Reggio Calabria, Lucio Dattola durissimo risponde a Falcomatà: “sulla legalità non può darci nessuna lezione”

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Reggio Calabria: Lucio Dattola Consigliere comunale di Forza Italia risponde a Falcomatà

“Falcomatà ha aperto le danze, e ci ha invitato al ballo. E noi, da persone educate, questo ballo lo balliamo. Purtroppo questo invito Io ha fatto in maniera scortese ed offensiva, accusando noi uomini del centro-destra, di connivenze con la ndrangheta.  In venti anni di storia politica reggina, non mi era mai successo di essere accusato di comportamenti o collusioni para-mafiose. Ma Falcomatà l’ha fatto, ed io ne tengo e ne terrò conto.  Ed anche per questo intervengo”. Lo afferma in una nota Lucio Dattola Consigliere comunale di Forza Italia.

“Lo confesso, sono uno di quei tristi figuri vicini all’On. Cannizzaro. Si, Cannizzaro, l’astro nascente della politica reggina, quello che le cose prima le fa e poi le dice. L’esatto contrario del nostro “pernullaamato” sindaco. Il quale soffre di vari complessi; tra questo esonda quello di primo della classe. Perché a lui, da quando è nato, gli hanno profeticamente detto che è il migliore, il più bello, il predestinato. E lui ci ha creduto e ancora, incredibilmente, ci crede. E non sopporta l’idea che qualcuno lo scavalchi a destra. Cannizzaro appunto. Che non è bello come lui, che non ha l’occhio sprezzante, che i capelli se li taglia a zero, ma che soprattutto è amato dai reggini. E questo per il nostro sindaco, è insopportabile. Ed allora, punto nell’io sofferente, terrorizzato dall’idea di vedere stroncata la propria carriera politica, che si inventa? Rispolvera la vecchia, trita arma dei politici di basso profilo quando non hanno altri argomenti: accusa gli avversari di collusioni con la ndrangheta. Dal canto suo, il sindaco ha dimenticato, probabilmente, i boss di ndrangheta ricevuti nel salotto di casa, le lampadine cambiate ad amici influenti e tante altre amene cose che racconteremo nel tempo. E sorvolando, almeno per il momento, l’insidiosa domanda che da tempo aleggia nelle segrete stanze: “Ma la ndrangheta, a Reggio e in Calabria, alle comunali e alle regionali, chi ha votato?”.

“Ha memoria corta il sindaco. E confida nella memoria corta dei reggini, sperando in un qualche attentato che, giunto al momento opportuno, faccia di lui un martire dell’antimafia. Non ci stupiremmo. Ma questa volta sbaglia i calcoli.  Noi non ci facciamo intimidire, e ad ogni colpo risponderemo con una gragnuola di colpi. Abbiamo tante di quelle frecce da scagliare in questa campagna elettorale e altre ne stiamo accumulando. Non si preoccupi, “pernullaamato” sindaco. Lei ci ha invitato a ballare e noi questo ballo lo balleremo.  E lo balleremo con le nostre mosse, con i nostri passi, con i nostri tempi. Ma il casquè finale lo lasciamo a lei. E ci divertiremo. Almeno noi”.

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