Area dello Stretto, Irto: “ha potenziale enorme ma se aspettiamo la burocrazia non la faremo mai. Iniziamo da trasporti, cultura e turismo: noi ci siamo, Messina?”

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Area dello Stretto, il consigliere regionale del Pd apre alla proposta firmata Perna-Castrizio ma spiega: “Lunghi i tempi di costituzione del nuovo ente, guai a mettersi in ‘fuorigioco’ da soli. Aeroporto dello Stretto fondamentale: recuperare utenza messinese e puntare sulla continuità territoriale“. Intervista a Nicola Irto

Nicola Irto (Pd), Presidente uscente del Consiglio Regionale della Calabria, nei prossimi 5 ani non sarà soltanto consigliere regionale dell’opposizione ma ha ricevuto il prestigioso incarico di unico componente calabrese del Comitato delle Regioni dell’Europarlamento di Bruxelles: lo abbiamo intervistato sul tema dell’Area Metropolitana dello Stretto, rilanciato prepotentemente nelle ultime settimane dall’idea dei professori reggini Castrizio e Perna che hanno presentato alla stampa l’iniziativa del referendum per la Regione dello Stretto, sostenendo che “se Reggio e Messina rimangono in Calabria e Sicilia sono spacciate, non c’è futuro. 

Di seguito l’intervista.

I professori Perna e Castrizio hanno lanciato l’idea di un referendum per istituire una Regione dello Stretto: “solo fuori da Calabria e Sicilia, rispettivamente Reggio e Messina possono avere un futuro” hanno dichiarato. L’idea è stata sposata dal Sindaco di Reggio Calabria, Falcomatà, e dalla deputata del Movimento 5 Stelle reggina, Federica Dieni. Cosa ne pensa?

Apprezzo molto la proposta di questi due autorevoli intellettuali reggini, di cui ho grande stima. E credo nel valore dell’area dello Stretto come prospettiva a cui dobbiamo guardare per lo sviluppo futuro della nostra città. Per questo considero percorribile l’idea del referendum: dare la possibilità al popolo di esprimersi democraticamente è sempre positivo. D’altro canto, da consigliere regionale eletto per rappresentare questo territorio, ritengo opportuna una leggera correzione di tiro. Non possiamo dire che “solo” fuori dalla Calabria Reggio può avere un futuro. Significa gettare la spugna e ammettere che oggi non abbiamo speranza. E così non può e non deve essere. L’iter per la costituzione della Regione dello Stretto è lungo. Nel frattempo, non possiamo ‘metterci in fuorigioco’ da soli: Reggio è e resta, per Statuto, sede del parlamento regionale calabrese, in seguito ai Moti di Reggio. Di questo dobbiamo tener conto per onorare la nostra storia cittadina“.

Durante il suo mandato è stata approvata la legge Regionale n. 35 del 2015 che prevede l’Area Integrata dello Stretto. E’ un documento che ha ottenuto 5 anni fa la conformità delle leggi regionali di riferimento e che nel 2017 era stato sottoscritto proprio dai Comuni di Messina e Reggio Calabria ma non ha avuto ricadute concrete.

Spesso i tempi della politica e quelli dell’amministrazione non coincidono. Con quei provvedimenti abbiamo cercato di guardare lontano, proprio verso la massima integrazione possibile tra le due sponde dello Stretto. E’ necessario un colpo di reni della PA perché, ad esempio, l’ottimo lavoro di programmazione svolto sul piano politico si traduca nel biglietto unico integrato per il trasporto pubblico locale. Sarebbe un piccolo passo per una grande svolta“.

A fronte di interessi comuni, i collegamenti tra le due sponde dello Stretto sono pochi e complicati, Reggio e Messina sono completamente isolate nelle ore serali e notturne. Come fare per invertire la rotta?

