagelle della 1ª serata: tra Mengoni e Ultimo un netto vincitore. Sorprende Mara Sattei

In archivio la serata inaugurale di Sanremo 2023, diamo i voti alle prime 14 canzoni in gara

StrettoWeb

Dalle 20:40 alle 01:40. La prima puntata di Sanremo 2023 è finalmente passata in archivio. Una maratona fra musica, ospiti, e incredibili fuori programma. I titoli dei giornali se li prende Blanco che distrugge la scenografia dopo un problema audio. Passa in secondo piano anche Chiara Ferragni improvvisamente nuda sul palco dell’Ariston.

Ma è giusto dare spazio anche alla musica, la vera anima del Festival. Sono stati 14 i cantanti che si sono alternati sul palco dell’Ariston per la prima serata: c’è chi ha rispettato le attese, chi ha un po’ deluso e chi invece ha fatto meglio di quanto ci si potesse aspettare. Ecco le pagelle di StrettoWeb per le esibizioni della prima serata di Sanremo.

Le pagelle della 1ª serata di Sanremo 2023

Anna Oxa – “Sali (Canto dell’anima)” 5

Francesco Bianconi (Baustelle) e Kaballà fra gli autori di un brano soul, nel vero senso della parola. L’anima la cita nel titolo, nel testo trascende: “sali, uomo. Sali e dimentica. Sali e ritorna alla nascita”. Un po’ magia nera, un po’ sermone della domenica. Sofisticata, fuori dagli schemi, forse anche dal momento musicale. La voce è pazzesca, il look da banshee. Anna Oxa è così, prendere o lasciare… o prendere quello che ha preso chi ha avuto l’idea dietro la canzone.

gIANMARIA – “Mostro” 5.5

Rap, cassa in 4 quarti, ritornello ritmato “ma che ti sembro un mostro? Guarda che sono a posto”. Denuncia il cambiamento, il suo dopo la fama, il nostro agli occhi degli altri. E Amadeus finisce per chiamarlo ‘Sangiovanni’ a fine performance. Non ha tutti i torti. Forse migliora con il riascolto.

Mr. Rain – “Supereroi” 5.5

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Descrizione: “siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro”… anzi no: “quando siamo distanti, ogni volta che piangi, piange pure il cielo”. Ecco, meglio.

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Su Instagram andrà forte, nella categoria da ‘adolescente in giù’. Rap, pianoforte e bambini ad accompagnare e fare da coreografia stile Zecchino d’Oro. I suoi ‘Supereroi’ non sono quelli di ‘The Boys’ ma le due parti di una coppia che si completa. Lo stile è il suo, il solito, ma proprio il solito.

Marco Mengoni – “Due vite” 8

Marco Mengoni è una sicurezza. Era il favorito della vigilia, si presenta per vincere. Pezzo sanremese, pop, ritornello nel quale la voce dà il meglio di sè. Nel finale si regala qualche urletto, ma glielo concediamo. A fine esibizione scioglie la tensione e riceve la prima standing ovation della serata. È l’uomo da battere (?).

Ariete – “Mare di guai” 6

Il testo è di Calcutta, si sente e alza il livello. L’interpretazione della giovane artista è forse limitata dall’emozione. Il ritornello aggiusta un po’ tutto: “uniamo i respiri, sento caldo la mattina, tu buttati con me, mare di guai“. Riuscisse a sciogliersi, guadagnerebbe qualche punto in più. Da riascoltare.

Ultimo – “Alba” 6

Canzone intimistica, l’Alba vista sul mare della Sicilia. L’inizio è lento, forse troppo, sembra faticare a prendere quota. Nel finale sale e si sente l’Ultimo che piace davvero. Il giudizio complessivo non supera la sufficienza. Era uno dei favoriti, ha una fan base pazzesca che ne migliorerà la posizione in classifica, probabilmente aggiusterà la performance ma oggi, al primo ascolto… possiamo dirlo? Ha deluso le attese.

Coma_Cose – “L’addio” 6.5

Si alternano, si guardano, se le cantano e funzionano come due anni fa. Ma qualcosa dovevano pur cambiarla. Se con “Fiamme negli occhi” (autocit. “il nostro fuoco lo hanno visto tutti) si amavano, oggi con “L’addio”, ovviamente, si lasciano. Ma solo per finta, tranquilli. La canzone è stata ispirata da una crisi avuta dai due, coppia sul palco e nella vita. Bacino finale a dissipare ogni dubbio.

Elodie – “Due” 7

Si presenta impellicciata, stile cigno nero. Spigolosa, sensuale e battagliera: “per me le cose sono due: lacrime mie o lacrime tue”. Il ritmo ricalca le ultime canzoni, strizza l’occhio alla hit e probabilmente seguirà lo stesso percorso dei suoi ultimi successo: il loop radiofonico.

Leo Gassmann – “Terzo cuore” 6

Riccardo Zanotti dei “Pinguini Tattici Nucleari” ci mette la firma, il buon Leo prova a svincolarsi dall’etichetta di ‘figlio d’arte’ e da uno stile che spesso sul palco lo ha visto ingessato. La performance è senza infamia e senza lode, può fare di meglio.

I Cugini di Campagna – “Lettera 22” 5.5

La penna è quella dei “La Rappresentante di Lista” e si sente molto. Il rischio è quello di apparire troppo young per un gruppo che, fra lustrini e paillettes, ha una forte componente vintage. Un po’ pop, un po’ dance anni 80, il brano non arriva fino in fondo. Sui social fanno il boom di meme: va bene lo stesso, purchè se ne parli?

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato” 6

Ciao papà, tu verrai o no al mio funerale?”. Gianluca Grignani porta a Sanremo una ballad rock sul tormentato rapporto con il padre. Se spesso al Festival funziona la canzone ‘leggera’, lui ci va giù pesante: voce sporca, interpretazione sofferta. Il suo vissuto lo conosciamo, lui lo conosce ancora meglio, ed è inutile sottolinearlo ancora. Se Sanremo servirà a rilanciare la carriera dell’autore di “Destinazione paradiso” e tanti altri brani celebri, gliene saremo grati.

Olly – “Polvere” 4.5

Autotune, un po’ di sbiascicamento, ritornellone. Pezzo dance, strizza l’occhio a Blanco ma nella serata in cui distrugge la coreografia. Testo acerbo, forse può salvarlo l’effetto tormentone.

Colla Zio – “Non mi va” 6.5

Mi piace la tua bocca e ‘La spada nella roccia’”. Se non avete colto la metafora siete degli Anacleto. Giovani, colorati e simpatici: come se lo Stato Sociale si fosse scontrato con Dargen D’Amico. Ne viene fuori un indie pop provocatorio che fa ballare e cantare. Tormentone radiofonico?

Mara Sattei – “Duemilaminuti” 7.5

Musica e testo di Damiano dei Maneskin, lo zampino del producer Sony Enrico Brun e quello del fratello “Tha Supreme”. Con queste premesse possono succedere due cose: flop totale o gran pezzo. Per Mara Sattei è la seconda. La canzone funziona, lei pure: uno dei look più eleganti (senza forzature) e una voce bella e decisa. Canta un amore tossico in un pezzo pop urban che si sposa bene con Sanremo: una delle migliori della serata.

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