Reggina, finalmente aria nuova: basta mugugni trogloditi, ecco perchè la nuova proprietà è una straordinaria occasione per la città

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Reggina, stamattina il neo presidente Luca Gallo s’è presentato alla città confermando le impressioni già destate nelle scorse settimane: sono tutte positive. Eppure in città c’è qualche troglodita che mugugna: ecco perchè la nuova proprietà è una straordinaria occasione per la città

Finalmente aria nuova per la Reggina: stamattina all’Altafiumara Resort si è presentato ad oltre 80 giornalisti accreditati il neo presidente Luca Gallo (nelle foto a corredo dell’articolo), che ha già battuto un record storico. E’, infatti, il primo Presidente forestiero della Reggina, il primo proprietario non reggino della storia ultracentenaria del club amaranto. Ed è anche il primo presidente-magnate, cioè facoltoso, con tanti soldi da spendere (come ha già dimostrato in queste settimane) per la causa amaranto. Si tratta di un particolare non di poco conto per un ambiente abituato anche nei momenti più gloriosi ad una gestione particolarmente parsimoniosa e imperniata sui sacrifici più dolorosi pur di mantenersi a certi livelli e raggiungere risultati ambiziosi.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Nonostante le lontane origini calabresi, Gallo arriva da fuori con il marchio di un accento tipicamente romano accostato ad un linguaggio colto e forbito, e soprattutto con  un carico di entusiasmo e passione che dovrebbero scuotere l’apatia in cui la comunità reggina (del calcio e non solo) era piombata negli ultimi tempi. Abbiamo assistito ad una conferenza stampa sana, onesta, libera, come non accadeva da molto tempo. Gallo ha parlato a braccio, ha risposto a tutti i giornalisti, ci ha messo la faccia da solo e ha dato dei messaggi molto importanti di discontinuità rispetto alla disastrosa gestione che si è finalmente conclusa. Gallo è arrivato per unire tutto il popolo amaranto, dopo le uscite al veleno che negli ultimi anni avevano provocato divisioni e lacerazioni interne alla cittadinanza e alla tifoseria. Il neo presidente ha espresso la volontà immediata di rilevare il marchio storico del club, affidato alla curatela fallimentare della Reggina Calcio, e ha espresso l’intenzione di ricostruire il vivaio del Sant’Agata, la storica cantera amaranto, “a caccia del nostro Totti o Baresi” con un velo di nostalgico romanticismo calcistico.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

L’idea di club di Gallo è assolutamente evoluta e innovativa rispetto alla mediocrità a cui ormai ci si era assuefatti: una guida manageriale del club-azienda, sulla falsariga della gestione che tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio aveva regalato le più grandi soddisfazioni della storia amaranto. Il bus di proprietà con la livrea personalizzata, lo store in città e l’ammodernamento del Granillo sono il miglior biglietto da visita per un imprenditore che ha già dimostrato tutta la propria serietà. Nonostante i disastri lasciati in eredità dalla precedente proprietà, su cui Gallo ha preferito glissare per evidente cortesia, in poche settimane ha ottenuto più risultati (dal calciomercato agli impianti) rispetto a quelli di tutti gli ultimi tre anni e mezzo.

Gallo vuole “riprendersi”, come club, la storia della Reggina, unire il suo pubblico e rilanciare uno storico marchio del Sud. E vuole farlo con tanti soldi a disposizione: anche in questo, il neo Presidente rappresenta una grande occasione per la città di Reggio Calabria. Ecco perchè ci sorprende la freddezza del Sindaco Falcomatà, fin qui particolarmente distaccato dalla nuova dirigenza amaranto, e da alcuni mugugni trogloditi tipicamente provinciali che – seppur estremamente minoritari – lasciano basiti. Sono il frutto di quella sottocultura del complotto e del disagio delle periferie più sottosviluppate che a Reggio Calabria tre anni e mezzo fa avevano mandato per aria un’altra grande chance, quella di Nick Scali. Se quell’esperienza servirà adesso ad aprire gli occhi di tutti e abbracciare con pieno supporto ed entusiasmo l’avventura di Gallo nella Reggina, allora non sarà stato un sacrificio vano se è vero che dagli errori si impara. Ma perseverare sarebbe diabolico.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Certo, non aspettiamoci trentamila spettatori sugli spalti del Granillo nelle prossime partite. In base ai tempi che corrono, al calcio di oggi e al contesto della Reggina e di Reggio Calabria, basterebbe comunque riaccendere l’entusiasmo con un girone di ritorno che certamente in vista dei playoff potrebbe rilanciare la squadra amaranto verso il calcio che conta. Per Reggio, intanto, è un dovere alimentare la passione e gli investimenti di Luca Gallo con pieno sostegno e con viva partecipazione. A meno che non si voglia andare incontro all’ennesimo suicidio.

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