Polistena: al via il cantiere di restauro dei bronzi dello scultore calabrese Giuseppe Renda

Polistena: si presenterà sabato 26 Novembre, presso la corte di Palazzo Avati, il restauro delle sculture in bronzo di Giuseppe Renda, facente parti della collezione della società Marchese srl

  • Polistena reastauro bronzi (1)
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Si presenterà sabato 26 Novembre alle ore 15,00, presso la corte di Palazzo Avati a Polistena, il restauro delle sculture in bronzo di Giuseppe Renda, facente parti della collezione della società Marchese srl, una raccolta che conta uno straordinario numero di opere del grande artista calabrese, nato a Polistena nel 1859 e morto a Napoli nel 1936. Una carriera quella di Renda, intensa e prolifica, segnata da grandi ambizioni, esposizioni di respiro internazionali ed imprese artistiche che hanno segnato la cultura plastica del Meridione d’Italia, a cavallo tra l’Otto e il Novecento. L’evento, sponsorizzato dalla Libera Università di Polistena srl – Polo didattico delle Università Pegaso, Mercatorum e San Raffaele di Roma -, dall’associazione Culturale Girolamo Marafioti e dallo Studio odontoiatrico Laruffa, nasce in collaborazione con il Polo Museale di Soriano, promotore della campagna di fruizione del cantiere aperto delle sculture di Renda, grazie alla realizzazione di una pannellistica tematica inerente il restauro di tre opere in bronzo dell’artista polistenese: la Fortuna, “Lo Scugnizzo” e “Non mi toccare”. All’incontro, preceduto dai saluti del padrone di casa, Silvio Laruffa, Amministratore del Marchese srl, e moderato da Pietro Cullari, presidente della già citata associazione “Girolamo Marafioti, saranno presenti, Fabrizio Sudano, Soprintendente Belle Arti, Archeologia e Paesaggio della città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Reggio Calabria, Isabella Valente, docente di storia dell’arte Contemporanea, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, massima esperta della cultura artistica dell’Italia meridionale del XIX e XX, e poi ancora Angelo Chianese, docente di sistemi informativi multimediali, della stessa sede universitaria partenopea, Pasquale Faenza, conservatore dei beni culturali e storico dell’arte, e Mariangela Preta, direttrice del Polo Museale di Soriano. Ed è proprio nel museo sorianese che andrà in mostra in una delle opere restaurate di Giuseppe Renda, a seguito dell’accordo tra l’ente museale calabrese e la Marchese srl, operazione che si qualifica come una forma virtuosa di valorizzazione dei beni culturali generata da un partenariato pubblico-privato.

L’evento sarà occasione per conoscere meglio uno dei più grandi artisti calabresi, figlio di una grande città d’arte, Polistena, patria di un’altra importantissima personalità artistica del Novecento, Francesco Jerace, anche lui formatosi a Napoli nella seconda metà dell’Ottocento. Giuseppe Rende, lasciò infatti Polistena, dove lavorava nella bottega dei Morani, all’età di 14 anni, alla volta di Napoli, città dove frequentò l’Accademia di Belle Arti, seguendo maestri del calibro di Stanislao Lista, Tommaso Solari e Gioacchino Toma. Affascinante, bellissimo, talentuoso, Rende non frequentò mai il suo conterraneo e coetaneo Francesco Jerace, essendo lo scultore in aperta opposizione con gli insegnamenti accademici. Già nel 1891 Renda riusciva esporre a Palermo, il gesso dal titolo Angelo Caduto, ed un marmo Così mi ami, decisamente apprezzato dal pubblico. Cinque anni dopo, la sua statua in bronzo “Prima ebrezza”, presentata all’esposizione di Firenze, gli fruttò un premio in denaro. Nello stesso anno, un’altra sua opera, in mostra all’Internazionale di Monaco di Baviera, fu subito acquista, segno evidente del grande successo del giovane artista calabrese, a cui la società “il Marchese s.r.l.” vuole mettere in luce l’importanza e il valore nel panorama della storia dell’arte calabrese. Merito della società “”il Marchese s.r.l.” valorizzare una collezione di opere straordinaria, fatta non solo di bronzi ma anche di gessi che presto saranno fruibili nello stesso atrio di Palazzo Avati, insieme alla possibilità di assistere al cantiere aperto della Fortuna, opera in bronzo, cui modello, presentato alla mostra internazionale di Milano, nel 1906, fu premiato con medaglia d’oro.

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