Recovery Fund, Calabria dimenticata dal Governo. Fragomeni: “modificare le lacune, nessun vero investimento sulla Regione”

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L’ex assessore della Calabria fa presente che nel Piano non c’è traccia di Alta velocità e non si fa nessun importante riferimento al porto di Gioia Tauro

“E’ stato definito, a ragion veduta, come la più grande opportunità per la Calabria, occasione importante per rilanciare e sviluppare la nostra terra. Stando alle ultime bozze del Recovery Plan, approvate dal Consiglio dei Ministri, però, quello che emerge è la chiara disattenzione verso le necessità della nostra Regione e di tutti i calabresi. Non c’è traccia di Alta Velocità in Calabria, si parla solo di massima velocizzazione della tratta Salerno-Reggio Calabria, ottimizzando gli interventi, quindi soltanto una sistemazione dell’attuale Ferrovia Tirrenica Meridionale che farà viaggiare i treni a 200km/h, e non ai 300km/h dell’Alta Velocità. Poco o nulla anche sulle infrastrutture stradali, ad eccezione per la tratta della SS 106 Jonica, ma con fondi già precedentemente stanziati. Un’arteria fondamentale, che andrebbe risistemata e completata nei tratti ancora mancanti, tristemente ribattezzata ‘la strada della morte’ proprio per l’alta pericolosità di percorrenza legata, appunto, alle disastrose condizioni in cui versa attualmente”. Così Mariateresa Fragomeni, ex assessore della Calabria e candidata sindaco a Siderno.

“Anche per il porto di Gioia Tauro nessun grande investimento, ma più in generale tutto il sistema portuale calabrese. A quanto sembra, invece, nel Recovery Plan è prevista soltanto una conferma di investimenti, oltretutto insufficienti, già stanziati negli anni scorsi per lavori ancora in corso, o addirittura mai iniziati. Il documento potrebbe ancora essere migliorato, quindi, correggendo le gravi mancanze previste ai danni della Calabria, e dei calabresi. Ma è necessaria una profonda riflessione politica nel nostro territorio, affinché la Calabria non abbia più il ruolo secondario che, storicamente, le è stato attribuito”, conclude Fragomeni.

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