Morte Maradona, l’incredibile rivelazione del medico personale: “così hanno ucciso Diego”

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Morte Maradona, lo storico medico personale Alfredo Cahe svela alcuni errori che, a suo dire, hanno portato alla prematura scomparsa di Diego

La notizia della morte di Diego Armando Maradona è stata uno shock per tutti, un lampo di tristezza diffusosi in ogni parte del mondo. ‘El Pibe de Oro’ è morto a causa di un problema cadiaco nella sua casa di Tigre, Buenos Aires, nella quale stava affrontando la convalescenza dopo l’operazione al cervello dei giorni scorsi. Aveva da poco compiuto 60 anni. Una fatalità, che forse si sarebbe potuta evitare. Secondo lo storico medico personale di Maradona, Alfredo Cahe, Maradona ‘è stato ucciso’. No, non si tratta di omicidio, ma di alcune scelte sbagliate che ne hanno anticipato la morte.

Intervistato da Telefè, il medico del fuoriclasse argentino ha raccontato che Diego: “non e’ stato curato come si sarebbe dovuto fare. Non solo Diego avrebbe dovuto restare nella clinica (nella quale era stato operato), ma in un’area ampiamente specializzata, con una infrastruttura differente a quella di cui disponeva nella casa dove è morto, simile a quella che era a sua disposizione quando lo portammo a Cuba. Nella sua stanza avrebbe dovuto essere sempre presente un medico”, ma così non è stato, al punto che a suo avviso il decesso e’ avvenuto “in una maniera insolita“.

Nel corso dell’intervista il medico Cahe ha anche criticato il modo in cui è stato realizzato l’intervento per la rimozione dell’ematoma subdurale presso la Clinica di Olivos, lo scorso 4 novembre: “l’esame cardiovascolare non è stato realizzato in forma completa. Diego non ha avuto la necessaria protezione. Non ho capito perchè vi è stata tanta urgenza di operarlo. Mi sono rimasti molti dubbi. Non c’era bisogno di realizzare l’intervento chirurgico in forma così rapida. Negli ultimi giorni Diego era molto triste e il suo psicologo mi ha chiamato per dirmi che il morale dell’ex calciatore ‘era a terra’. Una donna vicina a lui mi ha riferito che si sentiva profondamente angustiato, depresso, e che sosteneva che ‘non gli restava nulla da fare nella vita’“.

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