Reggio Calabria, sull’emergenza rifiuti il vicesindaco Neri a StrettoWeb: “la Regione non può prendersela con i Comuni”, e esalta il porta a porta

StrettoWeb

Reggio Calabria, l’assessore Neri risponde a StrettoWeb dopo l’articolo delle scorse ore: le dichiarazioni del vice sindaco

Il vicesindaco e assessore all’ambiente del Comune di Reggio Calabria, Armando Neri, ha inviato a StrettoWeb alcune considerazioni in risposta al nostro articolo di qualche ora fa, “Reggio Calabria, verso il blocco totale della raccolta dei rifiuti: Falcomatà sapeva tutto, ecco la lettera che smaschera l’ennesima bugia del Sindaco“. Secondo Neri, “L’articolo riporta due gravi imprecisioni, oltre ad una serie di considerazioni del tutto parziali e personalistiche che l’estensore adduce artatamente a sostegno della sua tesi. A tal proposito è utile che l’opinione pubblica ed i cittadini conoscano lo stato reale delle cose per farsi un’idea scevra da qualsiasi condizionamento dal sapore elettoralistico. L’obiettivo dell’amministrazione é, infatti, quello informare con verità e trasparenza, come di consueto, la comunità dei cittadini“.

Ovviamente, che si tratti di considerazioni giornalistiche è ovvio e più che scontato per tutto quello che scriviamo. Noi come qualsiasi altro giornale del mondo. Evidentemente quest’Amministrazione, abituata a una stampa più piegata al lecchinaggio di convenienza che alla semplice accondiscendenza, mal digerisce la libertà di pensiero e opinione altrui. Chiaro è che si parte sempre dai fatti, infatti nell’articolo in questione riportiamo i documenti (con tanto di lettera) che certificano quanto precedentemente illustrato.

Ma vediamo alla replica del vicesindaco, che nella sua email ci ha evidenziato quanto segue:

La prima grave imprecisione: Reggio Calabria non va verso alcun “blocco totale della raccolta dei rifiuti”. Questa frase riportata nel titolo rischia di procurare un allarme ingiustificato, un grave nocumento all’ordine pubblico ed all’immagine della città, che con enormi sforzi ha avviato negli ultimi tre anni una vera e propria rivoluzione culturale a sostegno di un cambiamento radicale nella gestione del circuito di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con l’avvio della raccolta differenziata porta a porta, unico strumento utile a produrre una riduzione della produzione dei rifiuti sul territorio comunale, un aumento dei quantitativi di rifiuti diffenziati da destinare a risorsa, una diminuzione dei conferimenti di rifiuti in discarica, evitando quindi in questo modo un aumento delle tariffe di conferimento per il Comune e di conseguenza per i cittadini.

Non è corretto quindi affermare che la differenziata porta a porta “ha fortemente peggiorato le condizioni igienico-sanitarie in ogni quartiere, senza raggiungere alcun risultato positivo”: primo perché tutti i cittadini ricordano bene in che condizione erano i quartieri della Città all’insediamento dell’Amministrazione Falcomatà, con cumuli di rifiuti fino ai primi piani delle abitazioni, in centro quanto in periferia. In tanti ricorderanno un servizio della nota trasmissione Striscia la Notizia che ritraeva la Città in condizioni disastrose, con un’enorme discarica di rifiuti che circondava perfino il tapis roulant; secondo perché i risultati prodotti, stando solo ai numeri, sono un aumento della percentuale di differenziata da circa il 7% a circa il 57% che ha consentito la riduzione dei conferimenti in discarica ed evitato l’aumento delle tariffe che invece si è verificato ad esempio in tantissimi altri Comuni calabresi.

Venendo alla seconda grave imprecisione, relativa alla lettera pubblicata, è utile affermare per chiarezza che la missiva del Sindaco Falcomatà, trasmessa in qualità di Sindaco del Comune di Reggio Calabria, reca una data antecedente alla norma regionale che ha spostato la competenza per tutta l’area metropolitana sui rifiuti, dalla comunità d’ambito alla Città Metropolitana. Inoltre come tutti possono leggere nella stessa missiva, il sindaco si impegnava al trasferimento delle risorse alla Regione, accettando un eventuale intervento sostitutivo della stessa Regione, una sorta di commissariamento, ma non si parlava di eventuali impedimenti nella possibilità per i Comuni di conferire in discarica.

