Coronavirus, il contagio in Provincia di Reggio Calabria “esploso” dopo matrimoni clandestini con 400 e 500 invitati [DETTAGLI]

StrettoWeb

Coronavirus, la ricostruzione delle catene dei contagi nella Provincia di Reggio Calabria porta ad alcuni matrimoni con centinaia di invitati tra fine Settembre e la prima metà di Ottobre: così è esplosa la pandemia nel territorio reggino

Rinviare il matrimonio? Non se ne parla: metti che poi mi lascia! E poi l’avevamo già spostato ad aprile… di questo passo non ci maritiamo più! Ridurre gli invitati? Neanche a pensarci! E a chi scontentiamo? I suoi cugini dell’Australia o la famiglia della suocera del mio prozio? Non sia mai, poi succedono tragedie. Le nozze alla calabrese continuano, almeno sono continuate fino a pochi giorni fa, quando anche dopo l’ultimo Dpcm del Governo che riduceva a 30 il numero degli invitati per le celebrazioni legate a riti civili e religiosi, pur di non scontentare nessuno i più “tradizionalisti” hanno deciso addirittura di spalmare gli ospiti in più locali e fatto il tour delle sale ricevimenti!

Fatto sta che la situazione epidemiologica nelle ultime settimane è peggiorata in modo particolarmente significativo su tutto il territorio reggino. Parliamo di numeri ancora molto contenuti, tra i più bassi di tutto il territorio italiano ed europeo, ma comunque abbiamo 1.100 persone positive nella Provincia di Reggio Calabria, su una popolazione residente di 556 mila abitanti. Fortunatamente la stragrande maggioranza dei casi sono completamente asintomatici: abbiamo soltanto 47 ricoverati in Ospedale, di cui appena 4 in terapia intensiva. Ma ci sono nuovamente vittime, per quanto si tratti sempre di anziani e con gravi patologie pregresse, sono in ogni caso delle persone che vengono meno all’affetto di figli e nipoti, e a cui il contagio del Covid-19 ha dato il colpo di grazia definitivo. Senza il Coronavirus sarebbero ancora in vita. Vecchi. Acciaccati. Ma con gli occhi accesi e il sorriso saggio dell’età.

Il primo matrimonio a fungere da “cluster” di contagio è stato quello di un mese fa a Sinopoli: era fine Settembre, 400 invitati. Lì si è innescata la miccia del contagio che poi ha determinato la dichiarazione della “zona rossa” prima a Sinopoli e poi a Sant’Eufemia. C’è stata anche una vittima, un anziano gravemente malato da tempo, contagiato in casa dai familiari. Complessivamente tra Sinopoli e Sant’Eufemia siamo arrivati a 98 positivi: 54 a Sinopoli e 44 a Sant’Eufemia. Adesso la situazione sta rientrando, i positivi stanno guarendo (già 25 i “negativizzati” a Sinopoli e 7 a Sant’Eufemia), e oggi a Sant’Eufemia ha riaperto anche la scuola per le attività di pulizia e igienizzazione in vista del ritorno degli alunni di elementari e medie, in programma per la prossima settimana. Non ci sono più nuovi positivi nonostante i tanti tamponi processati e la Regione disporrà la fine della “zona rossa“.

Ma in altri Comuni della Provincia la situazione sta peggiorando in modo analogo a quanto accaduto nei paesi preaspromontani un mese fa. E tutte le situazioni più delicate sono legate a matrimoni clandestini. Nel territorio della locride la scorsa settimana ce n’è stato uno con addirittura 500 invitati, divisi tra più ristoranti pur di rispettare le norme e non scontentare nessuno.

Il 7 ottobre a Roccella Jonica c’è stato un altro matrimonio con 200 invitati, tra cui parenti degli sposi giunti appositamente dal Belgio e rientrati a casa positivi dopo la festa delle nozze. Dal matrimonio, su cui stanno indagando i Carabinieri, è nato il focolaio di Mammola: gli sposi sono risultati negativi al tampone, ma tra gli ospiti evidentemente c’era qualcuno positivo che ha trasmesso il virus ad altri. Durante la festa, qualcuno ha anche acceso la musica e i ragazzi avevano iniziato a ballare come se nulla fosse, in spregio ad ogni normativa anti contagio, finchè non sono stati immediatamente stoppati dai gestori del locale.

