Il Tribunale del Riesame ha deciso, Mimmo Lucano dagli arresti domiciliari al “divieto di dimora”: adesso deve lasciare Riace

  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto Lapresse
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
  • Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
/
StrettoWeb

Il Tribunale del Riesame ha depositato la decisione su Mimmo Lucano: il sindaco (sospeso) non è più agli arresti, ma resta indagato e con il “divieto di dimora” non può più vivere a Riace

Il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato stasera gli arresti domiciliari nei confronti del sindaco (sospeso) di Riace, Mimmo Lucano. Il Tdl ha quindi accolto parzialmente quanto invocato dai legali Mazzone e D’Aqua e ha sostituito la misura emessa dal Gip di Locri con quella del divieto di dimora nel comune jonico. Lucano, quindi, fino a poche ore fa era obbligato a rimanere dentro casa propria; adesso al contrario non può tornare a casa e dovrà dimorare altrove.  Passa invece dal divieto di dimora nel comune di Riace all’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria Lemlem Tesfahun, la compagna di Mimmo Lucano. Anche per lei i giudici del Tribunale della libertà di Reggio Calabria hanno affievolito la misura cautelare emessa dal Gip di Locri il 2 ottobre scorso. Così se da un lato Lucano, alla luce del provvedimento emesso nei suoi confronti dal Tribunale dovrà lasciare il piccolo borgo jonico, visto l’allontanamento disposto dai giudici, viceversa la sua compagna vi potrà fare ritorno.

La decisione dei giudici reggini arriva a meno di 24 ore dalla discussione dell’istanza. Lucano rimane quindi indagato per una serie di reati tra cui il favoreggiamento di immigrazione clandestina e l’illecito affidamento dei servizi della raccolta differenziata. Per il momento, inoltre, rimane sospeso dalla carica di primo cittadino così come aveva disposto il prefetto Michele Di Bari all’indomani dell’Operazione Xenia.

La decisione, depositata in serata, arriva dopo l’udienza di riesame in cui il Procuratore di Locri, al contrario della difesa, chiedeva un aggravamento delle contestazioni mosse al primo cittadino, con le accuse ben più gravi di associazione a delinquere, concussione, truffa aggravata, abuso e malversazione.

Reggio Calabria: in centinaia al presidio di solidarietà per Mimmo Lucano, c’era anche l’ex sindaco di Messina Accorinti [FOTO e INTERVISTE]

Condividi