Sanità in Calabria, la denuncia di un cittadino affetto da encefalite cerebellare: “Degrado sanitario clamoroso, si muore più di ignoranza e corruzione che di Covid”

StrettoWeb

Un cittadino di Reggio Calabria, affetto da encefalite cerebellare, ha inviato a StrettoWeb una lettera di denuncia contro l’inefficiente sistema sanitario del nostro territorio

Le inefficienze del nostro paese in fatto di sanità sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. L’ultimo anno il Coronavirus non ha fatto altro che metterle a nudo ulteriormente. Quando a denunciare queste problematiche non è però un cittadino sano, ma uno affetto da una particolare patologia e bisognoso di cure, allora leggere le sue parole fa ancora più male. Il soggetto in questione, Simone Nicosia, è un lettore che ha deciso di uscire allo scoperto inviando una lettera a StrettoWeb dove racconta nel dettaglio il problema di cui soffre e lo scarsissimo – quasi nullo – supporto da parte di chi dovrebbe curarlo. Di seguito la sua lettera integrale, che riceviamo e pubblichiamo.

“Salve, gentile redazione di StrettoWeb. Mi chiamo Simone Nicosia, ho 40 anni ed abito a Siderno. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione il mio caso, che purtroppo non è dissimile da tanti altri nella Locride. 

Da circa 3 anni sono stato colpito da una grave forma di encefalite cerebellare dovuta al morbo del legionario, che mi ha costretto in sedia a rotelle ed ha compromesso le funzionalità dell’equilibrio della manualità fine e verbale, ciononostante mantenendo totalmente integre le mia capacità di elaborazione dei dati e del pensiero.

Ho vissuto per più di vent’anni a Roma, e per circostanze legate a delle decisioni affrettate da parte dei familiari, mi sono ritrovato mio malgrado ad abitare nel territorio della Locride. A seguito di tale evento, sono stato ricoverato in sei cliniche differenti, guardando con i miei occhi il degrado sanitario italiano dal Mezzogiorno in giù. E non posso descrivere a parole quello che ho osservato…

Questa, tuttavia, non è la sede per pronunciarmi, malgrado tale esperienza mi abbia obiettivamente sfinito. Il motivo per cui vi scrivo è quello di mettervi al corrente di quello che sta succedendo attualmente in questo territorio. Detta in due parole: “degrado e ignoranza“. Io francamente non penso che dopo aver passato l’inferno, non possa avere il diritto di provare a ricostruirmi una vita. Il punto della questione è che ci sono delle cose che non funzionano, ma nonostante questo esiste un pensiero distorto in cui non si può fare altro che accettare tutto ciò. E, malgrado sia pesantemente importante, non penso sia una giustificazione plausibile il periodo di Covid che stiamo attraversando. Vedete, purtroppo questa situazione viene ingiustamente strumentalizzata come giustificazione a tutti i buchi sanitari. E non va bene, poiché è più la gente che viene a mancare per l’incompetenza, la corruzione e l’ignoranza, che per il virus.

Comunque ritorniamo al mio caso. Io, nella fattispecie, avrei diritto a determinati supporti vitali quali: logopedia, fisioterapia, psicoterapia, assistenza sanitaria domiciliare e a una figura di assistenza sociale, che francamente è del tutto inefficiente e superficiale e non mi aiuta in niente… Se vogliamo dirla tutta, rallenta drasticamente la già sofferente burocrazia.

Ripeto: come me, nella mia condizione, si trovano migliaia di persone che rischiano di morire a causa dell’inefficienza e di troppa, ma troppa ignoranza, superficialità e incompetenza. Adesso penso che sia giunto il momento di mettere in chiaro le cose, e qualora voleste divulgare queste mie testimonianze, potrete farlo. Io sarò onesto con voi, non sono solito a mostrarmi pubblicamente, ma lo faccio solo per divulgazione e non per apparire. Se la mia testimonianza può essere d’aiuto a qualcuno ne sarei felice, quantomeno la mia esperienza potrà servire per smuovere qualche coscienza”.

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