‘Ndrangheta, storico blitz a Reggio Calabria: 116 in manetta e ben 291 indagati. I dettagli
Sono 291 gli indagati nell’inchiesta diretta dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha portato nella notte al maxi blitz contro la ‘ndrangheta e al fermo di 116 persone. Dalle prime ore di questa mattina, più di mille Carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Reggio Calabria, degli squadroni eliportati cacciatori di Calabria, Sicilia e Sardegna e del Battaglione Calabria sono impegnati nella vasta operazione anticrimine con arresti, perquisizioni e sequestri in tutti i principali centri della Locride, dove sono stati fermati presunti affiliati alle locali di ‘ndrangheta di Locri, Roghudi, Condofuri, San Lorenzo, Bova, Melito Porto Salvo, Palizzi, San Luca, Bovalino, Africo, Ferruzzano, Bianco, Ardore, Platì, Cirella di Platì, Careri, Natile di Careri, Portigliola, Sant’Ilario, tutte rientranti nel mandamento ionico. Arrestati anche alcuni affiliati alle locali di Reggio Calabria, cosca Ficara – Laetella e cosca Serraino e alla locale di Sinopoli del mandamento tirrenico. Le indagini, fa sapere in una nota la procura, hanno riguardato le cosche operanti nei tre mandamenti in cui risulta suddivisa la Provincia di Reggio Calabria, ma principalmente il mandamento Jonico. Le indagini hanno permesso di individuare “le gerarchie e gli organigrammi di ogni ‘locale’ a partire dalla cosca Ficara-Latella, egemone nella zona Sud di Reggio Calabria, per proseguire lungo l’intera fascia Jonica sia dei comuni rivieraschi che quelli montani, con un monitoraggio investigativo capillare e completo come mai avvenuto in precedenza”. Nel corso delle indagini è emersa anche la modalità di funzionamento dei ”tribunali” di ‘ndrangheta e le procedure dei giudizi sugli affiliati sospettati di violazioni, nonché le regole applicabili in caso di faida. “Oltre a delineare il complessivo scenario della ‘ndrangheta nelle sue linee ordinative generali, l’indagine ha documentato distinte dinamiche associative all’interno dei principali ‘locali’ – osserva la procura – particolarmente indicative del grado di pericolosità e livello di infiltrazione nel tessuto sociale/economico dell’organizzazione nelle sue strutture di base”.