Porto di Tremestieri, la fine dei lavori slitta di 9 mesi. Il vicesindaco di Messina spiega perché

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Il vicesindaco di Messina e la ditta aggiudicataria dei lavori fanno il punto sullo stato dei lavori per il porto di Tremestieri

A che punto sono i lavori al porto di Tremestieri? Quando finiranno? Queste le domande alle quali il vicesindaco di Messina, insieme ad Albino Boscolo titolare dell’impresa CO.ED.MAR. aggiudicataria dei lavori, il direttore dei lavori Pietro Certo e il rup Vito Leotta stamattina ha dato risposta durante una conferenza a Palazzo Zanca:

I ritardi

In merito ai ritardi sulla tabella di marcia – ha sottolineato il Vicesindaco – se sono derivanti da problemi tecnici indubbiamente non possono essere preoccupanti, va da sé che l’intenzione è quella di risolvere le problematiche e completare le opere nei tempi dovuti. Ma così come è stato spiegato dal direttore dei lavori, dal Rup ed anche dall’impresa, gli imprevisti nati ovviamente non erano ipotizzabili all’atto della progettazione. Pertanto mi interessa che l’opera venga realizzata al meglio e che sia funzionale proprio per risolvere l’annosa questione che riguarda Messina. Ritengo che l’obiettivo più importante sia quello di utilizzare il porto di Tremestieri a pieno regime e quindi liberare la città dai tir. Ho difeso in generale l’operato dell’impresa non nella qualità di ingegnere ma in quella di amministratore. Sarebbe auspicabile non accumulare alcun ritardo ma è ovvio che laddove si riscontrano anomalie non prevedibili in fase progettuale, l’obiettivo principale sia quello di arrivare al compimento dell’opera senza alcun tipo di intoppi e soprattutto rendendola pienamente funzionale”.

Gli espropri

“Tengo a precisare che il sindaco Cateno De Luca, in prima persona, come tutti ricorderete, in quelle zone ha sbloccato una procedura espropriativa ferma da due anni. Relativamente a possibili costi aggiuntivi, in linea di principio cambia soltanto la tecnologia delle opere di contenimento passando da diaframmi a ‘setti’ a quelli a ‘pali’ per cui il costo non dovrebbe discostarsi da quello originario, fermo restando che per un quadro più chiaro è necessario completare la fase diagnostica in fase di attuazione. In ogni caso eventuali costi aggiuntivi, che ribadisco sono con ordine di grandezza molto bassi, vanno reperiti nel quadro economico complessivo dell’opera, per cui da un lato abbiamo gli imprevisti che devono sempre essere inseriti nei quadri economici e comunque dall’altro ci sono anche eventuali economie derivanti dai ribassi dello stesso bando di gara”- ha detto Mondello.

Fine lavori fra 9 mesi

“Le criticità riscontrate – ha concluso Mondello – faranno slittare il completamento dei lavori in un arco temporale di otto, nove mesi”. Nel corso della conferenza stampa di stamattina il Vicesindaco ha rappresentato la complessità delle lavorazioni in atto e di quelle da eseguire per la realizzazione dell’intervento in virtù di dover operare prevalentemente nel sottosuolo e quindi incorrere nella possibilità di riscontrare imprevisti di tipo geologico o ritrovamenti vari che non era possibile rilevare in sede di progettazione definitiva ed esecutiva. Mondello  ha confermato la necessità di dover comunicare oggi e nel futuro costantemente ogni avanzamento o criticità che si dovesse riscontrare durante l’esecuzione dei lavori per chiarire gli aspetti tecnici correlati all’attività di cantiere e i tempi di esecuzione dell’opera.

La bonifica

Il direttore lavori Certo ha illustrato le attività preliminari operate durante la prima fase di consegna lavori fino allo sgombero definitivo delle aree di cantiere avvenute nel settembre 2018. Le fasi preliminari hanno riguardato la bonifica bellica, demolizioni e l’avvio dei dragaggi. Dal novembre 21018 le aree portuali sono state rese disponibili all’impresa per l’avvio dei lavori di costruzione del porto. Appena iniziate le operazioni di scavo sono stati rilevati ingenti quantità diffuse di rifiuti sotterrati (sfabbricidi e rifiuti non pericolosi) che hanno comportato la bonifica totale dell’arenile per circa un metro di profondità e per una quantità complessiva di 20.000 mc conferiti in discarica. L’attività di bonifica è stata conclusa nel maggio 2019, per cui nel giugno 2019 era possibile avviare le lavorazioni per la costruzione della banchina di riva per la realizzazione della darsena portuale. Al momento di operare i primi scavi è stata, però, riscontrata alla profondità di circa sei metri la presenza diffusa di massi in calcestruzzo del peso di 12 tons per cui è stato necessario durante giugno 2019 salpare circa 700 massi e depositarli nelle aree di cantiere. Tale ritrovamento unitamente alla scoperta nel sottosuolo della discontinua presenza di formazione rocciosa detta “beach rock” derivante dalla cementificazione di ghiaia e sabbia per spessori da 40 cm a 100 cm, ha reso necessario l’avvio nei mesi estivi di una campagna di indagini geologiche più estese e diffuse per la caratterizzazione del sottosuolo ai fini della riformulazione degli aspetti geotecnici e strutturali che potrebbero richiedere una diversa tipologia di realizzazione delle fondazioni della banchina portuale (pali anziché diaframmi). Inoltre è stata già prodotta la caratterizzazione positiva dei 700 massi in cls per il loro riutilizzo in cantiere nella fase di ripascimento protetto. Le attività descritte hanno comportato un’attesa di circa sei mesi per l’avvio dei lavori di costruzione della banchina di riva e richiederà con quasi certezza, vista la nuova identificazione del sottosuolo, l’approvazione di una variante strutturale a gennaio avute disponibili le risultanze delle indagini in fase di ultimazione.  La predetta variante, essendo limitata alla sola variazione delle fondazioni, richiederà solo l’autorizzazione antisismica. In parallelo alle attività svolte sul sottosuolo sono proseguite le lavorazioni di dragaggio giunte alla quantità di 100.00 mc su 900.000 mc previsti a progetto e sono state avviate le opere di ripascimento protetto e di costruzione della mantellata di protezione del piazzale.

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