La Divisione Nembo in Aspromonte [FOTO]

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Nel commemorare quell’otto di settembre, i Paracadutisti  della Sezione ANPd’I di Reggio Calabria, con il X Gruppo Regionale (Calabria e Sicilia), organizzano ogni anno due giorni di marcia “rievocativa”

In Aspromonte, proprio a ridosso dei Piani dello Zillastro, vicino la strada, due croci in ferro a memoria dei Parà della Divisione Nembo caduti in combattimento, l’8 settembre 1943, in quella che fu l’ultima battaglia terrestre. Un fatto d’arme tragico, rimasto a lungo dimenticato, che costò la vita a giovani Paracadutisti della Divisione Nembo, a guerra ormai conclusa, che però seppero morire per l’Onore d’Italia. Quattrocento Paracadutisti dell’VIII Battaglione contro cinquemila 5.000 soldati Canadesi di due Reggimenti, il Nuova Scozia e l’Edmonton. La lotta fu impari e proseguì fino all’esaurimento delle munizioni, con scambio di bombe a mano, andando al corpo al corpo con i calci dei fucili. I Parà vennero sopraffatti. Fu un massacro, una inutile tragedia. Fu l’ultima battaglia combattuta tra il Regio Esercito Italiano e le truppe Alleate l’8 settembre 1943, cinque giorni dopo la firma dell’armistizio. I morti, seppelliti nello stesso luogo della battaglia, negli anni seguenti (quelli conosciuti) furono riesumati, trasferiti al cimitero di Oppido Mamertina e inoltrati infine ai luoghi di origine. Anche i Canadesi recuperarono le loro vittime. Il 185° Reggimento Nembo, quello che rimase, continuò a combattere con gli Alleati o nei ranghi della R.S.I., secondo le scelte che ogni paracadutista, di fronte alla propria coscienza, fece in quel drammatico autunno del ’43.

Nel commemorare quell’otto di settembre, i Paracadutisti  della Sezione ANPd’I di Reggio Calabria, con il X Gruppo Regionale (Calabria e Sicilia), organizzano ogni anno due giorni di marcia “rievocativa”, che ripercorre l’impervio cammino compiuto dall’Ottavo Battaglione Paracadutisti Nembo, cui partecipano Paracadutisti di tutta Italia. Anche quest’anno, il 9 settembre 2018, nel 75° anniversario, in quei luoghi sacri, è stata commemorata la battaglia e resi gli Onori a tutti i Caduti. Deposta la Corona d’Alloro al monumento e celebrata la S. Messa nel campo della battaglia dal Sacerdote Padre TASSONE, Ordinario dei Frati Minimi, sono stati formulati i saluti ai convenuti dal Par. NUCERA (Presidente Provinciale dell’ANPd’I di Reggio Calabria) e dal Par. PERRONE (Consigliere Nazionale della X Zona). Hanno poi preso la parola, alla presenza di Autorità Civili e Militari, il Generale Par. IUBINI, in rappresentanza del Presidente Nazionale dell’ANPd’I Generale Par BERTOLINI; (IUBINI è figlio del Parà ABELARDO –Sottufficiale “Aiutante di Battaglia” combattente in quell’epica battaglia); il Generale MARTINELLO, già Comandante del Presidio Militare Calabria; il Dott IARIA, Sindaco di Condofuri (RC); l’Avv BARCA, Vicesindaco del Comune di Oppido Mamertina (RC). Presenti alla Cerimonia: il Generale Par MONTICONE, già Comandante della Folgore; i Carabinieri Allievi del V Plotone – 1^ Compagnia della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, accompagnati dal Par S. Ten. CC SFRAMELI; il Dott CREAZZO, Commissario dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte; il Ten. Col. Par MONCATA; il Prof TROMBETTA, storico e autore di libri sulla battaglia; Il Par PELLIZZARI, figlio di ALDO, Medaglia d’Argento al Valor Militare, ferito sui Piani dello Zillastro nella battaglia de quo; le Associazioni Combattentistiche e d’Arma (Ufficiali e Sottufficiali, Bersaglieri e Vigili del Fuoco). Ospite di riguardo il Sergente Maggiore Par PIZZUTI, Reduce della Battaglia di El Alamein. Intervenuti, alla marcia ed alla cerimonia, quattro Paracadutisti del 185 Reggimento Nembo, Reparto in armi erede e custode della Bandiera Italiana di Guerra che combatté in Aspromonte.

Quel fatto d’arme non fu un inutile spargimento di sangue, nel quale giovani vite trovarono una morte senza scopo. Il cruento scontro che si compiva in Aspromonte, tra i faggi dei Piani dello Zillastro, in una alba di 75 anni fa, nonostante la guerra era perduta e l’armistizio già firmato, a poche ore dalla sua proclamazione, non fu vano. Quando tutto crollava, quando a centinaia e migliaia i soldati tornavano a casa senza più combattere, senza contrastare il nemico, che molti sentivano non essere più tale, quando ognuno pensava soltanto a se stesso, quando le popolazioni del Paese erano invase dallo straniero, sebbene rasserenate dalla fine dell’incubo dei bombardamenti e che salutava con gioia e battimani, quando la Patria sembrava non esserci più e la confusione degli animi era al colmo, quando gli ordini erano contraddittori e carenti, quando la fame, gli stenti e le continue offese belliche avevano piegato il fisico, quando i nostri erano affranti per i compagni scomparsi e la sconfitta patita, quando tutto crollava, ciò che restava di un Battaglione composto da giovani di 20 anni – sulle montagne dell’Aspromonte – aveva ancora la forza, nello spirito più ancora che nel fisico, in un soprassalto di orgoglio, di  imbracciare le armi per rivolgerle contro il nemico di allora al solo scopo di difendere la bandiera, il nome e l’onore d’Italia. No, non è stato vano quel sacrificio se a distanza di tanti anni noi lo ricordiamo con amore e con orgoglio perché la coscienza di un popolo si forma  nel tempo attraverso il ricordo del suo passato negli aspetti più nobili in cui è possibile cogliere lo spirito e gli ideali che hanno animato i migliori dai quali occorre prendere esempio. Ad essi, gli Onori delle Armi.

Nel 1995 il Generale Par Franco MONTICONE, Comandate della Brigata Paracadutisti “Folgore”, fece erigere un monumento di pietra, giunto da Carrara, che, con le parole del Capitano LUCIFORA -Reduce della Battaglia- in maniera concisa ammonisce:

“QUI SULLO ZILLASTRO, EPIGONE DI UNA GUERRA DISASTROSA, L’8 SETTEMBRE 1943, SUSCITANDO L’AMMIRAZIONE ED IL RISPETTO DELLE PREPONDERANTI FORZE ANGLO – CANADESI, I QUATTROCENTO PARACADUTISTI DELL’ VIII BTG DEL 185° RGT DELLA DIV. ‘NEMBO’, COMBATTENDO PER L’ONORE DELLA PATRIA, SI COPRIRONO DI GLORIA”.

Par S. Ten. CC Cosimo Sframeli

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