Reggio Calabria, “Non Una di Meno” sposa la battaglia di M.G., donna coraggiosa che ha denunciato la violenza psicologica dell’ex compagno

StrettoWeb

“Non Una di Meno” di Reggio Calabria al fianco di M.G. e delle tante donne che denunciano la violenza psicologica

Il gruppo “Non Una di Meno” di Reggio Calabria ha inviato una nota stampa a StrettoWeb prendendo una posizione forte al fianco di una donna reggina, M.G., che ha denunciato l’ex compagno ed è a processo. Di seguito la nota di “Non Una di Meno” di Reggio Calabria:

La violenza psicologica è una forma subdola di maltrattamento, in quanto invisibile e silenziosa, che colpisce moltissime donne, al pari di quella fisica, ha conseguenze devastanti per le donne, ma troppo spesso viene sottovalutata. E’ l’inizio di una guerra contro la donna da distruggere e annientare seppur moglie, compagna, madre. Sono  professionisti  abili i maltrattanti psicologici, che riescono ad agire con tale sottigliezza da non lasciare segni visibili sulla pelle. Spesso occupano posti di prestigio, rivestono ruoli meritevoli, e per questo, nel mondo esterno, “insospettabili”. 

D’altra parte è risaputo, il rosso del sangue è vistoso, il male invisibile invece, può essere una strada più facile per l’impunità. Il maltrattante sa che le sue parole hanno molto potere, per questo le usa. Di fatto, il maltrattamento psicologico è estremamente efficace perché lascia tracce nel profondo che durano nel tempo. Potente perché silenzioso e come tale difficile da dimostrare: “Sarà la nostra parola contro quella del maltrattante, diranno che ce lo siamo immaginate o siamo diventate pazze. E la giustizia ?, crederà a quello che raccontiamo o rischiamo di cadere in un vortice ancora più terribile dove potremmo mettere a rischio anche l’affidamento delle/dei nostr* figl* ?” Ecco il pensiero che assale queste donne che dopo, anche anni di vessazioni continue, si decidono a denunciare. Non pochi, infatti, i casi in cui le donne che denunciano cadono nella rete della PAS o Alienazione Parentale, una teoria senza alcun fondamento scientifico, rifiutata dal Ministero della Salute, non inserita nel DSM (The Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) e ritenuta inapplicabile da una sentenza di Cassazione ma che, ancora troppe volte, nonostante questo, viene “applicata” nei tribunali. Ricordiamo tra i tanti il caso di Laura Massaro (che però ultimamente in Cassazione ha avuto finalmente giustizia) o Ginevra Pantasilea Amerighi che non vede sua figlia da 9 anni.

Eppure qualcuna non ci sta a farsi distruggere davanti i figli, perché  ”anche un esempio negativo è un esempio”  e (non siamo noi a dirlo ma fior di professionisti)  apprendere modelli relazionali in cui l’espressione dell’affettività è strettamente connessa alla sopraffazione dell’uno sull’altro e dove l’uso dell’aggressività e della violenza è ammesso e giustificato, potrebbe essere replicabile e ripercorribile, nel futuro, da chi vi ha assistito

È il caso di M.G. che denuncia ciò che succede tra le mura domestiche davanti alla figlia minorenne, vittima anch’essa di questa violenza così subdola e difficile da dimostrare, ma nello stesso tempo così sottile da diventare infiltrante anche nell’animo di chi l’assiste. Così cerca di fare emergere il sommerso, di rendere leggibile agli occhi della Giustizia e del mondo esterno quell’ “l’inchiostro invisibile” con cui lui, il compagno, il marito, il padre ha cercato di scriverle la storia.

NUDM segue il processo e affianca M.G., una donna, una tra le tantissime che ha detto “IO NON CI STO” e che si è rivolta alle istituzioni per proteggere oltre che se stessa, la figlia, motore del suo coraggio e della sua forza, un processo, quindi, che potrebbe diventare simbolo di un giusto riconoscimento di ferite indelebili anche se non tinte di rosso

Le linee difensive degli avvocati, in tutti questi casi, sono spessissime volte sovrapponibili; se le donne denunciano (vista l’assenza di lividi e referti medici) devono provare quanto da loro affermato e se riescono a farlo, allora le prove che presentano diventano frutto di subdole strategie studiate a tavolino per distruggere l’uomo che le ha “tradite”.

Ma ormai ben sappiamo che nel novanta per cento dei casi, la realtà è ben altra; gli uomini maltrattanti vogliono liberarsi di donne divenute scomode, disfarsi di loro, limitarne la libertà, distruggerne l’autostima sfinirle, spaventarle e soprattutto renderle NON CREDIBILI agli occhi della società.

In Irlanda dal 1 gennaio del 2019 la “violenza psicologica nelle relazioni di coppia” è diventata reato. In Europa ianche la Francia, Il Regno Unito e la Scozia hanno leggi specifiche per tutelare le vittime di violenza psicologica. In Italia non esiste ancora una legge ad hoc.

Non lasceremo sola MG, le staremo accanto affrontando con lei, nell’aula di tribunale e fuori, questa sua lotta, ch’è la nostra lotta, la lotta di donne che non si voltano dall’altra parte, che ci mettono la faccia, che restano presenti nella vita l’una dell’altra in un abbraccio di sorellanza che le tiene unite rendendole tutte più forti. Ed è un’appello che lanciamo a tutte le donne che con noi vorranno affrontare questo processo“.

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