Cosa differente invece è avvenuta la settimana scorsa, quando la Regione ha affermato nel corso di una riunione con i presidenti di tutti gli Ato (Ambito Territoriale Ottimale), che intende impedire i conferimenti in discarica per gli Ato che si trovano in ritardo nei pagamenti. A tal proposito è utile chiarire al lettore che gli Ato in ritardo sui pagamenti sono tutti gli Ato calabresi. L’Ato di Cosenza, ad esempio, sia in termini assoluti che proporzionali alla popolazione, ha una morosità superiore all’Ato della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Per questo il sindaco ha affermato con forza che non è possibile che la Regione minacci oggi “l’inibizione al conferimento in impianto dei rifiuti urbani”, senza che questo fosse espressamente previsto nella legge delega dove – sempre per usare le parole del Sindaco à “non era prevista sanzione alcuna in caso di ritardo nei pagamenti”, non era previsto cioè che ai Comuni fosse “inibito” il conferimento in discarica; profilo che, per quanto ci riguarda, configurerebbe un’ipotesi di interruzione di un pubblico servizio, che il Dipartimento regionale non intenderà certo procurare in capo alle città ed ai cittadini calabresi. A nostro parere il Dipartimento regionale non può scaricare così sui sindaci e cittadini il problema, dato che in 10 anni di commissariamento da parte dei governi nazionali la Calabria non si è dotata di impiantisca, se non qualche sporadico caso, che le consenta una gestione economica del ciclo dei rifiuti.

E’ utile rammentare a chi legge che i ritardi nei pagamenti da parte dei Comuni è dovuto principalmente al mancato pagamento delle imposte da parte dei cittadini. Solo circa il 50% dei cittadini infatti paga autonomamente e puntualmente il tributo e quindi costringe di fatto i Comuni ad avviare accertamenti e riscossioni forzose.

Presto spiegato dunque ciò che il sindaco ha giustamente denunciato nei giorni scorsi al termine della riunione con gli altri sindaci dell’Ato rifiuti della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Come ben sappiamo la questione non riguarda solo il Comune capoluogo ma quasi tutti i Comuni della Città Metropolitana e della calabria, da decenni ormai in difficoltà sul tema dei rifiuti anche in ragione dell’andamento altalenante dei conferimenti negli impianti regionali e nelle discariche. Imputare responsabilità diverse al Sindaco Falcomatà significa non comprendere gli enormi sforzi che quest’ultimo, insieme agli altri sindaci della Città Metropolitana, sta producendo con l’obiettivo di sbloccare definitivamente il sistema dei conferimenti, insistendo sul circuito della differenziata come strumento per la tutela dell’ambiente, per la riduzione dei materiali da smaltire in discarica ed anche per un risparmio sui costi di gestione che si tramuta in risparmio per le tasche dei cittadini.

Per completezza infine è utile ricordare che la città metropolitana di Reggio Calabria sta lavorando alacremente insieme al Conai per la redazione del piano d’ambito, che consentirà una programmazione e gestione completa, una volta che la Regione avrà consegnato impianti di trattamento e smaltimento.

Precisato quanto dovevo, ci tengo a ringraziare la stampa per la preziosa opera di informazione e per il servizio che quotidianamente rende ai cittadini e sono convinto che il ruolo più equilibrato e corretto dei giornali sia quello di approfondire le questioni, soffermandosi a rappresentare i fatti, senza mai fornire interpretazioni forzate al fine di denigrare l’una o l’altra parte politica.

E’ utile infatti che i cittadini abbiano la possibilità di informarsi correttamente. Il mio invito a tutta la comunità reggina è quello di sposare la battaglia sui rifiuti perché ritengo sia un tema molto centrale nelle politiche di governo del territorio, una battaglia che va combattuta insieme, anche attraverso una comunicazione corretta mantenendo quello spirito di unità e identità che è stato proprio delle festività mariane appena concluse e che può essere davvero uno strumento di riscatto sociale e civile per la nostra città“.

Pur pubblicando integralmente la nota di Neri, riconoscendogli piena legittimità del proprio ruolo istituzionale e quindi di autorevole voce in capitolo, è doveroso precisare che nel titolo e nell’articolo di StrettoWeb non c’è alcun rischio di procurato allarme ingiustificato. Piuttosto, per questo e per molti altri temi (soprattutto ambientali, quindi di competenza del vicesindaco che è anche assessore all’ambiente), il vero problema è il “mancato allarme” che ci porta a vivere nell’emergenza ordinaria e continua. Se ci fosse stato un po’ più “allarme“, certe situazioni si sarebbero potute evitare per tempo e altrettanto si potrebbe fare per molte altre in futuro. Cosa stanno facendo, ad esempio, il Comune e l’Assessorato all’Ambiente, per prevenire il rischio sismico e idrogeologico a cui il territorio comunale è estremamente esposto? E davvero si può parlare di “rischio di procurato allarme“, per un territorio che sta già vivendo – da anni – quotidianamente una drammatica emergenza rifiuti in ogni quartiere cittadino?