Un altro matrimonio nel mirino delle autorità è quello che s’è tenuto il 10 ottobre ad Anoia, con un positivo proveniente da Roma.

E’ doveroso ricordare che in tutti i matrimoni, anche quelli dell’estate, vigeva il divieto del buffet, delle foto di gruppo, del taglio della torta condiviso con gli invitati (potevano tagliarla soltanto gli sposi senza condividere il momento con gli ospiti), e c’erano importanti limitazioni anche per il ballo. Invece in molte occasioni tutte queste norme non sono state rispettate, e i matrimoni si sono rivelati il principale veicolo del contagio.

Attenzione, non solo nei locali. Ma anche e soprattutto nelle chiese, che oggi restano inspiegabilmente aperte a fronte di chiusure di molte attività economiche, in cui molte più persone si sono aggregate per fare gli auguri agli sposi anche se non erano invitate alla festa: parliamo di assembramenti con centinaia e centinaia di persone ammassate per baciare il neo marito e la neo moglie, in barba alle più basilari norme del distanziamento e dell’igiene assolutamente necessarie in un momento così delicato per convivere con una pandemia così pericolosa.

Bisogna anche ricordare che per tutta l’estate (giugno, luglio, agosto, prima parte di settembre) i matrimoni si sono svolti in modo “incontrollato”, come se nulla fosse. E il contagio è rimasto azzerato. Evidentemente il clima mite e soleggiato sfavoriva il contagio, mentre adesso nella stagione più fredda e con meno ore di sole è più facile entrare a contatto con il patogeno. Un legame, quello tra condizioni meteorologiche e pandemia, ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici.

In base ai dati attualmente disponibili secondo le comunicazioni ufficiali di Sindaci o altre autorità del territorio, questa è la distribuzione dei casi positivi accertati sul territorio provinciale reggino. Si tratta delle persone attualmente positive, esclusi quindi i (pochi) morti che ci sono stati nelle ultime settimane (3 persone, tutte anziane e già ammalate) e invece i tanti, per fortuna, guariti, oltre 100 già tornati alla vita normale in piena sicurezza:

  • Rosarno 54
  • Giffone 44
  • Taurianova 38
  • Bovalino 31
  • Sinopoli 29
  • Palmi 26
  • Polistena 25
  • Sant’Eufemia d’Aspromonte 24
  • Gioia Tauro 21
  • Anoia 20
  • Villa San Giovanni 17
  • Mammola 12
  • Cittanova 10 
  • Bagnara Calabra 10
  • Bianco 10
  • Cinquefrondi 9
  • Oppido Mamertina 8
  • Platì 7
  • Locri 7
  • Marina di Gioiosa Jonica 7
  • Siderno 6
  • Galatro 6
  • Melicucco 5
  • San Ferdinando 4
  • Caulonia 4
  • Rizziconi 3
  • San Giorgio Morgeto 2
  • Camini 1

A questi numeri vanno poi aggiunti i numerosi immigrati giunti sulle coste joniche della Calabria e al porto di Reggio e quelli della tendopoli di San Ferdinando e del campo container di Rosarno, per un totale di oltre 150 clandestini risultati positivi al Covid-19 nel territorio reggino. I dati sono parziali e frammentari, aggiornati di ora in ora dalle autorità competenti che stanno tentando di mantenere la situazione sotto controllo in un momento decisivo per la seconda ondata della pandemia: al momento questi numeri non determinano emergenze sanitarie sul territorio calabrese e reggino al punto che nonostante un numero di positivi enormemente più alto, i ricoveri in ospedale non hanno ancora raggiunto neanche il picco di aprile che neanche allora era stato particolarmente grave, ma bisogna evitare che il contagio continui a crescere proprio per non compromettere la tenuta del sistema sanitario. La Calabria è la Regione più virtuosa con appena il 5,9% dei posti letto occupati in terapia intensiva: un dato rasserenante anche rispetto a una prospettiva di aumento del contagio, ma si tratta di un primato che questo territorio non vuole assolutamente perdere.


Condividi