“Pietra tombale” sul Ponte di Messina: 20 quesiti monstre fermano gli studi di fattibilità

StrettoWeb

Il ministro Giovannini pone a Rfi 20 quesiti “monstre” che allungano “all’infinito” i tempi dello studio di fattibilità, escludendo dai Ten-T la parte più meridionale dell’Italia

“Finalmente tutti, persino il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini, ammettono, a parole, che dallo scoppio della guerra in Ucraina la Sicilia è diventata ideale per essere una piattaforma logistica strategica del Mediterraneo. Nei fatti, però la visione Nord-centrica di Giovannini continua a far sì che questo obiettivo resti solo un sogno e che, anzi, sotto la sua gestione la Sicilia non potrà mai uscire più moderna dalla pioggia di risorse Ue che sta cadendo sull’Italia”. Inizia così l’articolo di Michele Guccione, giornalista de La Sicilia, che come testimonianza di quanto scrive mette in luce il Piano di priorità allegato al Def. Il ministro pone a Rfi 20 quesiti “monstre” che allungano “all’infinito” i tempi dello studio di fattibilità, escludendo dai Ten-T l’estrema parte meridionale dell’Italia.

Sarebbe stata l’occasione per sfruttare il contesto geopolitico, invece sono stati esclusi dalle reti “core” i porti, le ferrovie e le strade meridionali: “non c’è un solo euro investito sui centri logistici e intermodali in Sicilia in cui smistare e lavorare le merci comunque scaricate negli altri porti”; e, soprattutto, viene posta la pietra tombale sulla possibilità di decidere sul Ponte sullo Stretto, che avrebbe accorciato le distanze tra Sud e Nord, favorendo gli scali commerciali di Ragusa e Gioia Tauro, oggi secondari al più moderno porto di Rotterdam. “Anzi, si insiste sui 500 milioni per rinnovare il traghettamento”, insiste Guccione come messo in risalto anche da StrettoWeb nelle ultime settimane.

“A porre fine al Ponte – si legge ancora nell’articolo – è un capitolo apposito nel quale, descrivendo ancora una volta l’esito del lavoro del gruppo di esperti, secondo cui l’infrastruttura va fatta a prescindere dei traghetti, il ministro ricorda di aver affidato a Rfi il compito di presentare uno studio tecnico di fattibilità. L’iter di questa procedura è ancora in corso, il ministro pone ora con questo Piano a Rfi ben 20 quesiti “monstre” ai quali dovrà rispondere lo studio di fattibilità”. Si tratta di 20 punti talmente impegnativi che, probabilmente, costringeranno Rfi a rivedere il bando ed allungheranno i tempi di redazione degli elaborati. Per fare alcuni esempi: “Giovannini chiede di calcolare gli indicatori di prestazioni per il confronto delle soluzioni progettuali negli scenari significativi, tra cui resilienza e rischio sismico” e “la risposta dell’impalcato al vento turbolento, mediante studi aerodinamici e aeroelastici”; poi “gli scenari di sviluppo, tendenziale e non, della domanda di mobilità multimodale passeggieri e merci in diverse ipotesi di crescita economica dell’Italia e delle regioni del Mezzogiorno, nonché dell’area euro-mediterranea”.

E ancora, “le soluzioni progettuali tecnicamente plausibili (previa esecuzione delle indagini e dei rilievi necessari) per le due tipologie di ponte (campata unica e campata multipla) per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina e dei relativi raccordi con le reti terrestri di lunga percorrenza (es. autostrade e ferrovie) e delle due città metropolitane di Messina e Reggio Calabria”; nonché “l’incertezza e il rischio relativi a tempi e ai costi di costruzione e gestione”, ben, sapendo, invece, che il comitato di esperti ha già indicato l’opportunità di escludere l’ipotesi del project financing e di remunerazione tramite pagamento del pedaggio, quindi privilegiando l’ipotesi dell’intero costo di costruzione e gestione a carico dello Stato. Per quanto riguarda le sole opere ferroviarie, il piano fa almeno chiarezza su quanto si sia lontani dall’avere l’Alta Velocità. Infatti, distingue fra il raddoppio e la velocizzazione della linea Messina-Catania-Siracusa (2,5 miliardi, mancano all’appello 49 milioni) e il nuovo collegamento Palermo-Catania (6 miliardi). Tra gli interventi da “sottoporre a revisione” c’è poi la Palermo-Messina, ma solo per la tratta Fiumetorto-Castelbuono (939 milioni). Per le strade, tra gli interventi prioritari si ripetono la manutenzione della Palermo-Catania (792 milioni), la Ss 640 (1,53 miliardi), la Ragusa-Catania (1,2 miliardi) e il lotto 9 della Siracusa-Gela (350 milioni).

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