Mafia, scommesse online: “devi dire che i soldi li fai giocando a pallone”

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La conversazione tra Francesco Martiradonna e il padre Vito considerato il capo e il promotore di un sodalizio criminoso che faceva affari con le scommesse da banco e on line in Italia e all’estero

Come li hai fatti i soldi? Gioco a pallone! Devi dire cosi’ capito?“. E’ un passo della conversazione del 4 maggio 2016 che Francesco Martiradonna, che assieme al padre Vito e’ considerato il capo e il promotore di un sodalizio criminoso che faceva affari con le scommesse da banco e on line in Italia e all’estero, faceva con Giuseppe ‘Ciccio’ Capriati, al quale quel giorno consegno’ tremila euro, occultati in un giornale. Quei soldi, secondo la ricostruzione degli investigatori riportata nell’ordinanza del gip del tribunale di Bari Giovanni Anglana, servivano per le spese legali del recluso boss Tonino Capriati, cui i Martiradonna erano organici tanto che Vito, padre di Francesco, ha fatto per anni da cassiere dell’organizzazione mafiosa. I due, nella conversazione intercettata, si considerano “fratelli” e fanno un riferimento al calciatore professionista Nicola Bellomo, originario di Bari Vecchia e ‘fratello’ di Capriati e Martiradonna: nei confronti dell’attuale centrocampista della Salernitana c’era del risentimento perche’ – stando ai due interlocutori – non parteciperebbe alle spese di sostentamento della famiglia. Il padre del calciatore era stato ucciso nell’ambito di un agguato nei confronti del boss Tonino Capriati. “Prendi il giornale che sta nell’armadio – dice Martiradonna – stanno 3mila euro dentro, te ne devo dare altri mille, non appena li ho te li do, o se vai fatteli prestare vedi se te li da (il riferimento a Nicola Bellomo, calciatore professionista, figlioccio di Antonio Capriati, ndr). O se no tra 10/15 anni, speriamo che invece fa una bella carriera, non come quella che sta facendo ora”.

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