Omicidio Scopelliti, la figlia: “Boccassini dimentica il sacrificio di mio padre”

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Rosanna Scopelliti attacca l’ex magistrato: “fa il gioco di chi denigrò mio padre, stanca di essere trattata come figlia di una vittima di serie B”

“Il silenzio in questi casi non può e non deve essere una risposta”. Scrive così la figlia dell’alto magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti, Rosanna, in un post su Facebook. Avevo inizialmente deciso di non dire nulla delle affermazioni di Ilda Boccassini che, come spiega l’ex assessore del Comune di Reggio Calabria, “durante il tour promozionale del suo libro in Calabria, per chi non lo sapesse, ha detto che in Calabria, a differenza della Sicilia, a differenza di Milano, che ha avuto le vittime del terrorismo, le mafie non hanno mai colpito magistrati”“Evidentemente – si legge ancora nella nota – questa signora sposa la tesi che mio padre sia stato ucciso per una questione di ‘femmine’. Deve esserle sfuggito l’articolo di Falcone del 17 agosto 1991 sulla Stampa: ‘Ma se, mettendo da parte per un momento l’emozione e lo sdegno per la feroce eliminazione di un galantuomo, si riflette sul significato di questo ennesimo delitto di mafia, ci si accorge di una novità non da poco: per la prima volta è stato direttamente colpito il vertice della magistratura ordinaria, la suprema corte di Cassazione. […] è stato eliminato un magistrato chiave nella lotta alla mafia, addetto alla trattazione di gran parte dei più difficili ricorsi riguardanti la criminalità organizzata. Queste qualità della vittima, ignote al grande pubblico, erano ben conosciute invece dagli addetti ai lavori e, occorre sottolinearlo, anche dalla criminalità mafiosa’. Qualità ignote al grande pubblico e a Ilda Bocassini, evidentemente”.

“Non volevo dire niente perché sono stanca – scrive Rosanna Scopelliti – stanca di questa storia dei delitti di mafia riscritta da professionisti del ricordo pro domo propria, stanca di essere trattata come figlia di una vittima di serie B, stanca di dover combattere per vedere riconosciuto che mio padre mi è stato strappato per una ragione e non per il capriccio del fato”. “Ma poi mi sono chiesta se Boccassini pensa mai a chi resta. Temo di no – evidenzia – d’altra parte non si è fatta scrupoli a sbattere in faccia ai sopravvissuti a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo una presunta relazione extraconiugale che nessuno oggi può più confermare o smentire. Nessuno pensa mai al dolore di chi resta, di quanto sia difficile ricordare un simbolo e non un padre, un marito, un nonno. Non ci pensa al dolore di chi resta, dottoressa Boccassini? Spero non debbano leggere le sue parole, ma ha idea del dolore che provocherebbero in chi ha voluto e vuole bene a papà? Non ci pensa al dolore di mia madre? Al dolore di mia zia Rosetta? A quello dei miei cugini? Dei calabresi onesti che ogni anno si stringono attorno alla nostra famiglia in chiesa a Campo Calabro e vicino all’albero di Ulivo che con i ragazzi di Ammazzateci tutti abbiamo piantato sul luogo dove è stato ucciso?”.

“Ci vada, la prossima volta che viene a pubblicizzare un suo libro in Calabria – conclude Rosanna Scopelliti – da lì si vede la Sicilia e sembra toccarla. È l’ultima cosa che ha visto mio padre prima di morire. Ci vada e, se crede, preghi per lui. Ci vada e, se ne è capace, gli chieda perdono per aver dimenticato il suo sacrificio e quello di tutti i magistrati calabresi che vivono sotto scorta solo perché fanno il loro dovere”.

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