Reggio Calabria e i pastori del presepe: un’antica tradizione da far tornare in vita

Il racconto del prof. Filippo Arillotta riguardante i pastori del presepe: un'antica tradizione reggina che andrebbe rivitalizzata

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Fra qualche giorno ricorrerà l’Epifania. Con essa termineranno le festività natalizie e ritorneremo al nostro quotidiano. Uno dei gesti connessi a questa festa è quello di smontare il Presepe e riporlo; ricordo che, da bambino, prendevamo le statuine, le avvolgevamo delicatamente in carta di giornale per evitare che, urtando, si sbeccassero; al Natale successivo le avremmo liberate con cura, salvo accorgersi che le precauzioni, in qualche caso, non erano state sufficienti. Ecco allora che si doveva ricorrere al prodotto di qualche figurinaio, che a Reggio produceva statuine per il Presepe.

Le migliori, più accurate, si trovavano da Ribotta o da Pastore, vere piccole opere d’arte; altrimenti nelle bancarelle che venivano allestite (noi gravitavamo su quelle di Viale Amendola) se ne trovavano di meno pretenziose, ma non per questo meno belle. Ricordo bene lo sforzo di quei piccoli artigiani di riprodurre, con il volto e i gesti, il ruolo del personaggio e contemporaneamente la sua commossa partecipazione all’evento di cui era parte; in qualche caso, invece, con una ostentata indifferenza, faceva capire come non tutti siamo partecipi del Mistero, anche quando si svolge davanti ai nostri occhi”. È il ricordo del prof. Filippo Arillotta che lancia un’interessante proposta legata a un’antica tradizione reggina che negli anni è andata a scemare.

E proprio mentre penso a quel mondo andato, mi chiedo: perché non riprendere quella tradizione così viva fino a qualche decennio fa? – afferma ancora lo storico reggino – A Reggio esiste una bella realtà che è l’Istituto d’Arte Alfonso Frangipane, oggi unito al Liceo Artistico Mattia Preti; questa scuola fu voluta dal suo fondatore, appunto il Frangipane, per professionalizzare i mestieri tradizionali, con le sue sezioni di tessitura, legno e ceramica. Mi chiedo, quindi: perché non riprendere a tradizione dei figurinai, invitando a questi nostri ragazzi a realizzare le statuine di un presepe tradizionale?.

Sempre a Reggio ancora resiste una tradizione del Presepe napoletano, addirittura con un bel Museo: grazie a questi appassionati cultori si potrebbero riprodurre le statuine più tradizionali, oppure riprodurre le scene rappresentate nelle tante stampe d’epoca, per quanto riguarda i costumi tipici; o ancora, visto che adesso va di moda il tridimensionale, si potrebbero creare riproduzioni a tutto tondo dei quadri a tema (Natività, Adorazione dei pastori, Adorazione dei Magi ecc.), a partire proprio da quelli di Mattia Preti per continuare con i tanti autori dei dipinti custoditi nelle nostre pinacoteche. – conclude il prof. ArillottaSarebbe, forse, un interessante stimolo alla conoscenza della cultura di tempi non remotissimi e, magari, si potrebbe anche dare uno sbocco economico ai nostri giovani. In un tempo in cui si ricercano lavorazioni tradizionali, ritrovare a Reggio la vocazione ceramica che la città ha avuto fin dal primo insediamento ellenico, potrebbe avere interessanti risvolti…“.

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