Reggio Calabria, presentato al Liceo Vinci il libro “La prova scientifica” di Saveria Cusumano [FOTO]

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Questa mattina l’avvocato Saveria Cosumano ha presentato il suo libro “La prova scientifica” al Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria

Il liceo Leonardo da Vinci di Reggio Calabria non è nuovo nell’ospitare importanti tavole rotonde su temi delicati e fortemente attuali. Questa mattina, infatti, gli studenti hanno avuto modo di assistere al dibattito di grandi esperti locali sul tema dell’utilizzo della prova scientifica in ambito giuridico.
L’argomento è stato suggerito dal libro “La prova scientifica” dell’avv. Saveria Cusumano, presentato all’Aula Magna del liceo dall’autrice stessa, che ha anche coordinato il tavolo dei relatori, a cui hanno preso parte la dirigente scolastica della scuola dott.ssa Giuseppina Princi, il direttore del comitato scientifico del MIUR dott. Carlo Morace, il procuratore aggiunto dott. Gerardo Dominijanni e il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo in veste di esperto in esami scientifici.
A introdurre i lavori, il coro “Be free” del Liceo Vinci, premiato qualche giorno fa dall’associazione Riferimenti, che ha proposto alcuni brani del repertorio musicale classico e moderno. La presentazione è invece iniziata con la lettura di un passo tratto dal De Oratore di Cicerone: “Il perfetto oratore“, che ha fornito ai relatori grandi spunti durante i propri interventi.
La dott.ssa Cusumano con il suo libro ha voluto dare un contributo nell’ambito di una discussione molto vasta che vede confrontarsi, fondersi e confondersi le scienze e il diritto: in particolare, il focus del discorso riguarda il grado di scientizzazione dei processi a fronte di prove dichiarative.

Durante il dibattito, la domanda che ha introdotto ogni intervento è stata: “Quale tra la prova dichiarativa e la prova scientifica è superiore all’altra nell’ambito dei processi giuridici?“. Una domanda che fatica a trovare una risposta orientata nettamente da una parte piuttosto che dall’altra: come sottolineato da tutti i relatori, anche riportando come esempi sentenze dei casi di omicidio più famosi come il caso Scazzi, Gambirasio, Kercher, Cesaroni, è impossibile scegliere un’opzione e affermarla più efficiente dell’altra. Riassume bene Dominijanni: “Non ci sono prove regine, solo la coscienza del giudice e il riscontro di ogni singolo indizio che va poi a formare la prova“.
Per quanto riguarda il contributo scientifico, ci dice il dott. Lamberti: “Ogni argomento che attenga alla giustizia giova a fare in modo che il concetto di legalità ai ragazzi, soprattutto a quelli che sono in fieri, in formazione, sia ben chiaro. Scienza e giustizia, quando ci sono le prove scientifiche sono fondamentali e vanno talvolta di comune accordo, talvolta sono in netto contrasto. Si sbaglia se si dà un valore scientifico assoluto alla prova scientifica, ma dipende dal caso: partire da un campione errato darà un risultato errato. Ecco dove la giustizia deve indagare e deve portare prove ineccepibili, altrimenti si rischia di dare prove certe a qualcosa che certo non è”.
Ci sono particolari che la semplice prova dichiarativa non può rivelare e che potrebbero essere la chiave per risolvere un caso e formulare così il più appropriato giudizio legale, così come non ci si può basare semplicemente sulla voce della scienza, che non tiene in considerazione il cosiddetto “Principio del ragionevole dubbio“. Ogni prova va contestualizzata e necessita di essere presa in giusta considerazione da chi si occupa di fare chiarezza. Quello del dubbio è un valore imprescindibile, che va di pari passo con la libertà di pensiero: consente di non approcciarsi mai con presunzione ai casi e di evitare così il rischio di cadere in errori superficiali.

Al termine della conferenza, Saveria Cusumano ci confida le sue impressioni a caldo: “Sono soddisfatta perché ho visto i ragazzi coinvolti. Io volevo partire dal Vinci per presentare questa mia pubblicazione che ha lo scopo di aprire un dibattito su quella che per me è una prova che lascia molti dubbi, rispetto alla quale bisogna approcciarsi con grande umiltà e con la consapevolezza che la scienza, come il diritto, essendo un fatto umano è soggetta a errori e revisioni. Ho visto i ragazzi interessati, credo abbiano colto quelle che sono le difficoltà di chi deve giudicare e di chi, come me da avvocato, deve farsi smontare o coadiuvare dalla prova scientifica“. E prosegue: “Il liceo Vinci è una scuola molto avanti, si occupa a 360° di cultura e apre la mente. Noi abbiamo bisogno di giovani mentalmente liberi perché possano diventare i professionisti del futuro“.
Anche la preside Giuseppina Princi è rimasta particolarmente soddisfatta: “I ragazzi sono rimasti incuriositi, piacevolmente soddisfatti anche dell’abilità con cui i relatori si sono riusciti a confrontare con loro, sono entrati in un mondo importante, in un dibattito che alimenta l’opinione pubblica e diventa importante per le scuole promuovere questo tipo di intelligenza critica. Diritto e scienze, ambito scientifico e ambito umanistico si vanno a coniugare in quella che è la realtà del Liceo da Vinci nell’ambito di un’unitarietà di percorso formativo che offriamo ai nostri studenti per renderli capaci di affrontare consapevolmente quella che è la società civile nel momento in cui si diplomeranno“.
Un altro tassello importante è stato posto oggi nella formamentis degli studenti “Vinciani“, come li definisce la loro dirigente scolastica. Un passo avanti nella costruzione di una società futura cosciente e responsabile, orientata alla legalità.

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