La Reggina e Charpentier: rabbia e frustrazione specchio di questa stagione, ma il ragazzo va sostenuto

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Reggina, la rabbia e la frustrazione di Charpentier sono lo specchio di questa prima parte di stagione amaranto: dispiace per il ragazzo, e va sostenuto

Osservarlo in panchina triste, desolato e in lacrime non è un bel vedere e non può far altro che creare dispiacere: in chi ha provato per la prima volta a “raccontarlo”; in chi lo ha visto per la prima volta nelle vesti di calciatore della Reggina; in chi lo aspettava (erroneamente) come il “salvatore della patria” e la risoluzione a tutti i problemi dell’attacco amaranto. Il volto di Gabriel Charpentier subito dopo la sostituzione è figlio della rabbia e della frustrazione. E per non avere avuto la possibilità di esprimere le proprie qualità in campo, e per aver subito l’ennesimo infortunio, micidiale – anche solo a livello psicologico – specie per un giovane come lui che ci mette mesi a riprendersi e non aspetta altro che poter tornare a “volare” sul prato verde. Quella stessa rabbia  e frustrazione, però, non sono altro che lo specchio di questa prima parte di stagione amaranto. Si produce, non si concretizza, si sbaglia (molto), si prova a cambiare, si è costretti (per infortuni, appunto) a cambiare. E in tutto ciò non si riesce a trovare il bandolo della matassa e ci si continua a interrogare su quei tanti “perché” che su queste pagine abbiamo già espresso.

storia charpentierNon conosciamo l’entità del problema a Charpentier e i suoi tempi di recupero. Probabilmente nella giornata di domani si potrebbe sapere qualcosa di più a livello ufficiale, anche perché oggi la squadra amaranto riposa. Al di là della speranza, che è ovviamente quella che non si tratti di nulla di grave e lungo, è evidente come questo ragazzo vada ad oggi sostenuto. Sui social (almeno ogni tanto sono utili a qualcosa, dopo averne visto la “versione” peggiore nel caso Plizzari) sono stati tanti i messaggi d’incoraggiamento al calciatore, che ha riposto ringraziando tutti con una Instagram Story. In campo si è visto per circa un’ora ma ha dato l’impressione di poterci realmente stare in questa squadra, e con questo modo di giocare di Baroni. La società, forse, ci aveva azzeccato, e tutto sarebbe andato diversamente se non fosse stato per il Covid e la seconda ricaduta che ne ha rallentato il recupero. Il calciatore, oltre ad un’evidente stazza fisica, ha anche gamba, corsa, velocità, dinamicità, scatto. E’ proprio quest’ultimo, probabilmente il suo “cavallo di battaglia”, ad averlo “tradito”. Ma è indubbio che il tecnico amaranto su di lui voglia fare pieno affidamento (attacca l’area, la profondità e gli spazi, si muove molto) ed è anche per questo che forse ieri lo ha rischiato nonostante una condizione non ottimale. A proposito: non si era detto che per Menez era stato fatto un errore a buttarlo subito nella mischia contro il Pisa? Neanche l’ex Avellino era probabilmente in grado di poter scendere in campo dal primo minuto. In fondo anche lo stesso Baroni lo ha affermato in conferenza stampa, parlando di emergenza (eppure in panchina, questa volta, le alternative c’erano per poterlo preservare).

In ogni caso, detto ciò, è evidente come a questa squadra un attaccante “di categoria” manchi. Sia chiaro, magari nel girone di ritorno lo stesso Charpentier segnerà 40 gol, ma è – appunto – frustrante il fatto di voler e poter creare senza concretizzare. E non oggi, né ieri, né l’altro ieri, ma praticamente da inizio stagione. Come diciamo da settimane, oltre che un centravanti forte ed esperto per la B, serve un calciatore pronto e integro fisicamente (Iemmello è profilo ideale. A proposito, il ds del Benevento Foggia e Taibi ne stanno parlando, ma ad oggi non si è andati oltre questo), perché è ormai risaputo che qualcosa – dal punto di vista fisico-atletico – quest’anno non è andato bene. E per errori di poche settimane si rischia di mandare in fumo una stagione…

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