Da Messina un progetto per Genova, l’architetto Baratta ai microfoni di StrettoWeb: “Ecco come ricostruire il Ponte Morandi in 90 giorni” [FOTO e INTERVISTA]

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    AFP/LaPresse
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StrettoWeb

Un progetto economico e immediatamente cantierabile. L’architetto di Messina Achille Baratta scrive al Presidente del Consiglio e alle autorità di Genova: “Il Ponte Morandi può essere ricostruito in 90 giorni e senza maxiappalto, ecco come”

Da Messina un progetto per ricostruire il viadotto di Genova. Dopo i tragici eventi dello scorso 14 agosto, in cui hanno perso la vita 43 persone, causando centinaia di sfollati, l’estroso architetto della città dello stretto Achille Baratta ha deciso di mettersi in gioco e proporre il suo progetto per la ricostruzione del Ponte Morandi: una soluzione per il ripristino della viabilità, realizzabile in 90 giorni e che non prevede alcun maxiappalto.

L’architetto ha inviato tutta la documentazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle autorità di Genova, spiegando nel dettaglio l’originalità e la fattibilità del suo progetto. Per Baratta: “Prendere una strada sbagliata, oggi, che si prevedono 20 milioni di euro solo nelle demolizioni in due mesi e altre soluzioni per la ricostruzione senza parametri di confronto, è una disavventura che il nostro Paese non può permettersi“.

Per l’architetto  la ricostruzione del ponte di Genova rappresenta anche un motivo di riscatto per la città di Messina, che a distanza di anni, nonostante un progetto anche appaltato, continua a sognare il ponte sullo Stretto.

Il progetto di Baratta pensato per Genova è semplice e innovativo, cantierabile immediatamente senza attendere il dissequestro dell’area da parte della magistratura, perché prevede che tutto resti com’è e non sono previste interferenze con le costruzioni limitrofe.

La soluzione proposta dall’architetto prevede un costo di 134 milioni di euro e gli interventi  potrebbero essere eseguiti da 5 imprese specializzate. Il ricorso a più ditte eviterebbe il nodo del maxi appalto, con il vantaggio di poter realizzare quindi 5 appalti e 5 contratti, predisponendo in tempo sia la proprietà dell’area su cui insisteranno i piloni, ovvero quelli della realizzazione Morandi, ed evitando al contempo la demolizione dei pali di fondazione, con l’utilizzo di un innovativo sistema di manto stradale fatto di trifoli di acciaio.

Baratta ai microfoni di StrettoWeb non nasconde le perplessità sulla proposta progettuale avanzata da Renzo Piano, che prevede  43 appoggi in memoria delle vittime: “invece di progettare un viadotto, Renzo Piano-dichiara Baratta- vuole costruire un monumento ai caduti, che invece andrebbero onorati con idee e coi progetti”.

Ricostruire per Baratta significa partire “da ciò che già è stato costruito“, per questo la soluzione proposta dall’architetto parte dal progetto Morandi e prevede di intervenire sulle  fondazioni rimaste in piedi per ricostruire, in vari lotti, i montanti e un sistema di tensostrutture, senza mettere in discussione grosse somme di denaro, ma specialmente evitando l’annosa questione del maxiappalto. Nella gallery tutta la documentazione inerente il progetto dell’architetto e a corredo dell’articolo l’intervista rilasciata ai microfoni di StrettoWeb.

 

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