Ponte sullo Stretto di Messina, Alta Velocità fino a Palermo e SS 106: i progetti di WeBuild per Sicilia e Calabria, le proposte avanzate al Governo per il rilancio del Sud

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All’interno della tre giorni degli Stati Generali dell’Export 2021, organizzato da Italian Export Forum con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, è intervenuto anche Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild, che ha illustrato un Piano per la realizzazione di infrastrutture fondamentali per la crescita del Sud Italia

Il tema del Ponte sullo Stretto sbarca ancora una volta in Senato. Oggi, all’interno della tre giorni degli Stati Generali dell’Export 2021, organizzato da Italian Export Forum con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, è intervenuto anche Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild che in passato si è proposto per la cantierizzazione del progetto a campata unica. Il rappresentante della multinazionale italiana che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria ha presentato una serie di progetti per il Sud Italia, fornendo un’analisi approfondita dei costi per le varie infrastrutture. Tra queste presenti appunto il collegamento stabile nello Stretto di Messina,  il miglioramento della SS 106 Jonica, ma anche il potenziamento della linea ad Alta velocità Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Messina-Catania che vedranno l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund. Come si vede nel grafico proposto in alto e presentato da Webuild, il valore totale delle opere corrisponde alla cifra di €41,5 miliardi, di cui €23,4 miliardi sono ancora da assegnare. Il piano per il rilancio del Meridione è stato presentato, sta al Governo capire che è da questi progetti che passa il futuro del Paese, perché un’Italia a doppia velocità non può portare allo sviluppo sperato e al superamento di questo momento di difficoltà generato dalla pandemia Covid.

“Il PNRR è un grande piano che avrà un impatto importante per il Paese, anche grazie all’impegno del Governo nell’attuazione del programma, laddove sia accompagnato da misure di attuazione e si preveda l’utilizzo di tutte le risorse disponibili, oltre a quelle del PNRR – afferma Salini – . Servono interventi strutturali più ampi per rendere la ripresa stabile e duratura. Questo vale per tutti i settori che con l’export si trovano ad affrontare la competizione sui mercati globali, come anche per il settore delle costruzioni affetto in Italia da una grave crisi strutturale già prima della pandemia. Per ricostruire il Paese da Nord a Sud serve accelerare con l’attuazione delle condizioni che permettano di mettere a terra i cantieri per realizzare le opere, eliminare i colli di bottiglia che rallentano la ripresa, investire, spendere subito i fondi già a disposizione. È necessario intervenire sul sistema delle garanzie e dotare le imprese di finanza affinché possano operare in modo competitivo sul mercato, con i corretti anticipi e un sistema sano che permetta di effettuare nei contratti la revisione dei prezzi, per compensare il forte incremento del costo delle materie prime che si sta registrando sui mercati”.

E’ stata dunque occasione di confronto tra operatori del settore, istituzioni e imprese, sullo stato dell’export italiano e sul ruolo delle infrastrutture per la crescita del Paese. “Serve ripartire dal Sud, area con grandi risorse e grandi talenti, per agganciare la ripresa economica del Paese”, ha continuato Salini: “il Sud ha grande necessità di nuove infrastrutture e qui le opere si possono fare bene con imprese locali, in maniera economicamente vantaggiosa e nel rispetto delle regole, creando un futuro per i giovani e fornendo loro una formazione adeguata che li trattenga in questi luoghi, invece di spingerli a spostarsi altrove, rendendo queste regioni sempre più povere di classe dirigente. Come Gruppo insieme a tutta la filiera di piccole e medie imprese che lavorano con noi da anni, ci mettiamo a disposizione del sistema per realizzare in tempi rapidi le altre opere strategiche che restano da avviare al Sud e nel resto dell’Italia. Parliamo di una filiera italiana che si compone di 7.000 fornitori diretti, di cui oltre 1.700 coinvolti nei 15 grandi progetti al Sud, che rappresenta una eccellenza al mondo nel settore delle costruzioni”.

“Occorre gestire con le istituzioni la scarsità di risorse umane che il mercato sta registrando, non essendo stati fatti investimenti così massivi dagli anni ‘90. Per favorire la ripresa, è importante che la formazione tecnica e universitaria sia al centro delle strategie di sviluppo”, ha proseguito Salini. “Come Webuild stiamo accelerando l’assegnazione di borse di studio, collaborazioni con università, stage in azienda, e stiamo pensando di lanciare anche iniziative di formazione professionale. Chi si forma con noi trova opportunità di lavoro anche nei tanti Paesi esteri in cui esportiamo il nostro know, come avviene con l’alta velocità in Texas, uno dei più grandi impianti idroelettrici in Australia (Snowy) e il Grand Paris Express a Parigi”, ha concluso. Webuild è oggi presente in oltre 50 paesi nel mondo, con un backlog di progetti prevalentemente distribuito in Italia (44%), Nord America (10%), Australia (9%) ed Europa (9%). È oggi presente in oltre 50 Paesi nel mondo ed è leader nel settore della mobilità sostenibile, con un track record che include la costruzione di oltre 13.600 km di ferrovie e metropolitane e circa 80.300 chilometri di strade e autostrade. Nel Sud Italia, il Gruppo lavora in dieci cantieri aperti e altri cinque stanno per diventare operativi, con 11.000 persone coinvolte, tra lavoratori diretti e indiretti e indotto. Mettere mano anche nell’area dello Stretto di Messina significherebbe generare un grande indotto di posti di lavoro, in una terra e in due città che soffrono il grande problema dello spopolamento giovanile.

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