E’ necessario un intervento del governo nazionale con un investimento pubblico serio e consistente per incrementare la frequenza dei collegamenti veloci, ma anche per una pianificazione che eviti “buchi” come quelli notturni o di ampie fasce delle giornate festive e prefestive. Se davvero ragioniamo in ottica integrata, mi sembra davvero assurdo che due parti dello stesso territorio siano collegate così male. Senza dimenticare la necessità di assicurare adeguate tutele contrattuali, non sempre garantite, al personale di tutte le compagnie di navigazione!.

Se un messinese volesse utilizzare l’Aeroporto dello Stretto, non c’è alcun collegamento che gli consenta di raggiungere i voli dello scalo reggino: come si può pensare a uno sviluppo integrato, senza trasporti integrati?

Sono d’accordo con lei. Sa qual è il primo passo? Ripristinare un serio sistema di collegamenti gommati tra le due sponde dello Stretto e in particolare tra il centro di Messina e il “Tito Minniti”. Se ci fa caso, tutti i più importanti aeroporti d’Europa e del mondo fondano l’intermodalità sui collegamenti via bus. E’ l’unico modo immediato ed efficace per attrarre nuovamente nell’orbita reggina l’utenza messinese, oggi fidelizzata a Catania. Ovviamente questo sarebbe solo uno step iniziale, in attesa di portare a compimento progetti ben più ambiziosi a cui abbiamo il dovere di credere da reggini. Al tempo stesso, credo sia necessario far fronte comune per rivendicare la continuità territoriale che ci porrebbe in una condizione fortemente competitiva rispetto ad altri aeroporti“.

L’idea dell’Area Metropolitana dello Stretto si trascina da decenni in conferenze, proposte, protocolli d’intesa e molte chiacchiere. Ma pochi fatti concreti. Cosa si può fare per avvicinare le due sponde dello Stretto, rendendo Reggio e le sue infrastrutture a partire dall’Aeroporto ulteriormente attrattive?

Torniamo a quanto le dicevo all’inizio. La strada istituzionale va percorsa ma ha i suoi tempi. Se aspettiamo di avere il ‘sigillo ufficiale’ prima di iniziare a lavorare sugli aspetti sostanziali, allora l’area metropolitana dello Stretto non si realizzerà mai. Occorre piuttosto agire parallelamente, sul fronte istituzionale e su quello operativo, realizzando un sistema di politiche comuni tra Reggio e Messina: dai trasporti alla sanità, dall’università allo sviluppo economico, dall’ambiente all’energia. Quest’area ha un enorme potenziale: un aeroporto, il più grande scalo container d’Italia, tre importanti porti commerciali, numerosi approdi turistici. E ancora, due università statali e l’università per Stranieri, un’offerta culturale e turistica vastissima, dai Bronzi di Riace alla Locride, da Taormina alle Eolie, passando per l’enorme patrimonio naturalistico del Parco nazionale d’Aspromonte. Stiamo parlando di una comunità di oltre un milione di persone che si colloca esattamente al centro del Mediterraneo. Noi ci siamo. Ma mi domando: in tutto questo, c’è anche Messina? A volte ho l’impressione – che spero sia sbagliata – che sulla sponda peloritana langua il dibattito su una visione comune“.

Il Ponte sullo Stretto e l’Alta Velocità ferroviaria: cosa ne pensa e quali sono le prospettive politiche affinché lo sviluppo del Paese non si fermi soltanto al Nord?

Il Piano per il Sud prevede di ridurre a quattro ore i tempi di collegamento tra Reggio e Roma con l’alta capacità ferroviaria. Sarà un importante passo avanti, tra l’altro di rapida realizzazione. Su infrastrutture come il Ponte e l’alta velocità ho sempre avuto una posizione chiara: le grandi opere vanno realizzate con le massime garanzie di legalità, trasparenza e riduzione dell’impatto ambientale. Occorre avere il coraggio delle scelte, senza “no” preconcetti ma anche senza rinviare all’infinito ogni decisione“.

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