Reggio Calabria, Comitato spontaneo genitori di Careri: “sciopero generale per la riapertura della scuola” [FOTO]

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Reggio Calabria, il Comitato spontaneo genitori di Careri proclama lo sciopero generale

Il comitato spontaneo dei genitori dei 35 bambini di Careri, sorto per difendere il diritto all’istruzione dei nostri figli, si sente scippato e rubato da chi dietro a una scrivania non va oltre il suo naso.

“Dopo giorni di protesta e dopo aver ascoltato promesse e impegni non mantenuti possiamo con tranquillità asserire di aver sostenuto in ogni sede competente (Comune di Careri, Istituto Comprensivo Ardore, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Regione Calabria, Prefettura di Reggio Calabria) che non abbiamo interesse a compiere la caccia alle streghe, a noi chi ha sbagliato non interessa. Noi abbiamo fornito l’escamotage per permettere a chi può farlo di rivedere la sua determinazione ma di certo non possiamo sanare la latitanza di alcuno e l’incompetenza di altri. Riteniamo che chi può fare non fa, tutto sulla pelle dei bambini. Dopo la civile protesta adesso basta! Basta buonismo, basta attese, basta chiacchiere, basta delusioni, le autorità competenti sono informate noi non ci fermeremo perché stiamo esercitando un diritto e Voi avete il dovere di fare il lavoro per cui i cittadini compresi quelli di Careri vi pagano. Il comitato dei genitori dichiara a far data da lunedì il ripristino dello sciopero generale, e stavolta non ci fermeremo fino alla riapertura della scuola, a nulla serviranno le minacce verso i genitori rei di non mandare i figli a scuola, noi li vogliamo mandare nella nostra scuola che voi senza un giusto motivo avete chiuso. Il comitato facendosi portatore di legalità e trasparenza, ha rispettato tutti gli impegni presi, persino l’indicazione data dal “Garante per i diritti dell’infanzia” che raccomandava la frequenza, nelle more, di una scuola distante ben oltre 11 chilometri da Careri, affrontando strade a dir poco indegne di un paese civile; beh lo abbiamo fatto ma adesso basta, noi gli impegni li abbiamo mantenuti adesso tocca a voi.  Ognuno si assuma le sue responsabilità innanzi alla legge e soprattutto innanzi alla sua coscienza, consapevole di avere negato la scuola a trentacinque bambini”, conclude il Comitato.

 

 

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