Valle del Mela: è allarme inquinamento e malformazioni congenite

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L’allarme del comitato contro l’inceneritore: “i bambini della Valle del Mela siano bombardati, loro malgrado, da gravi e molteplici rischi per la loro salute e la loro incolumità”

La scorsa settimana abbiamo diffuso, con un post su facebook, la notizia della recente pubblicazione di uno studio del Dipartimento epidemiologico della Regione in cui si evidenzia un’aumentata incidenza (+29%) di malformazioni congenite nei neonati di Milazzo e della valle del Mela rispetto alla media regionale. Si tratta di un dato allarmante, che finora non era mai stato segnalato nelle precedenti indagini epidemiologiche e che potrebbe essere il segno di un inasprimento dei rischi legati all’inquinamento nella valle del Mela. Soprattutto perchè a soffrirne di più sono i nostri figli. Ciò rende ancora più grave l’abusivo colpo di spugna sulle “prescrizioni sanitarie” emesse dai Sindaci nell’ambito del recente riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria di Milazzo, che avrebbero imposto una significativa riduzione delle emissioni inquinanti di quello che, ad oggi, è l’impianto industriale responsabile del maggior impatto ambientale nella zona. Un colpo di spugna divenuto possibile da un lato grazie ad un accordo tra la Raffineria ed il Sindaco di Milazzo Formica, che ha rinunciato a ridurre l’inquinamento in cambio di due centraline di monitoraggio di cui peraltro ancora non c’è traccia, e dall’altro grazie a vari illeciti amministrativi compiuti dal Ministero dell’Ambiente. Infatti quest’ultimo, con la scusa del suddetto accordo, ha tolto le prescrizioni sanitarie dal provvedimento finale, sebbene per legge tale accordo non fosse affatto sufficiente a giustificare la loro revoca. Peraltro, cosa ancora più singolare, sono state tolte in un sol colpo anche le ben più corpose prescrizioni sanitarie che erano state espresse dal Commissario Straordinario di San Filippo del Mela, sebbene le suddette centraline siano destinate solo al Comune di Milazzo. Per di più le malformazioni congenite non sono gli unici problemi con cui devono fare i conti i bambini della valle del Mela. Già nel secondo rapporto S.E.N.T.I.E.R.I. (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) si era osservato nell’area di Milazzo un significativo eccesso di mortalità perinatale rispetto alla media regionale. Il rapporto stesso evidenziava come, per tale eccesso, “è ragionevole ritenere che vi abbia avuto un ruolo eziologico l’esposizione a impianti chimici e petrolchimici”. Inspiegabilmente nel successivo rapporto SENTIERI il parametro della mortalità perinatale non è stato più tenuto in considerazione (e questo ovviamente non significa che il problema sia sparito). Nel 2016 la valle del Mela è assurta all’onore (si fa per dire) delle cronache nella comunità scientifica internazionale, per la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica di uno studio che ha evidenziato un’incidenza di parti prematuri significativamente più elevata rispetto alla popolazione regionale. Nonostante la valenza internazionale e l’alto prestigio scientifico dello studio, la notizia è stata praticamente disconosciuta nella zona. Bisogna considerare che secondo consolidate evidenze scientifiche l’eccesso di parti prematuri può essere legato all’inquinamento industriale. Se a questi dati si aggiunge anche l’aumentata incidenza di tumori in età pediatrica nei maschi (+ 165% sul confronto locale e +74% sul confronto regionale) riscontrata nella precedente indagine del Dipartimento epidemiologico regionale, si capisce come i bambini della valle del Mela siano bombardati, loro malgrado, da gravi e molteplici rischi per la loro salute e la loro incolumità. Una situazione già insostenibile e che potrebbe diventare ancora più drammatica con l’odiato mega-inceneritore di A2A, visto che, stando ai dati epidemiologici, nessuna fascia di età è risparmiata dai rischi connessi agli inceneritori, ma i primi ad essere colpiti sarebbero senz’altro feti, neonati e bambini. La minaccia dell’inceneritore peraltro è ancora presente, almeno finchè il nuovo Ministro dell’Ambiente Costa non annullerà il parere positivo precedentemente espresso dal Ministero da lui presieduto ed il ricorso di A2A non verrà sconfitto al TAR Lazio. Stando così le cose pretendiamo da tutti gli organi competenti (innanzitutto Governo, Ministro dell’Ambiente e Sindaci del comprensorio) che si passi dalle parole ai fatti. Adulti e bambini della valle del Mela infatti non possono più aspettare: l’inceneritore va definitivamente stoppato e l’inquinamento esistente va significativamente ridotto, innanzitutto inserendo le “prescrizioni sanitarie” nell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria. Per questo abbiamo accolto con freddezza l’ipotesi del consiglio comunale aperto a Milazzo. Dopo che il consiglio comunale milazzese è rimasto in silenzio di fronte allo scandaloso accordo del Sindaco Formica con la Raffineria, che ha consentito di mandare a monte la concreta possibilità di ridurre le emissioni inquinanti ed i rischi per la popolazione, la proposta di indire un consiglio comunale aperto fa venire il sospetto che non si voglia concludere nulla, visto che nel consiglio comunale aperto non si può deliberare alcunchè. Diverso sarebbe se, all’interno di una seduta consiliare ordinaria, quest’ultima venisse momentaneamente sospesa per ascoltare le associazioni e subito dopo si proseguisse per deliberare un atto di indirizzo rivolto al Sindaco affinchè venga richiesto un nuovo riesame dell’AIA della Raffineria“- è quanto dichiara il Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela.

 

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