Stretto di Messina spa, Rete No Ponte: “ll M5S dimostri di voler chiudere la partita”

StrettoWeb

La Rete No Ponte annuncia la convocazione di un’assemblea pubblica e chiama in causa i 5 stelle: “Cancellare la Stretto di Messina spa”

Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un rinnovato attivismo sì ponte da parte del presidente della Regione Nello Musumeci e del suo assessore alle infrastrutture Marco Falcone. E’ di ieri l’ultima esternazione di Musumeci che, invece di battersi per una moderna infrastrutturazione stradale e ferroviaria in Sicilia, si è rivolto al governo nazionale affinché si pronunci in merito alla realizzazione del mostro sullo Stretto. E, effettivamente, è giunto il momento che il governo assuma l’iniziativa di chiudere definitivamente la partita attraverso la cancellazione della Stretto di Messina Spa“.

È quanto dichiara la Rete No Ponte, che rilancia la mobilitazione contro il ponte sullo Stretto di Messina e annuncia la convocazione a fine febbraio di un’assemblea pubblica. Gli attivisti chiamano in causa in 5 stelle: “In particolare è il Movimento Cinquestelle a dover dimostrare nei fatti, al di là dei pronunciamenti, di volerlo fare. L’estinzione della società concessionaria infatti oltre ad essere atto dovuto e azione utile a spostare soldi su servizi molto più utili al territorio, avrebbe il significato di un atto politico inequivocabile”. 

Dal 15 aprile 2013 la Stretto di Messina Spa, società concessionaria per la progettazione e la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, è stata posta in liquidazione a seguito della caducazione dei vincoli contrattuali con il General Contractor Eurolink, con capofila Impregilo, dovuta al d.l. 187 del 2 novembre 2012. Con la messa in liquidazione avrebbe avuto termine la storia di una società che nel corso degli anni ha richiesto (dati della Corte dei Conti) più di 300 milioni di euro all’amministrazione statale senza che questo abbia apportato alcun vantaggio alla collettività. Di recente il tribunale civile di Roma ha, inoltre, rigettato le richieste di risarcimento per 800 milioni di euro avanzate dal General Contractor.

Il mantenimento in vita della Stretto di Messina Spa, nonostante la sua messa in liquidazione, ha indotto la Corte dei Conti ad intervenire per rilevare che dal 2015 la Società concessionaria, pur essendo venute meno le ragioni della sua esistenza, ha causato oneri per le casse pubbliche per cifre prossime ai due milioni di euro annui. In particolare la Corte dei Conti è intervenuta con le deliberazioni n. 17/2016/G, n. 14/2017/G e n. 23/2018/G per sollecitare l’estinzione della società che sarebbe dovuta avvenire “al termine del periodo normativamente stabilito per le operazioni di liquidazione (un anno dalla nomina del Commissario liquidatore: art. 34-decies, c. 9, d.l. 179/2012), scaduto il 15 aprile 2014.

Condividi