Messina, cittadinanza onoraria per Di Matteo: “solo con la lotta alla mafia possiamo difendere la democrazia” [FOTO]

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Il pm ha ricevuto il riconoscimento a margine di una cerimonia pubblica che ha visto sfilare le autorità

cerimonia consegna cittadinanza messina di matteo (53)Nino Di Matteo è ufficialmente un cittadino di Messina. Stamane, nella vecchia struttura fieristica, il sindaco, Renato Accorinti, ed il presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, hanno consegnato al magistrato la cittadinanza onoraria.

Accorinti, in particolare, ha voluto concentrare l’attenzione sull’importanza culturale della lotta per la legalità: “non possiamo pensare di delegare il contrasto alla mafia ai magistrati. Nino è un simbolo – ha affermato il primo cittadino – ma ciascuno di noi deve inserire il proprio tassello per ripristinare il diritto. Noi, oggi, ribadiamo che vogliamo sapere tutto, perché l’ombra della trattativa fra Stato e Cosa Nostra non fa stare tranquilli gli uomini onesti“.

cerimonia consegna cittadinanza messina di matteo (2)Durante l’iniziativa sono stati letti numerosi messaggi di soggetti ed enti istituzionali che, pur non essendo fisicamente presenti in riva allo Stretto, hanno voluto ugualmente partecipare all’iniziativa. Fra questi, toccante è stata la lettera di Don Ciotti, solerte nell’additare “la corruzione quale avamposto di mafia, il fatalismo quale anticamera della collusione che ha prodotto la razzia di un futuro civile“.

Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha voluto presenziare in nome e per conto del più antico Parlamento d’Europa, che ha ospitato martiri come Pio La Torre e Piersanti Mattarella. Duro il suo richiamo alla politica, che deve sviluppare in sé gli anticorpi per intervenire prima delle vicende processuali, evitando di lasciare i magistrati da soli con le loro scorte. E proprio agli agenti delle forze dell’ordine ha fatto appello il pm Sebastiano Ardita: “lo Stato – ha sottolineato quest’ultimo – sono i carabinieri, la polizia, la finanzia, gli uomini della scorta che rappresentano la difesa fisica dei valori che oggi vogliamo celebrare. Messina, dopo aver dato natali a insigni giuristi, magistrati e uomini di cultura, vive oggi questa festa, che è la vera festa dello Stato”.

cerimonia consegna cittadinanza messina di matteo (41)Anche i familiari delle vittime sono sfilati sul palco. Piero Campagna ha evidenziato come la verità al tempo stesso sia un diritto ed un dovere, “perché tutti dobbiamo dirla ma tutti dobbiamo anche saperla”. La mafia, secondo Campagna, “non si contrasta con la vendetta, ma rispettando le regole, partendo da quelle enunciate nei libri sacri, nei messaggi di Gesù che ha promesso di distruggere i regni dei disonesti”.

Un accento diverso lo hanno utilizzato il padre di Antonino Agostino ed il giornalista Pino Maniaci. Il primo da anni tiene la barba incolta e ha promesso che non la taglierà finché non sarà fatta chiarezza sulla morte di suo figlio, assassinato – a suo giudizio – da “servizi deviati dello Stato”. E proprio sulla contiguità di certi settori dell’apparto statale è tornato polemicamente Maniaci, ricordando come nel quartiere fieristico fosse presente “la parte pulita dello Stato. Ma fino  a che punto – ha chiesto con tono incalzante il giornalista – ci sono state commistioni?”.

Una domanda a cui ha indirettamente risposto, a margine della cerimonia, lo stesso Di Matteo: “Qui il male si è espanso a tutti i livelli e sarebbe sciocco negarlo. Magistrati, uomini di Chiesa, sindacalisti, agenti sono stati assassinati. Dalla Sicilia, però, è partita l’azione di contrasto. Falcone, Borsellino, Cassarà, Livatino…c’è stato anche il massimo del bene! Da qui parte la ribellione alla mentalità mafiosa e questo per me è davvero l’elemento importante”.

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