Regione Calabria: Oliverio nel caos, altri tre passano dal Centro/Sinistra al Centro/Destra. Maggioranza in bilico [NOMI, FOTO, DETTAGLI]

  • Adriana Sapone/LaPresse
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Regione Calabria, Oliverio nel caos. I consiglieri regionali Antonio Scalzo, Franco Sergio e Giuseppe Neri ufficializzano l’adesione a “Direzione Italia” di Raffaele Fitto. I tre abbandonano la maggioranza e passano nel Centro/Destra: “giunta in fase terminale”

E’ sempre più crisi nera per la maggioranza di Centro/Sinistra di Mario Oliverio. Al di là delle problematiche personali del presidente della giunta regionale “confinato” a San Giovanni in Fiore nell’inchiesta sugli “appalti truccati”, adesso si apre la partita sulla tenuta della coalizione in consiglio regionale. Dopo la fuoriuscita di Vincenzo Pasqua, anche altri tre decidono di passare dal Centro/Sinistra al Centro/Destra: i consiglieri regionali Antonio Scalzo, Franco Sergio e Giuseppe Neri ufficializzano l’adesione a “Direzione Italia” di Raffaele Fitto. A questo punto solo un “equilibrismo perfetto” può aiutare Oliverio ad evitare il peggio. Il documento politico dei tre “dissidenti” è durissimo: “la nostra Regione ha assoluto bisogno di un cambio di passo per arrivare al mutamento indispensabile, per affrontare i problemi atavici e le emergenze irrisolte dei nostri territori. Ciò che serve alla Calabria è un positivo shock che, facendola uscire dal pantano di una crisi sociale ed economica della quale non si intravede la fine, attivi le leve dello sviluppo vero e della crescita sostenibile. A cominciare dal tema fondamentale del lavoro e delle politiche sociali. Un proficuo utilizzo dei fondi europei per valorizzare le vocazioni e le risorse che la nostra terra esprime (cultura, agricoltura, turismo) rappresentano un punto di riferimento su cui fondare progetti di crescita nell’ottica di un apporto burocratico-amministrativo più snello, efficiente, che consenta di realizzare idee imprenditoriali coniugando innovazione e cooperazione; per rendere il sistema Italia più internazionalizzato e capace di competere in mercati sempre più globalizzati”.

“La Calabria che vogliamo – proseguono- è una terra di accoglienza e solidarietà, nella quale un ruolo fondamentale deve essere svolto dalle formazioni sociali, come la Chiesa e il Terzo Settore, che fino a oggi sono state decisive per la tenuta del sistema regionale, contribuendo a mantenere coeso il tessuto delle relazioni tra i cittadini e le istituzioni, nelle fasi più difficili della storia calabrese. Per questo, in un’epoca in cui i corpi sociali intermedi devono rispondere alla necessità di adeguarsi ai processi di cambiamento in atto, noi siamo convinti che occorra ripartire dai nuclei fondamentali della nostra società. Ovvero la famiglia e il mondo associativo, a cominciare da quelle realtà che costituiscono degli irrinunciabili momenti di aggregazione e condivisione, come le parrocchie e gli oratori. Noi guardiamo come punto di riferimento a “Direzione Italia” e al suo leader, Raffaele Fitto, uomo del Sud, espressione autorevole ed equilibrata dei valori più alti della politica italiana. Portando comunque con noi i princìpi, le radici, i punti programmatici del nostro impegno che non dimentichiamo né svendiamo. Rivendicando, innanzitutto, un metodo di lavoro fondato sulla condivisione delle scelte, sulla collegialità e su un alto confronto a livello politico e democratico, i ‘Moderati per la Calabria’ si prefiggono un robusto radicamento territoriale, grazie alle numerose realtà civiche, sociali, regionali, che hanno chiesto di aderire al progetto. Ciò si sta configurando quale culmine di un serrato e costante interscambio che ha quale base un dialogo con gli elettori e la presentazione di chiari ed alternativi programmi. Ci qualifichiamo inoltre come un gruppo in fase di quotidiano confronto con altri soggetti civico-culturali e politico-partitici che si ispirano a nobili ed autorevoli ‘padri fondatori’ delle istituzioni nazionali ed europee. Citiamo solo – per tutti  De Gasperi e Moro -. Con tali interessi ed ascendenze comuni guardiamo a ‘Direzione Italia’. Condividendo l’intuizione – che nasce dall’ascolto del ‘Paese reale’ –  della necessità di contribuire ad una nuova stagione istituzionale ed amministrativa, ispirata ad un’azione di governo ‘federale e popolare’, lontana da opposti (ma paradossalmente coincidenti) ‘estremismi’ siano essi ultraradicali e progressisti, secessionisti, statalisti e populisti, acriticamente pro-eurocrazia  o miopemente nazionalisti. Un’alleanza di ‘moderati’ che miri alla guida del nostro Paese e contribuisca alla nascita di una nuova Europa che si richiami ai valori iniziali della Comunità europea: giustizia sociale, solidarietà, pari dignità delle nazioni e dei popoli. Che abbia dunque quali traguardi il benessere dei cittadini, il lavoro, la sicurezza per le famiglie e le imprese.

“Ridare slancio – aggiungono- all’appello ormai centenario, di don Sturzo ‘ai liberi e forti’, che risuona ancora nell’animo di quanti avvertono la spinta ideale che vede nella difesa della vita e nella promozione di ogni uomo, il fulcro di ogni impegno sociale (ed in prospettiva istituzionale e politico). Tali princìpi, facenti parte della tradizione e dell’azione dei cattolici europei (in Italia, Austria, Germania, Francia, Spagna, fin dalla fine del 1800) su cui fondiamo anche il nostro agire in politica regionale, dovranno avere spazio nel quadro di nuove intese con soggetti sociali, presenti sul territorio, rappresentanti settori della società da difendere e valorizzare, in primis le famiglie ed i giovani. Queste esigenze primarie, queste urgenze ed emergenze – presenti in maniera purtroppo estesissima in Calabria – a cui sinora non è stata data risposta nonostante le promesse, ci obbligano a tenerci ‘distinti e distanti’ dall’attuale esperienza politico-amministrativa. Il nostro approccio moderato ci induce a guardar oltre una fase ormai terminale. Il senso di responsabilità e il rispetto per i tanti elettori e sostenitori ci hanno indotto in molti casi a scegliere l’astensione o a evitare posizioni intransigenti. Ma, purtroppo, di fronte ad alcuni, pochi elementi positivi, rimangono intoccate ed irrisolte, purtroppo, le criticità sfocianti in emergenze, che assillano tutti gli aspetti della nostra Regione Iniziando dalla gravissima crisi occupazionale nonché delle difficoltà economiche in cui versano migliaia di famiglie. Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, per ritrovare la misura alta della politica, che parte dal lucido coraggio di chi sa chiamare la realtà con il suo nome e trova nel bene comune la sua misura. Perché la politica è vocazione e tutti noi, con i nostri limiti, tentiamo di rispondere nel miglior modo possibile a questa vocazione””, concludono.

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