Dipendenti regionali in Sicilia, Grasso: “Numeri nella media nazionale. I dati vanno letti in modo corretto”

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Per 10.000 residenti, la Regione Siciliana conta 539,7 dipendenti pubblici, a fronte dei 535,7 che si registrano nel resto del Paese. Grasso: “Numeri nella media nazionale, tenendo anche conto che la nostra è una Regione a Statuto Speciale”

L’assessore alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali, Bernardette Grasso, interviene in merito ai dati sui dipendenti della Regione Siciliana:

“I dati relativi ai dipendenti della Regione Siciliana – precisa Grasso – vanno letti in una chiave diversa, in relazione a diversi fattori e anche al confronto con le altre regioni. In primo luogo, come ha giustamente evidenziato il Presidente Musumeci, il nostro governo ha purtroppo ereditato una grave situazione sul fronte del personale: dipendenti con un’età media elevata e relativa carenza di profili adeguati alle esigenze di una pubblica amministrazione moderna. Una situazione che noi stessi abbiamo più volte denunciato e sulla quale il Governo Musumeci è prontamente intervenuto fin dal giorno dell’insediamento, invertendo la rotta e operando per valorizzare, formare e riorganizzare la forza lavoro della nostra regione, troppo spesso denigrata.

Tengo a precisare che il dato relativo ai dipendenti regionali siciliani è in media con quello nazionale: per 10.000 residenti la Regione Siciliana conta, infatti, 539,7 dipendenti pubblici, a fronte dei 535,7 che si registrano nel resto del Paese (Elaborazione su dati della Ragioneria Generale dello Stato – Conto Annuale e Istat – 2016). Ribadisco inoltre che il suddetto dato va letto ricordando che la Sicilia è una regione a statuto speciale e i suoi dipendenti pubblici gestiscono servizi che nelle regioni a statuto ordinario sono gestiti dallo Stato, con dipendenti pagati dallo Stato. Non si tratta di un elemento marginale, se pensiamo che fra i servizi per il lavoro, il settore per i beni culturali, le motorizzazioni civili e il Corpo forestale, solo per fare qualche esempio, si arriva a circa 6.000 unità.

In conclusione, il Governo Musumeci ha messo mano a una difficile situazione, avviando la riduzione delle strutture dirigenziali, la riorganizzazione e l’efficientamento dei processi, anche attraverso l’individuazione di profili emergenti che rispondano alle esigenze di una moderna amministrazione, il rinnovo del contratto, atteso da 12 anni, e un solido programma di formazione e valorizzazione di tutto il personale, anche sui temi della programmazione e gestione dei fondi comunitari.

Infine, il Governo Musumeci, in un solo anno, ha messo fine alla triste pagina del precariato storico, figlio della politica miope degli anni ’80 e ’90, ridando la giusta dignità al lavoro di tanti dipendenti. Lo stesso è accaduto in regione, dove il personale precario era soggetto da decenni a continue proroghe e con numerosi contenziosi all’attivo.

L’esortazione ad una lettura dei dati corretta e completa nasce, quindi, dall’esigenza di evitare che, ancora una volta, la nostra Sicilia venga additata e dipinta tramite stereotipi riduttivi e facili generalizzazioni e che il lavoro dei nostri dipendenti venga ingiustamente mortificato. Questo non possiamo più accettarlo!”.

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