Sanremo 2023, Marziale: “prima la Costituzione e poi Blanco, messaggio devastante per i giovani. Rai intervenga”

Antonio Marziale, Garante l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, chiede alla Rai di prendere provvedimenti nei confronti di Blanco, dopo quanto accaduto nella serata inaugurale di Sanremo 2023, per dare un forte messaggio ai giovani

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Ogni giorno, milioni di genitori e centinaia di migliaia di docenti lottano contro il fenomeno dell’emergenza educativa, concordi nel ritenere le regole alla base di un percorso così tanto delicato e mirante a smarcare i minorenni dal disagio in cui versano.

Pertanto, si chiede che tutte le altre componenti sociali facciano quadrato intorno alle due primarie agenzie di socializzazione, e lo si chiede soprattutto alle istituzioni dello Stato, come la Rai, che in virtù di un Contratto di Servizio promulgato dal Capo dello Stato è tenuta al rispetto delle regole ed a far rispettare le regole”: è quanto dichiara Antonio Marziale, Garante l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in relazione all’esibizione del cantante Blanco, che per motivi tecnici non sentiva il ritorno della propria voce ed ha pensato bene di distruggere la scenografia.

Per Marziale, che da presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, è stato tra gli estensori del vigente Codice Tv e Minori: “non si può accettare che nello stesso luogo in cui è stato eseguito l’Inno nazionale alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sera in cui Roberto Benigni ha decantato le virtù della Costituzione, irrompa la maleducazione e venga risolta con un sermone paterno dal presentatore, nonché direttore artistico della kermesse, Amadeus. Sanremo non è un confessionale dove rimettere i peccati, ne tantomeno è un ambiente psicopedagogico dove somministrare cure. Il Festival è un prodotto culturale della Tv di Stato, tenuta a farci sapere da che parte sta. Le famiglie e la scuola domandano aiuto, dobbiamo decidere se bearci per il marketing e gli ascolti che la furia devastatrice alimenta, oppure se mandare un segnale chiaro, preciso, di collaborazione con gli educatori, ma se prevale la prima ipotesi la Rai non è Tv di Stato perché contravviene alle norme del Contratto di Servizio, per cui gli italiani pagano un canone imposto”.

Aiutare bambini e adolescenti a svincolarsi dalla morsa dell’emergenza educativa significa proporre modelli positivi e soprattutto mostrare cosa siano le regole, insegnare che ad ogni azione sbagliata corrisponde una sanzione. Il messaggio partito ieri sera dall’Ariston è devastante – conclude il Garante – e per tale ragione stamani provvederò a contattare la presidenza Rai, la direzione generale, la direzione di rete e interpellerò anche il Governo affinchè il protagonista della sfuriata venga sanzionato nell’unico modo possibile. Abbiamo bisogni di esempi anche per riannodare la fiducia della gente con le istituzioni e se queste si dimostrano molli non sono credibili”.

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