Se lo stesso Falcomatà ha riportato che la Regione Calabria “ci invita a rientrare dal debito entro 15 giorni pena l’inibizione al conferimento dell’impianto dei rifiuti urbani“, come si può considerare “rischio di procurato allarme” un articolo di stampa che… mette in guardia la città paventando il rischio del blocco totale della raccolta dei rifiuti?!?!? Niente più di quello che lo stesso Sindaco ha detto ufficialmente nella riunione dei Sindaci!!!

Neri prosegue sostenendo che l’istituzione del servizio della differenziata porta a porta non abbia peggiorato le condizioni igienico-sanitarie della città. Ovviamente si tratta di punti di vista. Anche il Sindaco ha parlato nei giorni scorsi davanti alla Madonna della Consolazione, santa patrona di Reggio, di una città che sarebbe rinata, che oggi sarebbe “a testa alta“. Anche qui, si tratta di punti di vista. Citare l’episodio dell’emergenza rifiuti del 2014, durante la gestione commissariale, non fa onore alla storia di una città nei decenni sempre pulita e decorosa con il normale conferimento della spazzatura negli impianti territoriali con la raccolta dei cassonetti stradali e con la differenziata nei cassonetti stradali, che già dodici anni fa era al 17%. Neri è nato nel 1982 e non è certo cresciuto tra cumuli di rifiuti…

Comprendiamo meglio la posizione di Neri nel passaggio sulla lettera di Falcomatà, che evidentemente accettava il commissariamento ma non il blocco del conferimento dei rifiuti in discarica. Su questo tema la questione è anche politica: è possibile che Falcomatà e Oliverio, così vicini politicamente, non si siano mai parlati in questi mesi rispetto al rischio di lasciare la città di gran lunga più popolosa della Regione senza la possibilità di conferire i rifiuti in discarica? E perchè il Sindaco, a questo punto, non mobilita la sua città contro il governatore Regionale, che starebbe perpetuando l’ennesimo grave sopruso ai danni di Reggio?

Infine Neri si lascia andare alla solita caduta di stile sui “lordazzi“: ma se il 50% dei reggini (!!!) – come sostiene il vicesindaco – davvero non paga la tassa sui rifiuti, chi è se non lo stesso Comune ad avere ogni tipo di responsabilità per omesso controllo e mancanza di imporre il rispetto delle norme? Gli “accertamenti e le riscossioni forzose” non sono un’eccezionalità, ma la norma di ogni comune che funziona. Anzi, se a Reggio l’illegalità è così diffusa, evidentemente è proprio perchè viene consentito di evadere senza pene certe per gli evasori. Si agisca in fretta, quindi, contro coloro che è scorretto definire “lordazzi“: si tratta più semplicemente di “furbetti“. Sono quelli che certamente non si lamentano della differenziata porta a porta, perchè non la fanno e non ne subiscono i disagi. Dopotutto nutriamo seri dubbi sul dato espresso da Neri. Qual è la fonte ufficiale del “50% dei reggini che non pagano la Tari“? Come fa, Neri, a sostenere nella stessa nota che la raccolta differenziata a Reggio avrebbe raggiunto il 57% (anche qui, qual è la fonte?), se il 50% dei reggini non la praticherebbe evadendo la Tari? C’è un problema di numeri e di dati, se la matematica non è un’opinione…

Siamo convinti che se aumentassero i controlli, anche quelli più semplici di natura telematica, con i dati incrociati rispetto a quelli già in possesso di tutti gli uffici comunali, e contestualmente si condividesse con la citta un sistema di raccolta differenziata più adeguato alla conformazione abitativa di Reggio Calabria, prevedendo un conferimento più comodo per i cittadini (senza vincoli di giorni e orari) in apposite aree circoscrizionali con cassonetti che consentano di rilevare con la tessera sanitaria l’utente che differenzia praticandogli uno sconto della TARI, allora sì che la differenziata certamente funzionerebbe alla grande, con risultati straordinari. Perchè ci sarebbe l’incentivo e la comodità a differenziare. Non ci inventiamo nulla: tanti Assessori all’Ambiente di importanti città italiane ed europee stanno praticando questa soluzione con estremo successo. Basterebbe guardare a chi fa meglio ed è più sviluppato…

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