Modifica Regolamento Tari Messina, i consiglieri di FdI si oppongono: i punti di conflitto

I consiglieri comunali FdI Libero Gioveni, Pasquale Currò, Dario Carbone esprimono la loro contrarietà alla delibera di modifica del Regolamento Tari predisposta dalla Giunta Basile

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I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Libero Gioveni, Dario Carbone e Pasquale Currò hanno tenuto stamani una conferenza stampa per illustrare alla città la loro posizione sulla delibera di modifica al Regolamento Tari predisposta dalla Giunta Basile (la n. 45/BIS del 27/01/2023). “Così come è stata concepita la delibera di Giunta sulle modifiche al Regolamento Tari – dichiarano i consiglieri – di certo NON L’APPROVEREMO e presenteremo senz’altro in Aula degli emendamenti per renderla meno indigesta ai contribuenti“.

Gioveni, Currò e Carbone hanno spiegato nel dettaglio i rilevi mossi alla delibera e le conseguenti proposte: “SIAMO CONTRARI all’eliminazione dello sconto del 35%sulla parte variabile del tributo a chi conferisce nelle isole ecologiche i 60 kg. annui pro-capite di rifiuti (soppressione del comma 2 dell’art. 22), sia per l’impatto sociale ed economico negativo che ciò determinerebbe per tantissime famiglie, sia per quello ambientale perché inevitabilmente i rifiuti da conferire col porta a porta aumenterebbero esponenzialmente con conseguente maggiore dispiegamento di risorse umane da parte di MessinaServizi.

Peraltro, il taglio della scontistica, inciderebbe poco sui 54 milioni del PEF 2022 o sui circa 64 milioni che si prevedono per il PEF 2023, in quanto la cifra recuperata si aggirerebbe intorno a 1 milione e mezzo di euro spalmati su circa 15.000 utenze! Perché quindi eliminare questo importante incentivo posto che ancora non si è raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata?

SIAMO CONTRARI – proseguono gli esponenti di FdI – anche alle limitazioni che la Giunta ha previsto per la riduzione del tributo nelle case tenute a disposizione (modifiche all’art. 4) che prevedono, in aggiunta al distacco Enel, anche il distacco delle utenze del gas e della fornitura idrica nonché l’assenza totale di arredi, ma soprattutto (modifica del tutto illogica) NON POSSIAMO ACCETTARE che il tributo da versare per le seconde case (dove appunto non vi sia nessun soggetto residente), debba essere pagato tenendo conto del numero dei componenti del nucleo familiare del detentore dell’immobile che paradossalmente risiede in un’altra abitazione! Un’autentica assurdità ed ingiustizia che a nostro avviso potrebbe anche essere oggetto di ricorsi.

Inoltre – insistono i consiglieri comunali – sulla base delle modifiche annunciate a mezzo stampa dai consiglieri della maggioranza (rispetto alle quali appare certamente curioso il fatto che non siano state condivise con la Giunta già nella bozza originaria visto che questa Amministrazione si è sempre vantata di voler snellire i tempi), riteniamo che le agevolazioni economiche di riduzione del tributo non possano assolutamente essere rivolte solo ai nuclei che abbiano un invalido al 100% come avvenuto nel 2019, ma anche alle famiglie indigenti o a basso reddito, perché la platea dei beneficiari, con la loro ipotesi che peraltro è già prevista nel vigente Regolamento all’art. 24 comma 1/e (quindi i colleghi non hanno di certo scoperto l’acqua calda) sarebbe molto ridotta rispetto invece a quanto adottato nel 2017 e 2018 dove vi furono ben 3300 beneficiari di riduzioni ed esenzioni con un plafond economico di 600.000 euro.

Anzi, proprio sull’art. 24 comma 1/e presenteremo un emendamento col quale intendiamo eliminare la condizione invalidante lasciando solo l’età anagrafica dell’utente, visto che la maggior parte degli ultrasettantenni nella nostra città vivono di pensione sociale o comunque di un sussidio modesto.

La nostra proposta di agevolare invece le famiglie con disagio economico ha anche una motivazione di carattere giuridico, in quanto ARERA sul punto si è espressa chiaramente sulla necessità di prevedere queste agevolazioni perché ciò avrebbe effetti positivi non solo sui beneficiari, ma su tutti i contribuenti; le somme relative alla Tari non riscosse, infatti, (perché è ovvio che chi non può materialmente pagare evaderebbe di certo il tributo) dovranno essere riportate come costi da ripartire in tariffa negli esercizi finanziari futuri (ARERA lo ha ribadito anche nell’art. 11 comma 11.1 del Metodo Tariffario Rifiuti per il secondo periodo regolatorio 2022-2025, sostenendo che “nei costi comuni vanno inclusi appunto anche i crediti inesigibili o non coperti dal fondo rischi”).

CI AUGURIAMO, quindi – concludono Gioveni, Carbone e Currò – che la maggioranza d’Aulapossa recepire e condividere queste nostre valutazioni e proposte nell’interesse sia dell’Entesia del mantenimento in efficienza del servizio, ma certamente anche e soprattutto nei confronti degli utenti già fin troppo vessati da una pressione tributaria forse senza precedenti“.

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